Avete mica visto Maurizio Cattelan al Castello di Rivoli ?

Vado o non vado, vado o non vado, vado o non vado… Dai, ci vado ! Rientrando dal Salone del Libro di Torino, in direzione del Frejus, ho esitato fino all’ultimo prima di decidermi per una breve deviazione dall’autostrada : sosta al Castello di Rivoli, antica dimora sabauda che ora accoglie un importante museo di arte contemporanea (uno dei più importanti al mondo, stando all’opuscolo informativo distribuito all’ingresso).

Charlie don’t surf (Carlie non fa il surf)
Charlie don’t surf (Charlie non fa il surf)
Maurizio Cattelan
1997. Tecnica mista

Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Richard Long, Michelangelo Pistoletto… i nomi di grosso calibro sono tanti, ma a tenermi compagnia per il resto del viaggio è stato un tale in giacca e cravatta già incontrato qualche tempo fa in Piazza Affari a Milano. Sì, proprio lui, l’autore del famoso ditone irriverente. Il padovano Maurizio Cattelan, di cui il museo ospita ben due opere : Charlie don’t surf (Carlie non fa il surf) e Novecento. Due installazioni che si integrano così bene nello spazio museale, gli ariosi saloni del castello, da farmi domandare se l’artista non le abbia concepite partendo proprio dal luogo espositivo dove sarebbero state collocate.

Come quei manichini che trovi nei grandi magazzini e che da distante, magari visti di spalle, potrebbero sembrarti delle persone in carne e ossa : solamente avvicinandoti ti rendi conto della loro artificialità. Un’esperienza simile mi è accaduta con Charlie don’t surf (Charlie non fa il surf). Gironzolare per le sale del museo alle due della domenica pomeriggio, ora di affluenza praticamente inesistente, e capitare su di un bambino seduto a un banco di scuola, con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra. Inquietante ? Da far accapponare la pelle.

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Charlie don’t surf (Charlie non fa il surf) Maurizio Cattelan 1997. Tecnica mista

Incorniciata dai solidi battenti della porta d’ingresso nella stanza, l’immagine pare rubata al film Shining, ma il vero spavento avviene quando, a distanza ravvicinata, si scopre l’identità del personaggio seduto. Un fantoccio dai tratti somatici simili a quelli dell’artista, vestito in jeans, felpa e scarpe sportive, e con le mani inchiodate al banco da due lunghe matite. Che brutti ricordi deve avere Maurizio Cattelan dei tempi della scuola : e dire che a me studiare piaceva così tanto (vedete poi che fine ho fatto).

Ma la storia di Charlie che non fa il surf, cosa c’entra con tutto questo ? E poi, soprattutto, ma questo Charlie chi è ? Un titolo cinematografico per un’installazione che sembra uscita da un film. I cinefili l’avranno già indovinata : Charlie don’t surf è una famosa citazione dal film di guerra Apocalypse Now, riferita non a un povero bambino costretto a rinunciare al surf per fare i compiti ma ai vietcong innaffiati col napalm intanto che i soldati americani cavalcano le onde al ritmo di Wagner e dei Beach Boys. Brivido, terrore, ribrezzo, raccapriccio.

Novecento
Novecento
Maurizio Cattelan
1997. Tecnica mista

Alla seconda opera di Cattelan che mi si è parata davanti ero già preparato, ma lo stupore non è stato da meno. Un cavallo impagliato appeso al soffitto, al centro di uno dei saloni più sontuosi di tutto il castello : Novecento, o il crollo ogni utopia. Ci giro intorno, ci passo sotto, lo guardo da lontano. Maurizio Cattelan ha idealmente prelevato un cavallo dalle scuderie della residenza regale per mostrarcelo con le gambe a penzoloni, animale impotente a cui manca la terra sotto i piedi, quale un capodoglio arenato sulla spiaggia, quale un passero con le ali impigliate ai rami di un albero. Eccolo, il ventesimo secolo : immagine allucinata di uno sforzo tanto immane e grottesco quanto può essere l’appendere un cavallo al soffitto.

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2 risposte a "Avete mica visto Maurizio Cattelan al Castello di Rivoli ?"

  1. Leggerti è sempre un piacere …informazioni ed approfondimenti dati in modo scorrevole, imparo sempre anche su argomenti lontani dalle mie priorità di…. casalinga!!
    lf

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