Siamo nel 2021 ma fenomeni di questo tipo continuano a ripetersi, anzi pare che siano in aumento. L’ultimo, in ordine di tempo, si è verificato a fine marzo in un museo di Seul, capitale della Corea del Sud, intanto che era in corso un’esposizione intitolata Street Noise.
In questa grande panoramica sul graffitismo contemporaneo, ospitante nomi di fama internazionale, figurava un’opera del celebre artista americano JonOne : Untitled (Senza titolo), un graffito largo 7 metri e alto 2 realizzato nel 2016 in occasione di una mostra a Seul stessa. La particolarità del dipinto, ciò che lo faceva svettare tra gli altri presenti negli spazi espositivi, era la mancanza di cornice e soprattutto il fatto d’includere gli strumenti utilizzati per la sua creazione. Sul pavimento, infatti, davanti al gigantesco tripudio di colori, si trovavano pennelli, spazzole e barattoli di pittura. Una trovata, questa, che purtroppo qualcuno non ha interpretato secondo le intenzioni dell’artista.

Capre ! avrei risposto loro, in galera dovrebbero metterli ! Gente di tal sorta, appena vede un pennello, una spazzola, un tubetto di colore, anche solo una matita, si sente in diritto d’esprimere alla propria maniera quella che a torto considera creatività. Come chiamarlo, questo becero istinto, quest’istinto animale ? Il richiamo dell’arte, anzi dato che oggi siamo in vena d’anglicismi l’art calling ? Scandaloso, ripeto, peggio quasi di quel comportamento che manifestano certi omacci brutti, bassi, grassi, pelosi e persino pelati* quando per strada vedono una donna un po’ scollacciata e fììììììììììììììì ! non riescono a trattenere un volgarissimo fischio. Giù le zampe, badate, giù le zampe da quadri, graffiti o qualsiasi opera d’arte. Se proprio volete insozzare una tela con i vostri paciughi, se proprio volete fischiare, fatelo a casa vostra.
* Omacci brutti, bassi, grassi, pelosi e persino pelati non sentitevi discriminati : sono uno di voi.
Ciao Riccardo sono in treno e sto tornando a Milano a casa così ho letto il tuo ultimo articolo. Cavoliiiiiiiii! Sei proprio arrabbiato. Non pensavo che tu fossi un ragazzo che si scaldasse tanto. Pur condividendo la tua opinione, lascia perdere questi rozzi, se ne parliamo diamo loro universalità. Pensa invece a te, alla tua vita, alla tua storia. Sto aspettando il tuo libro, il tuo romanzo. A quando? Spero presto. Io sono già avanti negli anni ( ricordi l’amica di mamma? Ci siamo visti in via Clerici e tu eri un ragazzo timido, caro, come mia figlia ). Mi piacerebbe tanto leggerlo prima che il tempo smetterà di trascorrere per me. A presto Rita
Ciao Rita, certo che mi ricordo di te. L’articolo intendeva essere ironico, prendere in giro le persone che in questo periodo sfogano il proprio scontento e la propria frustrazione imbastendo polemiche astiose anche su argomenti di poco conto. Per quanto riguarda il libro, beh, siamo ancora in alto mare…