Se ora ci troviamo con le pezze al culo è perché non siamo andati fino in fondo con il liberismo. Più liberisti, bisognava essere più liberisti : perché il liberismo è cosa buona e giusta. Cosa buona e giusta un corno. Parliamoci chiaro. L’austerità finanziaria e i tagli alla spesa pubblica : è a colpi di mannaia che una banda di politici mercenari al soldo delle banche sta finendo di massacrare quello che rimane del glorioso stato sociale all’europea.
Macché banche e banche ! La responsabilità di ciò che accade è nostra e soltanto nostra, di noi poveri coglioni che abbiamo continuato a ballare il valzer intanto che la nave stava colando a picco. Tutti, tutti ad accumulare debiti su debiti per girare in SUV e abbuffarci d’aragosta, fino a quando i nodi sono venuti al pettine : mea culpa, mea culpa, mea culpa faremmo bene a ripetere in coro.
Eh, rimbrotteranno alcuni, ma perché prendercela con noi stessi, noi poveri tapini, noi poveri tapini raggirati, quando abbiamo a portata di mano una folla di disgraziati extracomunitari contro cui rivolgere tutto il nostro livore ? Dagli, dagli all’arabo, al cinese, al rumeno (che extracomunitario non è ma ci sta sulle balle lo stesso) ! D’altro lato, è innegabile che avere persone disposte a spalare (e mangiare) merda al posto nostro talvolta ci fa anche comodo…
Boh, io non lo so, non ne ho la più pallida idea : ma questa maledetta crisi economica a cosa cavolo è dovuta ? Intanto che rimango qui a guardare per aria, confuso e imbambolato, cresce la marea di gente stanca e incazzata, che invece di perdersi in vaneggiamenti pseudo artistici su WordPress scende in strada a manifestare apertamente la propria rabbia. Ognuno a modo suo. Ci sono quelli che gridano al megafono e quelli che brandiscono i forconi. Altri, più discreti, spesso protetti dal buio della notte o dalla maschera dell’anonimato, silenziosamente imbrattano i muri delle grandi città.
Da queste bombolette ribelli, irriducibili ai rozzi scarabocchi che impestano alcune metropolitane, talvolta escono persino dei veri capolavori di arte urbana, quella che le persone cool che parlano hip chiamano street art. La logica dietro a queste grandi opere murarie è semplice. Più l’incazzo è forte, più l’immagine è potente : pensate allora cosa riescono a tirare fuori i graffitari che stanno in realtà disastrate come la Grecia degli ultimi anni.
Camminando per Atene, infatti, oltre a edifici fatiscenti e disperati che dormono per strada, è facile imbattersi in disegni giganteschi che ricoprono facciate intere di palazzi, o figure più piccole ad altezza di passante. Anche a un’occhiata veloce, si capisce che la funzione di questi graffiti non è semplicemente di dare una mano di colore al grigio del cemento. Questa è arte militante, arte militante allo stato puro. Tra i numerosi artisti che popolano la capitale ellenica, ve n’è uno che recentemente ha fatto molto parlare di sé. Il suo vero nome non lo conosco, ma essendo greco è probabile che si chiami Dimitri o Yannis. Nella comunità artistica è conosciuto con lo pseudonimo di Bleeps. Bleeps e la sua banda d’indignati (per una volta vi risparmio una parolaccia).
L’inizio dell’attività creativa di Bleeps risale a più di dieci anni fa, quando si trovava ancora a Bristol, in Inghilterra, a studiare non so cosa e spruzzare sui muri della città i suoi primi messaggi a sfondo politico. Tra i graffitari dell’epoca stava prendendo piede lo stencil, una tecnica che permette di realizzare in serie uno stesso testo o disegno su superfici diverse. Una sorta di stampa parietale applicata alla street art. L’eco delle notizie da Atene più qualche chiamata a casa poco rassicurante devono aver convinto il giovane greco a fare le valigie e rientrare in patria, allo scopo di dedicarsi a fondo alla sua particolare forma di attivismo urbano.
La moderna società occidentale e le istituzioni civili divengono i bersagli favoriti delle sue bombolette di colore: niente filastrocche rap per lui, la vera ispirazione è cercata nei trattati di filosofia politica. Herbert Marcuse, Antonio Gramsci, Platone, Toni Negri… se si ha il coraggio di affrontare tali tomi filosofici, non si può certo temere qualche legnata della polizia. A partire dal 2008, anno dello scoppio della dannatissima crisi economica, devastante più che altrove per la placida società greca, Bleeps e i suoi seguaci fanno fronte comune contro il vero nemico, il satanasso responsabile di tutti i mali.
La motivazione stabilita per ogni attività sono i soldi : in un sistema capitalista, gli essere umani hanno imparato a soggiogare la loro vita intera alla legge del dare meno di quanto si possa ottenere in cambio.
Parole del loro manifesto.
I soldi. Bleeps e i suoi amici ce l’hanno con i soldi. Ma è possibile, mi chiedo io, riuscire a non amare i soldi ? I soldi sono la cosa più bella del mondo. Con i soldi è possibile procurarsi un sacco di roba utilissima. Automobili, computer, viaggi, gioielli, libri, telefonini, vestiti, case, cibo, quadri… Per di più, chi ha tanti soldi ha spesso tanti amici. Vai a spiegargliela, agli infelici graffitari ateniesi, che la causa dell’attuale malessere nel loro paese non sono i soldi o una cattiva gestione delle finanze pubbliche. Il traffico, come si diceva nel film Johnny Stecchino a proposito della città di Palermo, il vero problema di Atene è il traffico : troppe macchine !
Una risposta a "La street art di Bleeps per le vie d’Atene"