Perché i Tagli di Lucio Fontana ?

La domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un’occhiata a ciò che si nasconde dietro.
Milan Kundera

Concetto spaziale, Attesa
Concetto spaziale, Attesa
Lucio Fontana
1960. Tecnica mista su tela

Come quando devi andare dal dentista per un fastidioso intervento, e per timore o pigrizia continui a rinviare l’appuntamento. Domani non posso, la settimana prossima neppure, quella successiva sono fuori città… e intanto il tempo passa. Il tempo passa e tu resti con il mal di denti : fino al giorno in cui ti fai coraggio, leghi il dente cariato a uno spago, attacchi l’altra estremità dello spago alla maniglia di una porta, spalanchi bene la porta e con un deciso spintone… SLAM ! Via il dente, via il dolore.

Così per me è stato con i famosi Tagli di Lucio Fontana. Dopo mesi e mesi passati a rimuginarci sopra, intimorito dall’enormità dell’argomento, una sera di ottobre ho deciso di fare i conti con alcune delle più complesse e affascinanti opere d’arte del ventesimo secolo. Il loro creatore li ha chiamati Concetti spaziali, in sostanza si tratta di un’importante serie di monocromi interrotti da un delicato taglio centrale : un discreto, sottile taglio da cui è sgorgato un inesauribile fiume d’interpretazioni. Un taglio, perché un taglio ? L’evoluzione di un artista procede per tappe, alti e bassi, cambiamenti di direzione, ripensamenti e decisivi passi in avanti, e anche il nostro Lucio Fontana non è venuto meno alla buona tradizione.

fontana-taglia-telaNato nel 1899 a Rosario di Santa Fe, in Argentina, da genitori di origini italiane, il giovanissimo Lucio inizia a interessarsi alla scultura e alla ceramica sotto l’influenza del padre architetto e scultore. Ancora adolescente viene a studiare in Lombardia, rientra in Argentina poco più che ventenne e finisce con lo stabilirsi a Milano nel 1927, intenzionato a lanciarsi nella carriera artistica. Sculture modellate, ritratti, lavori su commissione : se volete dare un’occhiata alle sue prime opere pubbliche, fatevi un giro al Cimitero Monumentale.

Il figurativo cede presto il passo all’astratto, e dall’arte informale Fontana approda quindi allo spaziale. Lo spazialismo, un’idea che l’artista cova per diversi anni fino a quel fatidico 1946, poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quando nel Manifiesto Blanco decide di fissarne i principi per iscritto. Nell’Europa appena sconvolta dai massacri, arresasi ormai all’instabilità e alla materialità del vivere moderno, Lucio Fontana comprende che anche nell’arte, per definizione immortale, nulla è più durevole.

Concetto spaziale, Attesa
Concetto spaziale, Attesa
Lucio Fontana
1960. Idropittura su tela

La vita tranquilla è scomparsa, scrive nel suo celebre testo, e anche la creazione artistica deve adeguarsi al movimento, alla rapidità, deve sorpassare le tradizionali distinzioni tra colore e suono, tra spazio e tempo, tra pittura e scultura. Le riflessioni dell’artista, che a tratti possono ricordare i precetti dell’avanguardia futurista, trovano riscontro nel suo progressivo disinteresse verso la scultura comunemente intesa, a favore invece della sperimentazione su tela. Sperimentazione su tela, badate bene, non semplice pittura : Fontana non considera la tela un banale supporto convenzionalmente adibito all’attività artistica, come un attore può concepire il palcoscenico o un poeta il foglio di carta. Lui tratta la tela allo stesso modo in cui, da scultore, adopera la terracotta, il ferro, la ceramica. Materia, la tela è materia. E in quanto materia deve essere lavorata, plasmata, modificata. Fino al suo definitivo superamento.

fontana-taglia-tela-2Negli anni ’50 ecco le prime avvisaglie, nei quadri di Fontana iniziano a comparire dei piccoli fori, i Buchi, che abbinati a pietre incastonate creano complesse nebulose di luce, ombra e colore. Tentativi di trapassare la tela, trapassare la materia, e scavalcare così i confini della pittura. La vera e propria rottura avviene nel febbraio 1959, in occasione di una mostra alla Galleria del Naviglio a Milano, quando Lucio Fontana espone finalmente i primi esemplari della lunga serie dei Tagli.

