Ma che cavolo ci fa una roba del genere in una fiera d’arte ? Pare una presa per il culo. Come, cosa dite ? Ah, allora ci ho visto giusto : è veramente una presa per il culo. Tra tutte le opere presenti all’Affordable Art Fair di Milano qualche settimana fa, alcune molto belle, altre molto colorate, questa mi ha colpito come una torta in faccia.
TRUFFASI, che tradotto in italiano colloquiale significa “Attenzione ti stiamo incV/@n2o”, è merito del genio (incompreso?) di Carlo Cecaro, artista milanese a piede libero ormai da qualche tempo, che per l’occasione ha concepito un chiaro sberleffo alle televendite di quadri e forse, visto il contesto della fiera, anche a tutto il mercato dell’arte.
Il percorso creativo di Cecaro inizia ai tempi della scuola, sul finire degli anni ’70, quando giovane studente di ragioneria all’Istituto Carlo Cattaneo azzarda maldestri scarabocchi sui muri meneghini. I suoi modelli non sono i graffitari d’oltreoceano, gli omini psichedelici di Keith Haring o la subcultura dei ghetti di New York. Carlo Cecaro ama l’arte che parla italiano, e gironzolando per Milano rimane impressionato dagli inquietanti messaggi che a quell’epoca appaiono spesso vicino al Castello Sforzesco. Ti uccidono con l’onda ! : a scriverlo su muri e marciapiedi è Carlo Torrighelli, in arte C.T., un bizzarro personaggio che deambula in triciclo e carretto urlando al megafono di complotti internazionali e stermini di massa.
Al diploma non segue una scuola d’arte o di grafica, finiti gli studi superiori Cecaro comincia a lavorare come impiegato per aziende del capoluogo lombardo. Ma la sua indole anticonformista e pazzoide fatica ad accomodarsi nella vita del colletto bianco, e poco più che trentenne il placido ragioniere decide di aprirsi al mondo nuovo e sconosciuto del collezionismo vintage. Da lì al settore artistico il passo è breve. Carlo Cecaro, tuttavia, non compra tele e pennelli per mettersi a dipingere ritratti o paesaggi, a lui piace giocare con le parole : con le proprie parole, ma anche con le parole degli altri. TRUFFASI nasce infatti per appropriazione indebita.
VENDESI, AFFITTASI e CERCASI. Avete presenti questi cartelli ? Solitamente sono appesi fuori dai portoni dei condomini, o sui cancelli delle villette. Cecaro li prende e li ribalta a modo suo : li “trasmuta”, come piace dire a lui. L’intenzione non è solamente farsi beffa del peggio che il mercato immobiliare ha da proporci, ma creare una serie di opere d’arte interattive. Dei cartelli monocromi su cui campeggia un’unica parola, un verbo in forma impersonale, che il fruitore può completare secondo il proprio gusto o l’umore del momento. Arrivano allora AMASI, COCCOLASI, SOGNASI, BACIASI e i contraltari ODIASI, RUBASI, TRUFFASI… L’idea diviene un vero e proprio progetto di arte urbana che Carlo Cecaro inquadra nel 2008 con l’amico Bruno Acierno sotto il nome di CARTELLOMANIA (nella street art si scrive tutto in maiuscolo). Inizialmente Acierno disegna i caratteri sui cartelli manualmente, poi si passa all’utilizzo del computer.
Cecaro è però un artista che non riesce a stare fermo, nutre un insaziabile bisogno di comunicare con il pubblico. Non tanto il pubblico delle mostre, delle fiere, dei pretenziosi vernissage : lui vuole parlare con la gente là fuori, per strada, in giro per Milano. Memore delle imprese del leggendario Carlo Torrighelli, espone fieramente sul balcone dell’appartamento in cui vive in Zona Navigli un bel cartellone TRUFFASI (con l’inaspettato beneplacito dei vicini di casa), e di tanto in tanto si lancia in performance improvvisate per le vie della città.
