Sveglio. Sei di nuovo sveglio. Apri gli occhi. La luce. No. La luce no. Sai cosa vuol dire la luce ? Vuol dire che sta per iniziare un altro giorno della tua vita. E che tutti i tuoi maledetti problemi stanno ancora per crollarti addosso. La moglie, la figlia, i soldi, il lavoro, l’Italia, l’Italia che non va, l’arte (ma quale arte?), la salute, gli incubi, i ricordi, la famiglia… E poi c’è il solito pensiero ricorrente. Sì, proprio quello. La depressione. Alcuni dicono che si tratta del nuovo male del secolo, per te è semplicemente l’invincibile disperazione che ti assale di prima mattina. E che forse ti perseguita per il resto della giornata. Ti domandi : io, Luciano Antonino, che cosa ho fatto per arrivare a questo ? Ed è a quel punto che la tua memoria inizia a fare marcia indietro alla ricerca di una spiegazione. Tre o quattro anni ? No, di più. Una ventina ? Di più, di più. E va bene, ti dici, facciamo un salto all’indietro bello lungo. Dopotutto di spazio ce n’è : sei nato nel 1949. Dove andiamo, dove andiamo… Toh, l’adolescenza.
L’adolescenza nel Canavese, tua terra d’origine. Non una vera età dell’oro. Assillato da una madre talmente autoritaria da riuscire a mettere in secondo piano la mite figura paterna, a tredici anni vieni da lei costretto a iscriverti all’istituto tecnico. Tu che invece sei bravo a disegnare e avresti voluto fare il liceo artistico. Poco male : i diciotto anni arrivano presto e la scuola è già finita. Dopo la maturità decidi di lasciare il tuo paese natale di Castellamonte, destinazione : Torino, facoltà di Architettura. Il solo percorso universitario che pensi possa finalmente aiutarti a realizzare il tuo forte desiderio di creatività. Gli esami non riuscirai mai a darli tutti, ma nel capoluogo piemontese scopri un mondo nuovo. Un mondo misterioso, un mondo freak, un mondo alternativo. Il mondo degli hippy.

Luciano Antonino
1970. Inchiostro china su lucido
Di questa cultura dai capelli lunghi e i vestiti sgargianti non ti affascina tanto lo sfondo politico quanto il sottofondo musicale. Il rock ! I tuoi idoli sono Bruce Springsteen, i Pink Floyd, Frank Zappa. E soprattutto l’incontenibile Jimi Hendrix, scomparso troppo presto perché tu riesca a vederlo in concerto. Tu però non suoni, tu disegni. Realizzi poster dei musicisti pop dell’epoca e li vendi per strada. Riuscendo anche a racimolare qualche soldo. Ma questo non basta ad appagare il tuo amore per la musica. Dal 1973 inizi a organizzare festival musicali che ti permettono di incontrare alcuni dei cantanti italiani più in voga. Edoardo Bennato, Franco Battiato, Fabrizio De André, Francesco Guccini, Alan Sorrenti… Il tuo circolo di conoscenze si allarga a macchia d’olio, anche se non è l’olio che utilizzi nei tuoi disegni ma l’inchiostro.
Nel 1976 torni a Castellamonte per fondare Radio Punto Zero, ma la svolta arriva con Medianova Spettacoli, un progetto che riesce a combinare la tua attività di organizzatore di concerti rock con quella di disegnatore. Merchandising : quelli che parlano la lingua del business lo chiamano così. In pratica si tratta di dare una solida strutturazione commerciale (vendere spesso e soprattutto vendere tanto) alla tua produzione ritrattistica di star della musica. Non solamente poster, ma anche magliette, felpe e gadget da distribuire davanti ai maggiori Palazzetti europei. I fan del rock non attendono altro all’uscita dei concerti : una bella maglietta con il disegno del loro cantante preferito. Questo ti porta a viaggiare, e nel corso degli anni segui le tournée internazionali di artisti come Bob Dylan, i Queen e gli AC/DC.
Nel 1981 ti rendi conto che quando un’idea suona bene probabilmente è il momento di prenderla a calci. Assieme all’amico Marco Boglione, astuto fondatore di quello che diverrà il piccolo impero di Basic Net, applichi il concetto del merchandising al mondo del pallone. Dai Palazzetti da concerto agli stadi, la trovata è sempre la stessa. Ora è ai tifosi che vendi accessori e capi di abbigliamento con i colori e gli stemmi di Juventus, Milan, Roma o Lazio. Forza Luciano ! Sono gli anni ’80, gli anni in cui paiono esserci soldi per tutti, e anche tu trovi la tua miniera d’oro. $$$ : jackpot ! Il tempo corre, e tu corri su e giù per l’Italia, su e giù per l’Europa. Nell’arco di due decenni divieni il guru dei souvenir. La musica, lo sport, gli eventi culturali… qualsiasi occasione è buona per produrre magliette, poster, quaderni e gadget di ogni sorta per la gioia di musicofili, tifosi, appassionati di questo, di quello e pure di quell’altro. Dopotutto rendi profano ciò che altri spacciano per sacro : pensa a quanti soldi devono farsi i venditori di foto di Padre Pio o statuine della Madonna.