La tela adesso è lacerata da uno o più squarci verticali, che invece di indicare distruzione stanno piuttosto per delle possibili aperture verso l’altrove, verso una terza dimensione oltre i limiti imposti dalla piattezza del quadro. Avendo perduto qualsiasi funzione figurativa, il dipinto diviene una superficie monocroma contenente una breccia, un passaggio verso un universo parallelo, uno spazio mentale alternativo. Attesa (o Attese in caso di più tagli), è cosi che Fontana chiama queste tele lacerate. Delle vie di fuga dove si posa l’occhio dell’osservatore, solo e beato nell’attesa che forse non accada nulla.

Concetto spaziale, Attese
Concetto spaziale, Attese
Lucio Fontana
1968. Tecnica mista

L’idea è a suo modo dirompente, e l’artista pare prenderci gusto : a partire dal 1960 la produzione di Fontana si concentra su quello che diverrà ormai il suo marchio di fabbrica, tanto da assumere i connotati di una piccola impresa industriale. Per realizzare più di centocinquanta Tagli l’anno, l’artista s’impone un preciso ritmo quotidiano, arrivando quasi a meccanizzare il suo gesto creativo. La mattina le tele vengono colorate, si lascia passare qualche ora affinché il colore si secchi, il pomeriggio Fontana ricorre a un taglierino Stanley per attentare all’integrità dei quadri e imprimervi una chiara e netta traccia dell’intervento umano.

La folta collezione di tele tagliate è tuttora spiazzante, fonte di meraviglia per alcuni e motivo d’indignazione per altri : soprattutto alla luce delle quotazioni esorbitanti delle opere di Lucio Fontana. Cosa c’è, continuiamo a chiederci, ma cosa c’è oltre quella tela, quel quadro, quella superficie, quello spazio, oltre tutte queste parole che forse ho gettato al vento ? Cosa c’è oltre quel taglio ? Il muro. Oltre il taglio di Fontana c’è il muro.


50 risposte a "Perché i Tagli di Lucio Fontana ?"

  1. non voglio sembrare spregiudicata e inopportuna..ma personalmente parlando, credo che l’arte sia tutt’altra cosa. Sicuramente avrá avuto un’ottima stesura di colore, ma l’incisione della tela mi sembra quasi un’ offesa verso l’arte stessa….
    vuoi mettere al capolavoro di Michelangelo della Cappella Sistina…o l’ultima cena di Leonardo da Vinci..o ancora le innumerevoli opere di Rubens?… per me il talento di un artista esiste laddove c’è sentimento..studio..quando riesce ad immetere magia e mistero in una sua opera..quando sembra di trovarsi in quell’istante,…in quel luogo…quando il tempo sembra essersi fermato e il cuore comincia a battere forte dall’emozione…un caro saluto…Luce

    1. Comprendo la tua reazione. I quadri di Fontana cercano più di colpire il cervello che non il cuore, e pare che molta dell’arte contemporanea stia sempre più andando verso quella direzione. Michelangelo, Leonardo Rubens… lavoravano moltissimo sulla tecnica, ora si lavora molto sui concetti : arriveremo al punto che via i colori, via la tela, via il quadro.

    2. Certo non ce un paragone con un Michelangelo e i suoi lavori se ti soffermi solo a guardare l esterno di qui lavori e la bellezza delle forme o paesaggi stupendi e perfetti…l arte vera va oltre cio che è bello.oltre cio che conosciamo ,vediamo o sappiamo. È proprio la che si trova la vera bellezza e l emozione unica e profonda ….misticismo e l unicità dell opera. Concetto e la ricerca di un qualcosa che va oltre a un qualcosa di banale o conosciuto o facilmente riconoscibile o ragiungubile al nostro pensiero “quotidiano”. E una ricerca di un qualcosa che va oltre….. del nostro profondo….

  2. Mio figlio di 7 anni saprebbe creare un quadro come quelli di Fontana. Ma il punto qual é? Van Gogh era anticonformista, Caravaggio, Dalì, de Chirico. Perché quella che sembra poi una banalità in realtà é arte? Perché nessuno ci aveva pensato prima, perché nessuno lo aveva mai fatto prima. Soprattutto l’arte moderna é stupire, sorprendere, incuriosire, anche disgustare e inorridire. É scuotere il cervello di chi osserva, anche di chi va ad una mostra perché non aveva altro da fare. Io non amo l’arte moderna ma stranamente ricordo tutto ciò che ho visto alla Tate Modern (autori compresi) o in altri musei contemporanei.

