Alcuni degli strani personaggi di cui tratto nel presente blog sono come i dolori alla sciatica, o come i topi che infestano le cantine. A volte ritornano. L’ultimo, tra questi fantasmagorici individui, è un artista e attivista originario di Leningrado che aveva fatto parlare di se poco più di due anni fa, nell’ottobre del 2017, quando si era reso responsabile dell’incendio di una filiale della Banque de France in piazza della Bastiglia a Parigi : Petr Andreyevich Pavlensky, meglio noto come Piotr Pavlenski.

Il russo, allora trentatreenne, era residente in Francia da soli dieci mesi ma già aveva le idee ben chiare su come agire per costruirsi la stessa immagine dell’artista scapestrato e anarcoide che lo connotava in patria : lanciarsi in azioni eclatanti, spericolate, folli – e questo, badate, anche a costo di procurarsi guai seri con la giustizia.
In Russia le sue azzardatissime performance artistiche quali cucirsi le labbra, inchiodare i propri testicoli al suolo della piazza Rossa di Mosca o appiccare il fuoco all’antica sede del KGB gli erano valse parecchie brighe con le autorità, tanto che a fine 2016 Pavlenski aveva deciso di schivare il carcere rifugiandosi a Parigi. All’epoca lui e la sua compagna erano accusati di molestie sessuali ai danni di una giovane attrice, ma nel paese di Dostoevskij, Solženicyn e Anna Politkovskaja è risaputo come vanno certe cose : basta stare sulle scatole a qualcuno di potente o dire una parola di troppo e salta subito fuori un pretesto, giusto o immotivato poco importa, per essere gettati in gattabuia.

In Francia, dopo un periodo di relativa quiete, contraddistinto semmai da qualche zuffa e una generosa promiscuità sessuale, Piotr Pavlenski è tornato alla carica settimana passata con un’impresa che di artistico ha ben poco, anzi direi proprio niente, ma data la sua enormità mi pare comunque interessante riferirvela e ricavarci una rapidissima riflessione. Il 12 febbraio scorso, intanto che i candidati alle prossime elezioni municipali di Parigi si davano battaglia tra conferenze stampa e interviste radiofoniche, compariva online un video che mostrava uno di loro intento a praticare dell’autoerotismo : Benjamin Griveaux, pretendente alla carica di sindaco della ville lumière per la lista de La République En Marche, il partito dell’attuale Presidente Emmanuel Macron, appariva nell’atto di menarsi il fringuello davanti alla telecamera.

A pubblicare l’impudente contenuto era il sito Pornopolitique.com, recente creazione del diabolico Pavlenski finalizzata a smascherare l’ipocrisia della politica francese, ma prestissimo le reti sociali Facebook e Twitter fungevano da potente cassa di risonanza ; in poche ore la notizia giungeva alle orecchie di migliaia di utenti, persino a quelle dell’infelice Benjamin Griveaux, che senza pensarci troppo decideva di ritirare la propria candidatura alle elezioni municipali. Come poteva, infatti, l’uomo che si presentava quale il difensore dell’istituzione famigliare, sposato con tre figli, l’aria del genero ideale, reggere l’onda d’urto che un tale scandalo portava alla sua campagna elettorale ?
Fuori Griveaux, dentro Pavlenski : il russo non faceva quasi in tempo a godersi il successo dell’infernale macchinazione che lui e la sua nuova compagna e complice Alexandra de Taddeo finivano dietro le sbarre. Pare difatti che l’originale destinataria del video fosse proprio lei, la bella e brava Alexandra, 29 anni, laureata in scienze politiche e legge presso due università francesi nonché per un brevissimo periodo nella primavera del 2018 amante segreta dell’eminente uomo politico. Parigi è ancora nel pieno della tormenta, e non si sa se tutto questo baccano faccia davvero bene alla vita pubblica ; ma chissà che un giorno qualcuno non vi riconosca il culmine della performance artistica nell’era dei social media ?