So che detto così può suonare superficiale, paternalista, anche un poco fuori tema, ma i militanti ecologisti che nelle ultime settimane hanno preso di mira alcuni musei britannici mi stanno simpatici. Forse perché sono giovani, forse perché sono coraggiosi, o forse perché paiono sinceri nelle loro intenzioni, fatto sta che quando ho saputo ciò che si sono inventati per protestare contro lo sfruttamento delle energie fossili ho subito pensato : ecco gente con le idee chiare, un pizzico di follia, e anche un vivace spirito artistico. Non pare infatti una performance degna del cinese Ai Weiwei, o se vogliamo del nostrano Marco Pannella, la loro trovata d’attaccarsi con la colla alla cornice di famosi dipinti in mostra ?
Incollandosi prima a un paesaggio scozzese di Horatio McCulloch presente alla Kelvingrove Art Gallery di Glasgow, poi ai Peschi in fiore di Vincent van Gogh alla Courtauld Gallery di Londra e a una vista sul Tamigi di William Turner alla Manchester Art Gallery, infine alla Carretta di fieno di John Constable presso la National Gallery di Londra, gli attivisti del collettivo Just Stop Oil hanno voluto sensibilizzare il mondo dell’arte alla causa ambientalista ricorrendo al linguaggio dell’arte stessa. E nel caso del dipinto di Constable, pensate, per rendere il messaggio ancora più esplicito hanno addirittura ricoperto la tela originaria con un moderno paesaggio devastato da incendi, siccità e gas di scarico d’aerei.
L’audace iniziativa purtroppo non è piaciuta a tutti – come hanno osato, questi sbarbatelli, coinvolgere nelle loro bravate dei capolavori del patrimonio artistico nazionale ? – e le forze dell’ordine sono più volte intervenute per evitare che le situazioni degenerassero, eppure sembra che gli ecologisti britannici si siano già guadagnati dei proseliti oltremanica. A seguirli sono stati due membri del gruppo italiano Ultima Generazione, che a fine luglio ne hanno emulato l’azione protestataria incollando le proprie mani a un quadro di Sandro Botticelli esposto in un museo fiorentino. Se anche non riusciranno a rimediare alla crisi climatica, ai giovani ambientalisti con il pallino dell’arte un merito bisogna riconoscerlo : quello d’aver creato il principio di un fenomeno di portata internazionale.