César, il superamento della scultura

Quello che fa le sculture con i rottami : indovinate chi è ? Un quiz troppo difficile, il mio, dato che ora sono tanti, davvero tantissimi, i creatori che si dedicano alla curiosa arte del recupero. Ricorrere a oggetti di scarto, lo sappiamo, è divenuta una costante nell’arte contemporanea : si va dalle sculture con copertoni gommati ai mosaici di lattine, e i risultati si dimostrano spesso altalenanti.

Il primo, però, il più grande scultore a integrare rifiuti nelle proprie creazioni fu un francese di origini italiane, César Baldaccini, meglio conosciuto con il semplice nome di César, artista cui il Centro Pompidou di Parigi dedica in questi giorni una interessante retrospettiva. Animali metallici, automobili pressate e abbondanti colate di schiuma di poliuretano : forse non delle grandi novità per gli stanchi habitué di creazioni contemporanee, ma pur sempre dei bellissimi esemplari della libera sperimentazione artistica che caratterizzò la seconda metà del ventesimo secolo.

Era marsigliese, César Baldaccini, nato il primo gennaio del 1921 e cresciuto nella città che in Francia viene comunemente percepita quale il contraltare mediterraneo dell’algida e immusonita capitale : a quasi ottocento chilometri da Parigi, Marsiglia è la città del sole, la città del mare, importante porto mercantile nonché covo della peggiore teppaglia del Golfo del Leone. Figlio di Omer e Leila, gestori di un piccolo bar nel quartiere popolare di Belle-de-Mai, César vive una giovinezza scapestrata, caratterizzata da esili imbrogli e poca voglia di studiare. Ma dopotutto come volergliene, a un ragazzo maturato nel pieno del conflitto mondiale?

La Pacholette
La Pacholette
César
1966. Acciaio e ferro saldato

La sua predisposizione per la creatività manuale si nota prestissimo, quando ancora adolescente fabbrica carriole utilizzando barattoli di conserve oppure aiuta un amico del padre nell’attività di salumiere. L’accostamento al mondo dell’arte avviene per lui in maniera graduale, prima alla Scuola di Belle Arti di Marsiglia, poi, dal 1943, presso quella di Parigi, città dove ha modo di conoscere meglio le opere di tre talenti che resteranno per sempre suoi modelli di riferimento, Pablo Picasso, Max Ernst e Alberto Giacometti.

Le prime creazioni di César, a parte i lavori realizzati in ambito accademico, risalgono alla fine degli anni ’40, quando installato in un vecchio bordello riconvertito in laboratorio artistico modella delle sculture in gesso. Sono però tempi difficili, quelli, per un giovane artista squattrinato sbarcato a Parigi in certa di fortuna : il giovane César è talmente a corto di soldi che non può nemmeno permettersi il marmo o il bronzo da scolpire, e allora pensate che fa ? Come il povero diavolo che ruba i tovaglioli al bar sottocasa per riciclarli in carta igienica – e qui parlo per esperienza vissuta – così lui va a rovistare nelle discariche di ferraglia alla ricerca di frammenti di piombo e fili di ferro intrecciati, con i quali creare originali composizioni metalliche. L’idea gli è ispirata da una necessità materiale, concreta, non da una qualche ricerca concettuale, tuttavia in breve tempo César riesce a farne la propria cifra stilistica : nel 1949 scopre la saldatura ad arco, una tecnica che gli permette di assemblare pezzi metallici di taglia differente con grande agilità, come se fossero modellini d’argilla, e così inventare un nuovo linguaggio figurativo.