      1. Occorre andare oltre al taglio ed al buco nero o forato e cercare di vedere al di là, attraversando l’ostacolo e penetrando l’apparenza, cercando la motivations profonda. Posseggo un disegno su carta firmato da Lucio FONTANA che rappresenta due concetti abbinati : a sinistra vi sono 34 buchi allineati in un quadrato, come fossero pilastri del Tempio di Karnak in Egitto, emittenti frequenze quantistiche. A destra un disegno che rappresenta le vibrazioni d’onda é esse da una pietra e da una scheggia a forma di freccia, la mitica pietra angolare. Ecco: c’é qualcosa di più di semplici buchi. (Umberto Joackim Barbera – Torino 3485116565).

  3. Posseggo dei disegni firmati di Lucio FONTANA che hanno per soggetto CAPSULE CERAMICHE DENTARIE, eseguiti In relazione alla sua situazione clinica (paradontite ed impianti). Questi disegni potranno interessare a dottori dentisti che siano collezionisti di Lucio FONTANA? Chi fosse interessato potrà rintracciarmi al mio “smart phone” Cellulare +39 (Italia) 348 5116565 (preannunciandosi con un Sms indicando il nome e cognome poichè di solito non rispondo a numeri sconosciuti non registrati nella mia rubrica. Sarà prontamente richiamato). Umberto Joackim Barbera (Torino).

  4. Penso che un’opera d’arte quando la osservi debba regalare un’emozione al di là di ciò che rappresenta, personalmente amo i tagli di Lucio Fontana e devo dire che ci va un forza interiore non indifferente per arrivare al suo concetto, la possibilità di andare oltre il tridimensionale verso un nuovo orizzonte. Il quadro sopra riportato Concetto spaziale, Attese… l’ho visto circa un anno fa e mi ha rapito ed è ancora presente dentro i miei occhi.

  5. La bellezza sta in colui che guarda e in chi guardando ci si rivede… Anche se è un taglio, anche se è il buio liberato dalla troppa luce, anche se dietro c’è un muro, davanti c’è lo specchio…

  6. A me fa venire in mente il mistero della vita oltre la morte,nello specifico mi fa pensare a un artista ateo che mostra che dopo la morte non esiste nulla

    1. Non sono a conoscenza dell’atteggiamento di Lucio Fontana verso la religione, ma la tua osservazione sulla vita dopo la morte (scrutare cosa c’è oltre la vita) mi pare un ottimo spunto.

  7. Sono dell’avviso che un’opera d’arte può non piacere a tutti o addirittura a nessuno se non all’artista che l’ha creata. Ciò vale per le opere di Lucio fontana. A me personalmente, al di là di quello che l’aurore vuole esprimere, mi piacciono. Vedo in essi la bellezza. Paragonare tali opere con quelle di artisti affermati credo che sia una cosa inopportuna. Sarebbe come voler affermare la superiorità delle persone bianche a confronto delle nere o viceversa.

    1. Ti ringrazio, Mario, dell’interessante commento. Anche a me le opere di Lucio Fontana piacciono molto. Non capisco però quando prendi come esempio il confronto tra persone bianche e nere.

  8. La più grande paura di un artista è che le sue opere lascino indifferenti chi le osserva, il concetto di bello è relativo, ciò che piace a uno può non piacere ad altri, i quadri di Fontana in me destano curiosità in altri senso di bellezza in altri ancora un offesa verso l’arte, bhe! ammettiamolo lasciano ben poche persone indifferenti.

  9. Non so se definire i Tagli di Fontana un atto di umiltà o di supremazia. Mi spiego meglio: il voler mostrare ciò che c’è dietro la tela artistica – il nero, l’infinito, il nulla? – potrebbe rappresentare sia la nullità dell’arte stessa, la sua fatuità (nel momento in cui la tela viene squarciata, viene quindi svelata la vera essenza dell’arte: il nulla assoluto) oppure, al contrario, rappresentare un atto di superiorità, asserendo che dietro l’arte, al di fuori di essa, nel momento in cui questa viene violata, ci si proietta su una realtà tenebrosa e vacua quale è la realtà in cui ci troviamo.

    1. Bravo. Ha intuito l’ambigua e furba arte di Fontana. Improvvisava anche. Rispondendo in modo ironico a tutto ciò che coglieva. Come certi disegni di capsule dentarie(stava mettendo una protesi) che improvvisamente lo hanno ispirato. Poi che lui sia riuscito a “monetizzare” in modo abnorme i suoi tagli o altro questa è un’altra storia. Prima non è riuscito ad ottenere alcun successo creando sculture pure belle!