Ma chi è quello svitato che si aggira in piazza del Duomo reggendo sottobraccio un cartello che recita VENDESI VOTO ELETTORALE ? I milanesi lo guardano basiti, qualcuno sorride, altri faticano a comprendere, qualcuno osa persino rivolgergli la parola. Anche quando sono i carabinieri o gli agenti della Digos ad avvicinarlo, come accaduto all’ingresso della fiera Miart 2009, Carlo Cecaro ama vedere le diverse reazioni delle persone alle sue strambe esibizioni. L’importante è non lasciare indifferenti, e soprattutto dare una bella pedata nel culo a qualsiasi moralismo. Quando poi si riesce a instaurare un dialogo collettivo, chiassoso, sguaiatamente democratico, significa che la frittata è fatta.
Carlo Cecaro l’ha battezzato Agenzia dell’Utopia, è un muro sul ponte pedonale sopra la ferrovia di Porta Genova variopinto da messaggi scherzosi, teneri, impertinenti. Un confuso vociare nella confusa Milano. La regola è una sola : sbizzarritevi. Ecco allora che dall’originario TRUFFASI nascono ILLUDESI, AMASI, SPIASI, STRISCIASI, BACIASI, VOLTASI, MAFIASI (il mio preferito), DRINKASI, COCCOLASI e chi più ne ha più ne appiccichi… Non so voi, ma io Carlo Cecaro lo trovo un tipo geniale. In un’epoca in cui tutti parlano, parlano, parlano senza poi dire niente, lui riesce a fare della poesia con poche, povere parole. Vendesi, comprasi, affittasi : e chi ci crede più ? Truffasi !
Cecarasi, anabasi, globalasi, apparasi, cartellasi, sperdutasi .
Ciao Riccardo, come dici tu geniale Carlo col suo Truffasi ma, nello stesso tempo genialmente stupida e poco sensibile una società che ci porta a creare, al solo pensare opere di questo genere, opere di denuncia. E’ triste tutto questo, non di certo Carlo ma ciò che lo ha stimolato.
Esistono società meno tristi di questa ?
Pensando alla tristezza in senso consumistico giro la domanda chiedendoti se credi che ci siano state società come quella odierna?
Per esperienza vissuta conosco solo questa…
Scusa Riccardo, se mi sbaglio correggimi, sembra che ti turba o non sei d’accordo col mio pensiero. Non credi che l’opera di Carlo sia un opera di denuncia contro un agire di questa società? Con quanto ho detto non volevo far altro che risottolineare la denuncia che Carlo penso faccia con la sua opera “Truffasi”.
Mi spiace Mauro di essere stato frainteso, il tuo pensiero non mi turba affatto. Tutt’altro : mi fa molto piacere che l’opera di Carlo Cecaro susciti delle reazioni. Sono d’accordo che il TRUFFASi sia una denuncia, o piuttosto una provocazione, verso questa società. Ti chiedo però : sai darmi un’esempio di società più giusta, per non usare il termine migliore, di quella in cui attualmente ci troviamo ? A toi de jouer !
Bene Riccardo, fraintendimento risolto :-). Una società più giusta non l’ho, quello che vorrei sottolineare è che oggi il progresso ha e dà mezzi a molte persone per ferire, truffare e raggirare i prorpi simili. Una società sviluppata come la nostra che nell’arco di un secolo è passata dalla rivoluzione industriale all’enorme sviluppo della tecnologia ha molti più mezzi, se mal usati, per far del male di quanto ne potessero avere le società passate. Pensiamo solamente al compiuter, mezzo con cui comunichiamo, mezzo utilissimo in questo caso e in molti altri casi, lo stiamo usando per discutere, dialogare ma senza che ti porti esempi, credo che tu sappia da solo immaginare in quanti miriadi di altri modi non positivi possa esser usato.
Sò che ci sarebbe molto su cui parlare ma, spero d’esser riuscito almeno in parte a farti comprender il mio pensiero. Buona Domenica Riccardo.
Ti ringrazio Mauro, il tuo punto di vista è molto interessante e sicuramente condivisibile. Buona giornata anche a te !
Grazie Riccardo, ho visto l’ultimo articolo su Bacon; condivido l’ammirazione.