Sono solo un dilettante. In fatto di gusti artistici, sono solo un dilettante. Non mi rifaccio a criteri argomentati, principi ragionati, logiche oggettive. Butto tutto sull’emozione. Questo o quell’altro : mi piace perché… perché… perché sì. La chiamano fruizione emotiva, il giudizio su di un’opera d’arte basato sulla semplice associazione a un’emozione personale, un ricordo piacevole, magari alla compagnia di una persona cara o un momento sereno. Bello quel quadro : mi fa venire in mente l’estate scorsa a Parigi. Forte quella canzone : l’ascoltavo sempre quando andavo a casa di mia nonna. Adoro quella poesia : a rileggerla torno ai banchi del liceo.
Bando ai personalismi, il giudizio su di un’opera d’arte non deve essere influenzato da motivazioni soggettive che poco c’entrano con l’opera in sé. Siete d’accordo ? Io ne sono profondamente convinto, ma per l’ennesima volta sono caduto nel tranello dell’emozione.
Colpevole ne è un bellissimo quadro del pittore inglese Victor Pasmore, scoperto durante la mia visita alla Tate Britain di Londra. I giardini pensili di Hammersmith No. 1 è il secondo di una serie di dipinti che l’artista dedicò alla veduta esterna della casa londinese dove soggiornò dal 1942 al 1947. Un luogo ideale da ricreare su tela : da Hammersmith Terrace si scorgeva il vicino fiume Tamigi, e il lieve declivio era ammantato da sottili arbusti che creavano un’apparenza di vegetazione urbana.
La sensibilità con cui Pasmore tentava di riprodurre questo scorcio domestico era influenzata da due correnti artistiche allora diffuse in Europa. L’una, la pittura postimpressionista, orientata al naturalismo, alla rappresentazione del reale che c’è là fuori, era sulla via del declino, mentre l’altra, l’arte astratta, in piena evoluzione, marcherà maggiormente i lavori successivi del pittore inglese. Un postimpressionismo che vira verso l’astrazione, come quel pallido sole calante tra la foschia, o quei cespugli appena accennati da lievi tratti in punta di pennello : il quadro di Pasmore è un’istantanea sullo stato dell’Arte negli anni ’40 del ventesimo secolo.

Victor Pasmore
1944 – 47. Olio su tela
Tutto questo è molto affascinante, non trovate ? Beh, quando mi sono soffermato davanti a I giardini pensili di Hammersmith No. 1 alla Tate Britain, la mia mente non vagava tra postimpressionismo e astrattismo. Pensavo ad altro. Il lontano ricordo di un’estate, una vacanza al mare, il mare freddo della Bretagna. Dalla villa dell’amico italo francese che mi ospitava si aveva un’ampia vista sull’insenatura marina della baia, e vuoi per la prospettiva, vuoi per i tiepidi colori a olio, vuoi per l’impressione d’indefinito che nasce dall’impercettibile linea dell’orizzonte : il dipinto di Victor Pasmore mi evocava quel paesaggio già visto, ma che nulla aveva a che fare con le intenzioni dell’artista. E allora, domanderete voi ? E allora niente. Alla Tate Britain ho trovato il mio souvenir della Bretagna : di questo passo finirò col comprarmi una gondola in miniatura alla Stazione Centrale di Milano.
Come posso ribloggare l’articolo? Mi piace assai!
Grazie mille Camelia !
Prego!!!;)
L’ha ribloggato su Nea: NuovaEcologiaArtisticae ha commentato:
Pensiero condiviso… da una Giardino Pensile all’altro, la magia è a un passo.
Bell’articolo davvero!
Grazie. Ho appena scoperto il tuo blog e mi è subito piaciuto, hai già pubblicato libri ?
Grazie 🙂 no, non ne ho scritto nessuno, ma aggiungo la parola “ancora”. Mi piacerebbe un giorno e sicuramente mi impegnerò per farlo. Me lo consigli? 😉 di nuovo grazie e buona Natale!
Buon Natale anche a te ! I tuoi componimenti siano molto originali, penso che un giorno arriverai a pubblicare qualcosa 🙂