Con l’arte contemporanea, ve ne sarete forse resi conto, io non è che ci vada troppo d’accordo. Si discute, si litiga, si fa la pace, si esce a bere un bicchiere, si ride, si scherza, si ridiscute, si litiga etc… Insomma, tra me e l’arte contemporanea è una relazione complicata. Su una cosa, però, non ho nulla da ridirle. Francis Bacon. Toglietele tutto, ma non toglietele Francis Bacon. Se dovessi elencare tre dei miei artisti preferiti, assieme a Max Ernst e Nina Simone non avrei dubbi a scegliere Francis Bacon. E dire che mica tutti la pensiamo allo stesso modo : Margaret Thatcher un giorno definì il pittore irlandese come “l’uomo che dipinge quei terribili quadri”. Ma a noi che importa ? Lasciamo i politici fare della (cattiva) politica, e abbandoniamoci ai colori di uno dei massimi maestri del ‘900.

Francis Bacon
1969. Olio su tela
Rosa, grigio, nero e bianco. Con qui e là qualche tocco d’arancione e celeste. Per realizzare uno Studio per ritratto di un uomo Bacon mischia tutto. Tonalità, proporzioni, prospettiva, coerenza logica. Un quadro che non sta in piedi. Sconvolto e sconvolgente. Quale un tormento, un’angoscia, una paranoia. Il male di vivere.
Bello? A modo suo : bello come poteva essere bella Margaret Thatcher (da giovane, s’intende). Da uno sfondo rosa acceso, rosa carne di maiale, Francis Bacon fa sorgere i veloci contorni di una figura anonima. Forse un conoscente dell’artista, forse un amico, o forse nessuno. Un ritratto in movimento.
Al centro del volto, la bocca. Chiusa. Frontale e perfettamente simmetrica. L’unico elemento coerente con se stesso di tutto il dipinto. Già, perché di confusione ce n’è tanta. Cos’è quella sottile linea nera che sale verso l’occhio destro e culmina in un punto nero a forma di oliva ? Paiono degli occhiali. No, che dico : metà occhiali, dato che l’altra parte del volto ne è priva.
E il naso, dov’è ? Se ne vede solo metà, la narice destra. Quella sinistra è dispersa nel miscuglio caotico che sembra provocato dall’avvicinamento di una mano al viso. Ma certo ! Francis Bacon ha dipinto l’istante esatto in cui avviene un bel pugno in faccia. L’impatto delle nocche sullo zigomo fa esplodere il volto del malcapitato.
Mmm… questa ipotesi mi convince poco. Bacon non è un pittore splatter : lui è piuttosto ossessionato dalla complessità della figura umana, e soprattutto dalla difficoltà della sua rappresentazione. Dolore, tristezza e soffocamento. Le tonalità dello Studio per ritratto di un uomo evocano sentimenti tutt’altro che gioiosi. Eppure l’artista diceva che avrebbe sempre voluto dipingere il sorriso… Chissà, forse a conoscerlo di persona era anche un tipo simpatico.
Grande! da alcuni anni è il mio artista di riferimento.
Anche a me piace moltissimo. Sarei davvero contento di poter ammirare i suoi quadri dal vivo, qualche anno fa ho visitato una sua mostra a Milano ma non era molto grande…