Paul Rosenberg e la galleria al 21 rue La Boétie

Non so come succeda con gli scrittori, se sia l’editore a decretarne il talento, ma nel mondo dell’arte il modo migliore per essere conosciuti da pubblico e critici è farsi amico un bravo gallerista : qualcuno, insomma, che accetti di esporre nei propri locali i vostri quadri o le vostre sculture a scopo di vendita. Promotore di creatività o mercante di sogni, il gallerista è un mestiere di cui non esistono scuole, corsi o manuali d’istruzioni, nasce da una fortissima passione, quella per l’arte, e s’impara essenzialmente sul campo.

Paul Rosenberg, gallerista tra i più importanti nella storia dell’arte moderna, sostenitore d’inarrivabili maestri quali Pablo Picasso, Georges Braque o Fernand Léger, il suo mestiere pareva averlo nel sangue : il padre era mercante d’antichità, mentre il fratello maggiore gestiva a sua volta una galleria. A risvegliare l’interesse verso questo personaggio fondamentale nella cultura del ventesimo secolo, con il tempo scivolato nel dimenticatoio, è stato qualche anno fa un libro scritto dalla nipote, la giornalista americana Anne Sinclair, 21 rue La Boétie. Dalle pagine scritte e grazie al sostegno dell’autrice stessa, è nata l’omonima mostra attualmente ospitata nelle sale del Museo Maillol di Parigi, una retrospettiva sulla tortuosa carriera di un eccezionale operatore culturale e soprattutto un entusiasmante percorso tra alcuni capolavori dell’arte moderna.

Paul Rosenberg nasce a Parigi nel 1881 da Alexandre Rosenberg e Mathilde Jellinek. Suo padre, ebreo di origine slovacca, si è trasferito nella capitale francese da soli tre anni per dedicarsi al commercio dell’arte, attività in cui mette il piglio del mercante e l’amore del collezionista. Ancora giovanissimi, Paul e il fratello Léonce cominciano il loro apprendistato presso la galleria paterna in Avenue de l’Opéra, dove accanto a preziosi cimeli vengono proposte alla vendita opere di alcuni dei pittori allora più in voga, Delacroix, Ingres, Courbet e una vasta sezione d’impressionisti e post-impressionisti.

Bagnanti
Bagnanti
Pablo Picasso
1920 – 1921. Olio su tela

Sono gli inizi del ventesimo secolo, il pieno della Belle Époque, e poco più che ventenne Paul Rosenberg si lancia in un viaggio tra Londra, Berlino, Vienna e New York. Oltre a esperienze in giro per il mondo, il giovane Paul è già in cerca di contatti d’affari – e non da ultimo, se capita, anche di qualche inedita opera d’arte. Tra il 1906 e 1910 i due fratelli Rosenberg succedono al padre nella conduzione della galleria d’arte, decidendo poi di separarsi per aprirne ciascuno una in proprio. Léonce, all’indirizzo del 19 rue de La Baume, avvia L’Effort Moderne, mentre Paul, al 21 rue La Boétie, inaugura una galleria a suo nome.

Rapimento
Rapimento
André Masson
1932. Olio su tela

Il gallerista è un mestiere che non si studia e non s’insegna, scrivevo, ma non per questo s’improvvisa. Quando Paul Rosenberg inizia a muovere i primi passi come professionista indipendente, può già contare sulla solida esperienza maturata presso l’attività famigliare, una fitta rete di relazioni e un cospicuo patrimonio d’opere d’arte ereditato dal padre.

La strategia da lui messa in campo e affinata nel corso degli anni è un mélange di ricerca artistica e puro esercizio commerciale : il gallerista compra le opere che gli piacciono, certo, e in questo i suoi gusti sono rivolti soprattutto verso il nascente movimento cubista, ma per non intimorire troppo la clientela più tradizionalista si punta anche su quadri dal valore sicuro, in particolare la scuola pittorica francese del diciannovesimo secolo.

Al primo piano della galleria sono allora esposti gli artisti d’avanguardia, Pablo Picasso, Georges Braques, Henri Matisse, Marie Laurencin… al secondo, invece, i grandi maestri dell’impressionismo e del romanticismo, già assunti a classici della storia dell’arte.

Esposizione sui maestri del XIX° secolo al 21 rue La Boétie

Per aiutare i clienti negli acquisti, inoltre, Paul Rosenberg ricrea nella galleria un ipotetico spazio domestico, i quadri sono attaccati alle pareti tra mobili di prestigio e intarsi, cosicché i facoltosi borghesi parigini s’immaginino più facilmente l’effetto prodotto dai dipinti nei loro eleganti salotti.

La strada di Versaille
La strada di Versaille
Alfred Sisley
1875. Olio su tela

Da esperto viaggiatore, infine, il gallerista francese è uno dei primi a comprendere che il mercato dell’arte si sta sempre più orientando al di là dell’Atlantico. Gli Stati Uniti, paese in pieno sviluppo economico, oltre in petrolio e automobili iniziano poco a poco a investire nel patrimonio culturale, dotando le città di provincia di musei di storia e arte : tantissimi potenziali clienti per Paul Rosenberg, che nel 1923 fonda con Georges Wildenstein una società commerciale americana e comincia a percorrere da est a ovest il nuovo continente al fine di promuovere i propri artisti.