Il Pipistrello
Il Pipistrello
César
1954. Ferro forgiato

Un monello a scuola e un monello dell’arte, César Baldaccini, irriguardoso delle lezioni accademiche tanto da invitare nel grande paese dei balocchi che è il mondo dell’arte dei semplici oggetti di scarto : con ciò che la società getta, rifiuta, lui c’imbastisce un’opera artistica. Oltre la scultura classica, oltre le provocazioni moderne, oltre persino i ready-made di Marcel Duchamp, gli oggetti comuni esposti quali preziosi manufatti artistici : le sculture di César integrano viti, bulloni, chiodi e tubi, piccoli utensili di recupero, per rappresentare soggetti a loro modo tradizionali, per lo più animali o personaggi umani.

Il Pesce
Il Pesce
César
1954. Ferro forgiato e saldato

L’opera che gli vale la celebrità risale al 1954 ed è una scultura in ferro forgiato e saldato larga quasi tre metri e mezzo, raffigura un pesce. Il Pesce, vincitrice del Prix des Trois Arts della Scuola di Belle Arti di Parigi, gli apre le porte dei grandi spazi espositivi francesi e internazionali : le gallerie Lucien Durand e Claude Bernard di Parigi, la Biennale di Venezia, il MoMA di New York, il Museo Cantini di Marsiglia, l’Istituto d’Arte di Minneapolis, la rassegna dOCUMENTA nella città tedesca di Kassel… Le opere di César fanno il giro del mondo, e il loro creatore vi lavora in maniera instancabile : tra il 1952 e il 1965, infatti, produrrà circa trecento sculture con la tecnica della saldatura ad arco.

Il Centauro
Il Centauro
César
1983. Metallo, gesso, oggetti vari

Divenuto ormai il ragazzaccio dell’arte contemporanea, l’artefice d’irriverenti creature bestiali o inquietanti anatomie umane che gli valgono il titolo del “Benvenuto Cellini del ferro saldato”, all’inizio degli anni ’60 César Baldaccini aderisce al Nouveau Réalisme, un movimento artistico allora in pieno sviluppo. Risposta europea alla Pop Art americana, il Nouveau Réalisme nasce a Parigi dagli scritti del critico Pierre Restany e si concretizza nelle opere di artisti quali Yves Klein, Arman, Martial Raysse, Mimmo Rotella, Jean Tinguely e il nostro César. L’obiettivo di questo giovane gruppo di creativi è dare un’inedita espressione realistica (ecco spiegato il nome) al sentire contemporaneo, reinterpretare artisticamente le tracce più evidenti dell’incipiente società dei consumi.

Della seconda guerra mondiale c’è ancora un vivo ricordo, nella Francia dei primi anni ’60, ma le nuove generazioni preferiscono guardare in avanti, verso un avvenire che annuncia sviluppo e abbondanza : è l’epoca del boom economico, della piena occupazione, della bistecca per tutti una volta la settimana. Sensibili al recente e irresistibile via vai di biciclette, automobili, televisori e frigoriferi, i Nouveaux Réalistes si dedicano alla sperimentazione di nuovi materiali da impiegare nella creazione artistica. Gli strumenti tradizionali non sono più adeguati alla rappresentazione del reale, bisogna che l’arte si nutra degli stessi simboli, degli stessi contenuti, degli stessi prodotti della società che intende indagare.

Dauphine 1959
Dauphine 1959
César
1970. Automobile compressa

Messi da parte i pennelli, il cavalletto, la tela, lo scalpello, Yves Klein gioca a fare il piromane o inventarsi nuovi colori, mentre Arman si diverte a scomporre e ricomporre grandi pile di oggetti. A fare la gioia di César è invece una gigante pressa industriale importata dagli Stati Uniti con cui l’artista inizia a schiacciare le vecchie automobili, dando così il via alla fortunata serie delle Compressioni. La tecnica è più semplice rispetto a quella delle sculture in ferro saldato, ma il risultato non lascia meno sbalorditi. L’artista seleziona degli elementi in base alla loro forma o il loro colore, li dispone nella pressa in una certa maniera, poi procede alla compressione affinché le superfici metalliche accartocciate, spezzate o appiattite creino inaspettati effetti visivi, mettendo in evidenza le strutture interne dei materiali stessi.