  10. IERI SONO ANDATO DI CORPO SU UNA TELA MA NON AL CENTRO, LEGGERMENTE SULLA DESTRA E IN BASSO. VOLEVO ESPRIMERE IL SENSO DEL TEMPO, DI QUALCOSA CHE SI RIPETE DA ANNI ALLO STESSO MODO . IL CONCETTO DI TRASFORMAZIONE ETERNO DI QUALCOSA IN UN ‘ALTRA CHE PUO’ ESSERE PIU’ O MENO SOLIDA. QUESTA MATERIA IN CONTINUA EVOLUZIONE. ATOMI E MOLECOLE PARZIALMENTE VOLATILI. ORA NE FACCIO ALTRI. UNO LA GIORNO PERCHè SONO REGOLARE. POI CERCHERO’ UNA GALLERIA PER PRESENTARLI AL GRANDE PUBBLICO

    1. La tua idea sarebbe geniale non fosse già stata pensata da qualcun altro alcuni decenni fa : erano i primi anni ’60 quando Piero Manzoni inscatolava le proprie feci e le smerciava a peso d’oro.

      1. IL MIO è UN CONCETTO DIVERSO . QUELLA DI MANZONI è UN’IDEA STATICA LA MIA ESPRIME MOVIMENTO, TRASFORMAZIONE NEL TEMPO MA ANCHE NELLO SPAZIO. LUI NASCONDE, CELA . IO ESIBISCO

  11. io credo che ci si debba mettere d’accordo sulla definizione di arte altrimenti qualunque uso si faccia di una tela è destinato a suscitare un dibattito e questo non mi sembra molto giusto.

    1. ..è la cosa più sbagliata che ci sia: spesso nel giudicare il lavoro di un artista si usa paragonarlo a ciò che, nella storia dell’arte, è consolidato e comunemente accettato da tutti; quasi come se ci fosse una sorta di modello in assoluto al quale tutto deve essere parametrato. Storia dell’arte appunto, per affermare l’evoluzione dell’arte stessa che non è evidentemente statica, ma dinamica e in continua evoluzione. Avrebbe senso al giorno d’oggi, per Lucio Fontana e per altri artisti contemporanei, dipingere come i pittori del ‘500, in una società frenetica ?, quale immagine, se fosse cosi. si lascerebbe di noi stessi e del nostro passaggio in questa vita a coloro che verranno dopo di noi?

      1. Ti ringrazio, Olivo, del commento preciso e articolato. Di una cosa però sono poco convinto. Penso che ogni artista interpreti il mondo in cui vive alla luce della propria sensibilità, pertanto se per assurdo un pittore contemporaneo si mettesse a dipingere come si usava nel ‘500 questa sarebbe una semplice esternazione del suo vero sentire (mi spiego in maniera macchinosa, lo so, spero comunque di rendere l’idea). Poi, diciamocelo : molto spesso i lavori del passato non hanno nulla da invidiare all’arte moderna 🙂

  12. SONO STATA A VISITARE LA MOSTRA A CHERASCO IN ANTEPRIMA, PERCHE’ A GENNAIO VI PORTERO’ I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DOVE PRESTO SERVIZIO.
    QUADRI DI FONTANA NON NE AVEVO VISTI IN PRECEDENZA E SONO RIMASTA INCANTATA DALLA LORO FORZA ESPRESSIVA. SONO IN ATTESA DI SAPERE QUANTO E COSA DIRANNO QUESTI BAMBINI NEL VEDERLI, SICURAMENTE PENSIERI CURIOSI, PERSONALI, EMOZIONATI, NON CONVENZIONALI COME LE OPERE ESPRESSE DALL’ARTISTA

  13. Superando, ed eziandio quasi fondendo l’ arte di Manzoni e di Fontana, tutti i giorni dopo avere espletato le mie funzioni corporali produco delle opere d’ arte su un un substrato di pura cellulosa.

      1. No, dato che sono strettamente vegetariano.
        Inoltre, poichè io amo l’ arte, non distruggerei mai un opera d’ arte.