Cataloghi, monografie, annunci sui giornali, mostre di beneficienza e fiere d’arte, tutti i mezzi disponibili sono impiegati per far conoscere al pubblico europeo e americano i pittori della scuderia Rosenberg, che da puro gallerista diviene un vero dirigente d’azienda quotidianamente impegnato nella gestione dello stock artistico, i quadri che entrano e quelli che escono, le novità e i classici di repertorio. Gli affari vanno a gonfie vele per l’infaticabile mercante ebreo, divenuto ormai amico intimo di molti tra i maggiori creativi di allora e titolare di una seconda galleria a Londra assieme al cognato Jacques Helft, fino a quando la politica non s’immischia di prepotenza nel mercato dell’arte.

Nudo sdraiato
Nudo sdraiato
Georges Braque
1935. Olio su tela

A fine anni ’30 la Germania è in preda al fanatismo nazista, e tra le farneticazioni prodotte dagli intellettuali di regime trova spazio un concetto che adesso fa quasi sorridere, l’arte degenerata : non si tratta di pornografia o contenuti incestuosi, ma semplicemente di qualsiasi produzione artistica che non rientri nella glorificazione della razza ariana e della tradizione germanica. Espressionismo, dadaismo, cubismo, impressionismo, surrealismo… tutti i movimenti creativi dell’epoca, troppo innovativi e problematici per il semplicistico gusto nazista, sono facilmente bollati come degenerati, tanto che nel luglio 1937 si tiene nella città bavarese di Monaco una doppia esposizione in cui arte tedesca ufficiale e arte degenerata vengono apertamente messe a confronto.

Tre donne
Tre donne (Il grande pranzo)
Fernand Léger
1921 – 1922. Olio su tela

Quando l’ideologia sposa l’arte, si sa, spesso nascono figli deformi, e nel trambusto politico e culturale delle settimane precedenti allo scoppio della seconda guerra mondiale avviene a Lucerna un’asta d’opere artistiche che suscita un grave interrogativo morale. Messi in svendita, infatti, sono moltissimi capolavori che i nazisti avevano requisito ai musei tedeschi perché ritenuti inaccettabili secondo l’estetica del Terzo Reich. Quadri e sculture di Marc Chagall, Paul Gauguin, Oscar Kokoschka, Otto Dix, James Ensor e tanti altri importanti artisti moderni vengono proposti a prezzi irrisori, per la gioia di quei collezionisti che non si fanno scrupoli a concludere affari con i nazisti.

Anne Sinclair
Anne Sinclair all’età di quattro anni
Marie Laurencin
1952. Olio su tela

Paul Rosenberg, dal canto suo, assume una posizione intransigente verso questo tipo di pratiche, ma quando l’esercito tedesco entra a Parigi, nel maggio 1940, lui e la sua famiglia sono costretti a prendere la fuga. Prima a Lisbona, poi a New York, dove il mercante d’arte apre una nuova galleria al 79 East 57th Street l’anno successivo. Gran parte della sua collezione è rimasta a Parigi, in mano alle truppe d’occupazione naziste, mentre i locali della galleria in rue La Boétie accolgono adesso l’inquietante Istituto di Studi delle Questioni Giudee : un doppio smacco per Paul Rosenberg, il quale, tuttavia, installatosi oltre Atlantico, si rende conto della sempre maggiore importanza degli Stati Uniti nel panorama artistico internazionale.

A guerra finita, infatti, il collezionista riprende possesso della propria galleria parigina, e aiutato dal figlio Alexandre riesce a recuperare parecchie delle sue opere rubate, ma dalla capitale francese il centro di gravità del mercato dell’arte si è ormai spostato a New York. Nella terra del nascente Espressionismo Astratto, della Pop art ancora allo stato embrionale, Paul Rosenberg continua a esportare i suoi campioni storici, Pablo Picasso, Fernand Léger… ma nel frattempo scopre nuovi talenti come il pittore francese Jean Hélion o il russo Nicolas De Staël. Nel 1958, un anno prima della sua scomparsa, organizza persino una grande mostra itinerante per gli Stati Uniti dedicata allo scultore Aristide Maillol.

Il mestiere del gallerista nasce da una grande passione, dicevo all’inizio, la passione per l’arte, ma dopotutto non è che un lavoro da venditore : si compra e si tenta di rivendere a prezzo più caro. Vi immaginaste se Paul Rosenberg avesse ereditato dal padre un negozio di scarpe ?

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5 risposte a "Paul Rosenberg e la galleria al 21 rue La Boétie"

  1. Il bravo gallerista s’innamora delle opere dell’artista addentrandosi nell’essenza umana di colui che opera, ne comprende le problematiche e se ne appropria idealmente se le ritiene congeniali al suo scegliere tra tanti occasionali…

  2. Ti ringrazio per la ricchezza delle informazioni.
    La storia di Rosenberg mi affascina particolarmente! Certo che se dal padre avesse ereditato un negozio di scarpe, magari l’avrebbe trasformato in una piccola galleria….
    Il libro di Anne Sinclair è reperibile?
    Un caro saluto e Complimenti!!
    Adriana

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