” La felicità è un’opera d’arte, trattatela con cura ” .
Bella frase, vero ? Mi piacerebbe, lo ammetto, ma non è mia. L’autrice di questa perla di saggezza si chiama Edith Wharton, una scrittrice statunitense vissuta tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900 : forse non popolare come Madonna o Marylin Monroe, ma indubbiamente acuta e profonda letterata. Edith Wharton sottolineava il rapporto, stretto, tra felicità e opera d’arte, fino a farle sostanzialmente coincidere.
Ora, chi di voi a casa, in ufficio, in taverna o ovunque preferiate non possiede un quadro, una scultura o un’opera a cui tiene particolarmente? Mmm… vedo poche mani alzate. E ancora, chi di voi di fronte al proprio quadro preferito, guardandolo, prova una sensazione di gioia, pace e serenità? Questa è facile : tutti. Ecco spiegato, quindi, perché la scrittrice americana avesse ragione : l’opera d’arte è felicità e la felicità, a sua volta, è un’opera d’arte (il dilemma del cane che si mangia la coda continua a fare proseliti).
La frase dell’autrice, però, prosegue : “trattatela con cura” .
Ecco qua, ma allora c’è la fregatura, arriva il difficile. Perché? Perché talvolta tenere l’opera sempre pulita, trattarla delicatamente, persino parlarle (più di un artista famoso lo faceva) non basta. Serve qualcosa in più.
Un modo molto intelligente di proteggere adeguatamente dagli imprevisti un quadro o una scultura è di stipulare una assicurazione per le opere d’arte, per tutelarvi da involontari e indesiderati danni, furti, incendi, spese di sorveglianza e trasporto.
In questa maniera renderete onore alla memoria (e alla frase) di Edith Wharton, sarete più sereni e tranquilli nel sapere al sicuro il vostro quadro/dipinto/statua o pezzo di antiquariato e, infine, renderete più felice anche la vostra opera d’arte stessa. Insomma, prenderete tre piccioni con una polizza.