  14. Tante belle parole sul genio di Lucio Fontsna, ma il
    punto é che non é Kundets che prese coraggio per levarsi un dente ed acquistare un taglio di Fontana, ma fu Fontama ad Albissola a farsela addosso per paura di un intervento ad una sua gengiva di cui lasciò un progetto ceramico dentale che il Prof. Enrico Crispolti non ricorda d’aver mai visto (bontà sua non vide mai una dentiera) per cui la Fondazione Fontana intimò al perito del Giudice del Tribunale di Milano, dr. Sebastiano Cilio, di non vendere disegni che, solo peritati nella autenticità della firma, non fossero riconosciuti e catalogati dalla Fondazione, esprimendo nell’occasione, sentito
    Il parere e la memoria dell’ottuagenario Prof. Enrico Crispolti, di non poter riconoscere come autentici tre dei seguenti 50 disegni : indovinate quali essi siano : http://luciofontanadisegni.blogspot.it/2017/01/50-firme-di-lucio-fontana-con-disegni.html?m=1

  15. Sicuramente l’arte contemporanea va oltre la semplice abilità tecnica; per forza di cose dopo Caravaggio e Bernini l’arte ha dovuto prendere un’altra strada, la perfezione tecnica era stata raggiunta, di più non si poteva fare. Da allora in poi l’arte è diventata, sempre più, anche concetto. Credo però che un discorso sia il portare avanti un concetto, anche geniale, come la trasposizione della terza dimensione sulla tela, tutt’altro discorso sia il mettere in piedi una piccola produzione industriale di opere. Tutto assolutamente lecito, per carità, ma questo diventa puro mercato e non più (solo) arte. Sia ben chiaro, non credo che l’artista, per essere considerato tale, debba essere un morto di fame. È lecito e giusto che un artista possa vivere della propria arte, ma credo che l’arte contemporanea, soprattutto dagli anni ’50 e ’60, sia diventata soprattutto mercato.

  16. Ciao Sono un ragazzo di 15 anni, non sono molto esperto di arte ma vorrei sapere se i quadri di un artista vengono commentati dall’artista stesso oppure dei critici esaminano le opere?

    1. Buongiorno Clod e benvenuto su questo blog 🙂 Possono avvenire entrambe le cose, ma io trovo più interessante quando sono gli artisti stessi a fare commenti sulle proprie opere. Talvolta accade che le analisi dei “critici” devino parecchio dalle reali intenzioni degli artisti.

  17. Una volta parlai con un giornalista entusiasta dei tagli; secondo lui rappresentavano “la figa”,e questo per lui era un colpo di genio.Per me a farli son buoni tutti, e l’averci pensato per primo non e’ un merito di natura artistica; l’arte e’ ben altro, e se si ritiene che l’arte possa prescindere dal bello e che quella sia arte, allora l’arte e’ morta.

  18. Si dice cosa è arte e cosa non lo è come se si avesse la verità in tasca e con grande superficialità, senza considerare che ci sono stati grandi pensatori che hanno dedicato una vita intera su questo tema. Inoltre non bisogna confondere bello/brutto con mi piace/non mi piace, la grandezza di un quadro non sta nel numero di persone a cui piace. Fontana ha distrutto la finzione spaziale propria della pittura, e distruggere una finzione significa recuperare una verità. L’arte non ha più rapporto con la società, è esistenza allo stato puro che non cerca nella realtà la propria giustificazione. Si tratta di una normale evoluzione che ha avuto l’arte, basti pensare a Picasso che distrusse la finzione della prospettiva per introdurre la dimensione temporale nelle proprie opere, o successivamente Burri che tramite dei sacchi logori introduce il tempo della materia nei propri quadri.

  19. Ricordiamo che ciascun periodo artistico è collegato ad un periodo storico … l’arte è il riflesso della società e del tempo in cui nasce … il prodotto di un artista a volte è un grido d’amore o di dolore altre volte è sana provocazione.

  20. ..Un giorno un pittore entra nel proprio studio con in mano una tela intatta, girando il tavolo di lavoro maldestramente, l’angolo essendo molto spigoloso fa uno squarcio al centro della tela, egli si incazza di brutto e mette in un angolo dello studio quella tela rovinata. In quel momento entra il suo agente vede quella tela e rimane intrippato, un attimo di discussione e poi…..o no?

  21. ..A proposito, sono un artista (altro genere) ed ho sempre apprezzato Lucio Fontana per il coraggio, in un’epoca come la sua non sarà stato facile esprimere pubblicamente i suoi concetti. Un saluto a tutti

  22. Paolo essendo un creativo posso capire la drammatcità del fatto, sapendo i rischi che correva e i midia cosa ne avrebbero dette, sta di fatto lui a centrato la sua ricerca, admajora,

  23. ezio (pittore) penso che Fontana sia un grande artista che ci fa capire che con un taglio verso l’universo quanto l’uomo sia piccolo e nello stesso tempo infinito.No ai paragoni fra grandi artisti del passato e del presente poiché vivono in contesti diversi. cari saluti

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