Cartone
Cartone
César
1976. Cartone e colla

Tre tonnellate, opera costituita da tre automobili compresse, fa scandalo al Salon de Mai del 1960 : come si permette, quest’artista dall’aria eccentrica, di maltrattare in tal maniera il gingillo più prezioso della cultura consumista, la massima aspirazione della classe piccolo borghese ? L’intenzione di César non è di fare della provocazione, ma la voglia d’intensificare la sperimentazione, di spingere il discorso alle estreme conseguenze, lo porta a comprimere materiali di ogni sorta. Non solo metalli ferrosi : nelle sue compressioni vengono a trovarsi tessuti, carta, cartone e persino gioielli dorati. Celebrità dello sport o della vita mondana, come il pilota di rally Ari Vatanen e la Viscontessa de Noailles, gli regalano macchine a loro appartenute affinché lui le trasformi, comprimendole, in opere d’arte contemporanea.

Lo spirito creativo non si ferma mai, per lo scultore venuto da Marsiglia, fare dell’arte per lui significa rimettere costantemente in questione il proprio lavoro, cosicché dopo le saldature di rifiuti metallici e le compressioni di veicoli César concepisce un procedimento compositivo in controtendenza rispetto a quelli praticati fino ad allora. La materia continua a essere assemblata, demolita, rimodellata a discrezione dell’artista, ma con la serie delle Espansioni César lascia che sia lei, la materia grezza, ad assumere liberamente una propria fisionomia.

Espansione N° 14
Espansione N° 14
César
1970. Poliuretano espanso, stratificato e laccato

Supporto ideale delle prime espansioni è la schiuma di poliuretano, un materiale che abbinato al freon aumenta di volume in proporzioni sorprendenti. Il ruolo dell’artista consiste nel dirigere e controllare il flusso di schiuma che si gonfia a vista d’occhio, fissandosi in forme totalmente aleatorie. Oltre alle grandi colate di poliuretano espanso, celebrate da César nel corso di eventi pubblici in giro per il mondo, le espansioni coinvolgono spesso anche altri oggetti e vengono rivestite da diversi strati di resina, vetro e lacche acriliche per prendere infine un aspetto solido e preciso.

Blu Francia 490
Blu Francia 490
César
1998. Lamiera compressa e pitturata

Non c’è più alcun intento rappresentativo, né alcuna finalità dissacrante, e forse non si può neanche parlare di astrattismo, nelle poderose colate di schiuma poliuretanica operate da César Baldaccini : solamente il tentativo di fissare in maniera perenne la materia in movimento, rendere tangibile il principio della trasformazione. Negli anni a seguire, il decennio dei ’70, quello degli ’80 e quasi tutti i ’90 (il giorno della sua scomparsa è il 6 dicembre 1998), César continua a praticare le diverse tecniche compositive da lui elaborate. La scultura tradizionalmente intesa non è mai abbandonata, notevole a questo riguardo è Il Centauro in metallo e gesso alto più di quattro metri, e allo stesso tempo prosegue la ricerca d’inedite figure espressive.

Ai francesi poi si sa che piace andare orgogliosi del proprio patrimonio nazionale, e quando si tratta d’attaccare delle medaglie ai cittadini illustri non cercano di lesinare : nel 1976 viene concessa a César la Legione d’onore, a cui seguono nel 1980 il Gran Premio delle Arti della Città di Parigi, nel 1982 le insegne d’ufficiale nell’Ordine nazionale del Merito, nel 1984 il titolo di comandante delle Arti e delle Lettere e nel 1988 il Premio Rodin. Persino il premio César, riconoscimento cinematografico transalpino paragonabile al nostrano David di Donatello o all’Oscar hollywoodiano, è ispirato a una scultura concepita su commissione dall’artista nel 1975. E dire che tutto è iniziato frugando in una discarica di ferraglia.


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