Più o meno è andata come con Čiurlionis. Mi trovavo a gironzolare, stavolta da solo, per le vie bagnate del centro di Vilnius, capitale della Lituania, quando dal fondo di un androne mi è balenato un grande manifesto colorato. Pubblicizzava una mostra allora tenuta presso la pinacoteca cittadina, una retrospettiva su di un importante artista locale. Vladas Eidukevičius.

Vladas Eidukevičius
1920. Olio su tela
Confesso che inizialmente pensavo trattarsi di una donna, forse perché sono sempre stato scioccamente convinto che la lettera a, nei nomi propri, abbia una connotazione femminile, ma la serie di autoritratti dell’artista in giacca e cravatta con cui si apriva l’esposizione ha presto sventato i miei presentimenti. Un pittore migratore, Vladas Eidukevičius, avanti e indietro tra il Baltico e il Mediterraneo : attivo nel periodo tra le due guerre mondiali, fu il solo artista lituano capace di contaminare lo stile pittorico del proprio paese con tradizioni più occidentali, senza per questo sminuirne l’autenticità.
Eidukevičius nasce il 9 agosto 1891 a Kaunas, seconda città lituana per numero di abitanti, ma ancora giovanissimo viene svezzato ai trambusti di una vita vagabonda. Mossa da necessità economiche, la sua famiglia si trasferisce presto a Riga, nell’attuale Lettonia, dove Vladas entra come apprendista presso la bottega del pittore Bernhard Borchert e si iscrive poi all’Accademia di Belle Arti locale. Al giovane, tuttavia, dovevano forse prudere i piedi : da Riga si sposta a San Pietroburgo, e da San Pietroburgo a Mosca. Una volta non c’era bisogno del programma Erasmus per far viaggiare gli studenti. Nelle grandi città russe, l’artista continua la propria formazione da autodidatta : la sua scuola non è più l’accademia, ma le sale dei musei dove passa giornate intere a copiare i lavori degli altri pittori.

Vladas Eidukevičius
1929. Olio su tela
Gli anni tra il 1913 e il 1918 sono un’epoca difficile per il giovane Eidukevičius. Dalla Russia zarista si è appena trasferito in Germania, per seguire dei corsi all’Accademia d’Arte di Monaco, ma la sfortuna vuole che allo scoppio della prima guerra mondiale, trovandosi a Berlino, le autorità tedesche decidano di arrestarlo considerandolo cittadino russo. Anche uscito di prigione, all’artista lituano tocca attendere la fine del conflitto per poter nuovamente mettersi in viaggio, questa volta verso climi più temperati. L’Olanda, l’Italia, la Svizzera, la Spagna e la Francia, eletta a dimora precaria per diversi mesi.

Vladas Eidukevičius
1927 – 1928. Olio su tela
Vladas Eidukevičius rientra puntualmente a Riga, dove riesce persino a mettere in piedi delle mostre a lui totalmente dedicate, ma il bisogno di essere sempre in moto, on the move come si direbbe adesso, spinge il suo sguardo sempre più lontano, oltre la linea dell’orizzonte, al di là dal mare. Un giorno del 1928 l’artista lituano decide letteralmente di prendere il largo : dal porto di Livorno s’imbarca su una nave diretta in Corsica, isola brada e incontaminata che diverrà fonte d’ispirazione di alcuni dei suoi dipinti più belli, nonché meta ripetuta negli anni a venire.
Il rigoglio del meridione, la solarità mediterranea, la calura primaverile. Eidukevičius riporta a Kaunas, città in cui decide di ristabilirli nel 1932, le forti suggestioni che paesi come la Spagna e l’Italia possono lasciare su di un cittadino est europeo, e i ricordi dei colori, della luce, della natura scoperti durante i viaggi nel sud Europa appaiono evidenti in molti dei suoi quadri dedicati invece a paesaggi e scene lituane.

Vladas Eidukevičius
Dopo il 1935. Olio su tela
Imbiancata dalla neve o illuminata dal sole estivo, la città di Kaunas ritratta da Eidukevičius abbandona il grigiore industriale dell’epoca per assumere i toni pastosi e smaglianti tipici delle colline toscane, se non addirittura della Arles rappresentata nei dipinti di Vincent Van Gogh. La bellezza è nell’occhio che guarda, recita un vecchio proverbio, e Vladas Eidukevičius ha ormai uno sguardo allenato.

Vladas Eidukevičius
1933. Olio su tela
Gli anni passano, e l’artista continua a viaggiare, viaggiare e dipingere. Dei tantissimi quadri realizzati, molti andranno persi strada facendo, tra Lettonia, Germania, Francia o Russia, barattati in cambio di un pasto caldo o un giaciglio in cui passare la notte. Diceva, il pittore, che se si fossero messi tutti i suoi dipinti in fila, questi avrebbero coperto una distanza pari a quella tra le cittadine lituane di Klaipėda e Palanga : più di 22 chilometri. E io, ingenuo, che non lo conoscevo neanche, questo artista dal nome impronunciabile : magari che un giorno, nel mio rovistare tra mercatini e rigattieri della vecchia Europa, non mi sono lasciato sfuggire uno dei suoi preziosissimi quadri ?