Un dito per Cattelan, per Ai Weiwei e per Umberto Bossi

Fanculo. Sì, proprio così. Fanculo. Fanculo a tutti. Oggi voglio dire quel che penso. Fanculo. Fosse possibile, qui e ora, ci metterei pure un bel gestaccio. Un dito medio alzato, detto anche ditazzo o ditaccio. Tié ! Non vi sta bene ? E che me ne importa : a fare il cafone mi trovo in bella compagnia. E non sto parlando solo degli ultimi scaricatori di dito-medioporto. Personaggi pubblici, intellettuali di spicco, calciatori di serie A. Volessi fare un piccolo studio fenomenologico sul dito medio alzato, sai quanti esempi famosi potrei tirare fuori… A bizzeffe, ce ne sarebbero a bizzeffe.

Ora però il tempo è poco e la zuppa in tavola sta iniziando a raffreddarsi, quindi devo farla breve. Concentriamoci dunque su un piccolo campione di cafonaggine. Tre coraggiosi paladini della villania. Due artisti e un uomo politico. Maurizio Cattelan, Ai Weiwei e Umberto Bossi. Un italiano, un cinese e un padano. Iniziamo dall’italiano, l’artista Maurizio Cattelan.

Maurizio Cattelan : il dito finanziario

Padovano di nascita, brizzolato, ultracinquantenne, l’aria del bancario in carriera, avanti e indietro tra Milano e New York, Cattelan si è costruito una fama internazionale a colpi di provocazioni e scandali, arrivando talvolta a sfiorare la bestemmia. Saluti nazisti, bambini impiccati, scoiattoli suicidi. Roba per stomaci forti. Questa è l’arte contemporanea, cari miei : se cercate frutta candita e zucchero filato, andate a farvi un giro all’oratorio.

L.O.V.E.
L.O.V.E.
Maurizio Cattelan
2010. Marmo di Carrara

Il ditaccio di Maurizio Cattelan si trova in piazza Affari, a Milano, proprio davanti alla Borsa Italiana. Una statua in marmo di Carrara alta quasi 5 metri, posta su un piedistallo che ne esaspera ancor di più la verticalità. Una mano, una mano intenta a fare il celebre saluto fascista, perfettamente in tono con l’architettura circostante, una mano fascista a cui sono state amputate tutte le dita tranne il dito medio, che rimasto solo, rigido, dritto, allude al noto gesto insolente.

All’epoca della sua installazione, nel settembre 2010, in piena burrasca economica, si è pensato che il ditone in marmo di Cattelan fosse un chiaro segno di protesta rivolto al mondo della finanza e ai suoi eccessi, ma l’artista padovano non si è mai sbilanciato su una possibile interpretazione. Anzi : in diretto contrasto con il gesto rappresentato, la possente scultura porta un nome tutt’altro che aggressivo. L.O.V.E., l’amore in stampatello maiuscolo, acronimo di Libertà, Odio, Vendetta, Eternità. Insomma, un ditaccio che in realtà è un saluto fascista che in realtà è un inno all’amore universale che in realtà è una varietà di sentimenti e valori per tutti i gusti e le età. Impossibile offendersi davanti al dito di Cattelan.

Ai Weiwei : il dito prospettico

Il secondo dito medio che attira la nostra attenzione viene invece da lontano, dall’Estremo Oriente, e strada facendo ha ormai compiuto il giro del mondo. Appartiene all’artista cinese Ai Weiwei. Sovversivo per natura, contro tutto e contro tutti, pure contro se stesso, Ai Weiwei quando fa il turista in luoghi celebri ama scattare delle foto ricordo in cui aggiunge qualcosa di suo. Un braccio, una mano e un bel dito medio alzato.

Studio della Prospettiva - Casa Bianca
Studio della Prospettiva – Casa Bianca
Ai Weiwei
1995-2003. Stampa alla gelatina d’argento

La Casa Bianca ? Tié un bel ditaccio ! Piazza Tienanmen ? Tié un altro ditaccio ! La torre Eiffel ? Tié ! San Marco a Venezia ? Tié, tié, TIÉ ! Queste fotografie in bianco e nero che difficilmente trovereste tra le cartoline in vendita alla stazione Termini, furono d’ispirazione per Fuck Off, una delle più note e irriverenti mostre d’arte cinese contemporanea, svoltasi nel 2000 a Shanghai.

Studio della Prospettiva - Piazza Tienanmen
Studio della Prospettiva – Piazza Tienanmen
Ai Weiwei
1995-2003. Stampa alla gelatina d’argento

L’astio di Ai Weiwei potrebbe apparire immotivato (avete mai visto un turista orientale fare il gesto dell’ombrello rivolto al Colosseo ?), ma leggendo il titolo di ogni opera fotografica si scopre che l’artista cinese aveva intenzioni tutt’altro che offensive. I suoi sono studi sulla prospettiva. La Casa Bianca sta là in fondo, la macchina fotografica è il punto di vista, il dito medio alzato serve a misurare la distanza e mettere a fuoco l’obiettivo… come avevamo fatto a non pensarci prima ? Più che un ditaccio, quello di Ai Weiwei è un dito prospettico. Allora siamo a posto. Un solo dubbio. Anzi, due dubbi. Perché l’artista cinese ha utilizzato proprio il dito medio e non, che so, il pollice o l’indice? E poi, soprattutto : ma c’era proprio bisogno di recarsi a Parigi, Washington, Venezia, Hong Kong, Berna etc… per fare un gesto che Ai Weiwei avrebbe potuto comodamente compiere davanti a casa sua ?

Umberto Bossi : il dito politico

Il terzo e ultimo dito in esame non appartiene all’ambito artistico ma alla politica, e per questa ragione gli dedicheremo poche parole. A venir coinvolto è nientemeno che uno dei più influenti statisti varesini degli ultimi vent’anni.

bossi-dito-medio

Ma vaffanc… Roma ladr0n@@@@!!! Il ruggito del leone : Umberto Bossi ha più grinta di Hulk Hogan e Roberto da Crema messi assieme. Le occasioni per sfoderare il suo dito malandrino solitamente coincidevano con pubblici comizi o raduni di partito, ed erano spesso accompagnate da grasse risate degli accoliti. Inutile scervellarsi su interpretazioni alternative o significati reconditi, il dito medio alzato di Umberto Bossi voleva dire una sola cosa. Non sarà un artista, ma per lo meno il Senatur è uno che parla chiaro.

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