Ricapitoliamo. Lunedì sera rientro a casa alla otto e la mia coinquilina, gli occhi incollati al televisore, mi dice che la cattedrale di Notre Dame di Parigi è in fiamme. Brucia, Notre Dame de Paris brucia, il tetto è divorato dall’incendio e a breve la guglia centrale rovinerà a terra come un rametto secco che una folata di vento ha staccato dall’albero. Un nutrito gruppo di spettatori, passanti, persone appena uscite dal lavoro, turisti, giornalisti accorsi d’urgenza, si è radunato poco distante per assistere atterrito all’inquietante spettacolo, e nel giro di qualche minuto arriveranno pezzi grossi della politica e della pubblica amministrazione. Emmanuel Macron e consorte, Edouard Philippe, Anne Hidalgo, Nicolas Dupont-Aignan… Tutti a contemplare una scena che nemmeno l’immaginazione apocalittica dello scrittore Michel Houellebecq sarebbe riuscita a partorire.
Contemporaneamente, in internet e soprattutto sui social network, si accende un altro incendio : ciascuno vuole dire la sua, ciascun s’indigna per l’accaduto, ciascuno piange la disgrazia della cattedrale in fiamme. Persino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, abituato a proclami astiosi e reboanti, elargisce consigli d’ordine pratico : e se per domare il fuoco facessimo intervenire i Canadair ? Insomma, il parapiglia generale.
Nel vivo della tragedia, poi, la gente inizia a porsi qualche domanda. Perché ? Perché l’incendio ? L’interrogativo circola velocemente tra gli astanti, tra gli esperti in materia di sicurezza, tra i criminologi, tra gli astrologi, tra i tuttologi, e soprattutto tra noi che da casa seguiamo l’evento in diretta televisiva. Perché si è lasciato che un monumento storico e artistico di tale portata, comparabile per notorietà alla Torre Eiffel o al Colosseo, fosse devastato dalle fiamme ?
Due sono le ipotesi che vanno per la maggiore : una più plausibile, ma sicuramente anche più rustica, banale, e una invece più fantasiosa, e per questo anche più imprudente. C’è chi crede si sia trattato di un incidente, la classica sbadataggine che talvolta fa crollare i grattacieli o precipitare gli aerei, e c’è chi grida all’attentato terroristico. L’incendio a Notre Dame può essere stato provocato da un semplice corto circuito, oppure dal piano diabolico di una mente perversa – e magari anche islamista. A quale ipotesi dare credito ? Le ore passano, io e la mia coinquilina decidiamo di cambiare canale, diamo un’occhiata distratta a Tutti gli uomini del presidente trasmesso su France 5 e verso le undici andiamo a dormire.
La mattina seguente, martedì sedici aprile, il fuoco alla cattedrale parigina si è ormai estinto, i pompieri hanno fatto il loro dovere, ma l’edificio è rimasto gravemente danneggiato. A quanto ammontano i danni ? Boh, sicuramente tanti soldi, e a peggiorare le cose è la mancanza di copertura assicurativa sulla cattedrale : proprio così, Notre Dame de Paris non è un bene immobiliare coperto d’assicurazione. Merde ! gridano in coro i francesi : e adesso chi la ripaga ? In breve tempo è aperta una colletta pubblica cui tutti possono partecipare, ma a intervenire per primi sono i più grandi fortunelli di Francia. François Pinault, Bernard Arnault, Martin Bouygues e gli altri ragazzi del mucchio fanno a gara a chi propone la donazione più sostanziosa, e in quarantotto ore si raggiunge il miliardo (sì, il miliardo !) di euro.
La magnanimità manifestata dai grandi imprenditori, tuttavia, non è unanimemente apprezzata. Gilet gialli, rappresentanti sindacali e diversi esponenti d’importanti associazioni faticano a digerire questo improvviso slancio di solidarietà : ma com’è che quando si tratta di pagare le tasse per rispondere a urgenze di tipo sociale, questi ricchi signori s’inventano i peggiori stratagemmi, mentre adesso danno prova di plateale altruismo ? Le lacrime lasciano presto spazio al dibattito, e intanto che le principali emittenti televisive francesi ripropongono vecchi film o registrazioni di musical teatrali ambientati a Notre Dame, il governo ne approfitta per buttare lì una promessa che puzza tanto di campagna elettorale : entro cinque anni la cattedrale sarà completamente ripristinata. Crederci o non crederci ? Architetti di tutto il mondo si sono già iscritti al bando per aggiudicarsi il progetto di ristrutturazione, vedremo ora come evolvono le cose…
Le immagini di Notre Dame in questa settimana Santa mi portano a dire: “Passione e Resurrezione”
Così spero tanto che sia..
Agata
Notre dram, come qualcuno ha detto, è il dramma di tutto il mondo: incuria, disattenzione, leggerezza. Tutto il pianeta brucia tra infernali fiamme di guerre e devastazioni. Tante morti bianche (le morti sul lavoro) sono testimonianza di superficialità e trascuratezza nell’operare nei cantieri, sulle costruzioni di ponti ed edifici. La bellezza salverà il mondo … Ma chi salverà la bellezza?