Luciano Antonino
2013. Dittico acrilico su tela
Cresce, cresce, cresce. Quello che era nato come il tuo commercio al dettaglio, la tua vendita personalizzata, finisce per sfuggirti di controllo. Royalty, diritti d’autore, marchio registrato. I ricavi dovuti al merchandising divengono una delle più importanti voci di bilancio delle grandi società sportive, e quando la posta in gioco sale, la partita passa in mano alle aziende multinazionali. La festa è finita ? Forse. O forse è solo temporaneamente in attesa. All’alba del nuovo millennio tu comunque esci di scena, torni a casa, torni nel Canavese. E da lì a poco iniziano a pioverti bombe in testa.
Il 2006. Anno brutto, sporco e maledetto. Muore tuo fratello, muore tua madre, si aggravano i problemi con tua figlia tossicodipendente. E’ tutto ? Ah, giusto : il tuo matrimonio va a rotoli. Pim, pum, pam ! Diretto sinistro, gancio destro, montante finale sotto il mento : Luciano Antonino vola al tappeto. Rialzarsi in piedi è dura, cazzo se è dura. Ci vogliono settimane, mesi, anni. Eccola lì, la bestiaccia da cui è iniziato il discorso. La depressione, crisi umana e spirituale. Come sfuggirle, dove andare? Medici, psicofarmaci e cliniche. Nel 2009 parti alla volta del cammino di Santiago di Compostela, ma il viaggio più importante che intraprendi è quello dentro gli abissi di te stesso.

Luciano Antonino
2013. Acrilico su tela
Arteterapia : di primo acchito suona come una di quelle trovate new age per fricchettoni, in realtà è qualcosa di diverso. La scopri quasi per caso, leggendo dei libri che speri possano aiutarti a capire meglio la tossicodipendenza di tua figlia. Come definire l’Arteterapia? E’ una maniera, una pratica di sfogare i propri malesseri attraverso la pittura. Elaborare mentalmente i propri problemi per poi esprimerli, vomitarli sulla tela. Possibilmente uscendone rasserenati. L’argomento ti appassiona sempre di più, tanto che nel 2009 decidi addirittura di frequentare degli stage di Arteterapia a Monza. Riprendi i colori, ricominci a dipingere. Questa volta però non ti limiti alle stelle del rock o agli idoli dello sport, questa volta lasci che sia l’inconscio a guidare la tua mano nella libera attività creativa. Accanto alla ripresa collaborazione con il fido Marco Boglione, per il quale realizzi dei bellissimi quadri a decorazione dei punti vendita Robe di Kappa, trovi uno spazio artistico tutto tuo. Uno spazio in cui puoi sperimentare, sfogarti, ribellarti. Uno spazio in cui puoi fare quel cavolo che ti pare. Lo spazio della tua mente.

Luciano Antonino
2014. Acrilico e pennarelli su tela
La particolarissima tecnica che metti in opera fa in modo che ogni quadro sia un percorso dal buio alla luce, dall’inesprimibile alla rivelazione. Tutto parte da un foglio A4 su cui fai scorrere liberamente la matita, abbozzando delle linee intrecciate e casuali. Forme aleatorie, proprio come le nuvole : proprio come la miriade di elucubrazioni che ti tormentano. Cosa ci vedi in quella nuvola ? E in quell’altra ? Osservando con occhio attento il reticolo disegnato sul foglio, inizi a scorgere delle figure, a caricare di senso delle forme inizialmente confuse. Ecco un occhio, ecco una bocca, ecco una testa di cavallo, ecco una strana creatura… Intervieni sul disegno, dai corpo alle immagini che si accendono nella tua testa.

Luciano Antonino
2014. Acrilico e pennarello su tela
Il passo successivo consiste nel fotografare il bozzetto fatto sul foglio A4 e riprodurlo su una tela di maggiori dimensioni, aggiungendoci ulteriori figure e colorandolo con olio, acrilico e pennarelli. Un lavoro in cui l’impulso immaginativo si confonde con una più attenta riflessione. Il risultato sono dei quadri sgargianti che paiono scoppiare tanto sono carichi dei tuoi pensieri. In alcuni, come La nave dei Folli, riesci a trovare un soggetto preciso, un motivo principale. Altri, invece, si presentano come accumuli sgangherati di visioni deliranti. Roba da mandare in estasi freudiani, junghiani, marziani e strizzacervelli di ogni sorta.
E una volta realizzati, che te ne fai di questi disordinatissimi dipinti ? Ciò che fanno gli altri artisti. Esponi. In Italia, ovviamente, ma anche in gallerie d’oltralpe. Ti scegli un nome di battaglia, data la tua natura bohemien firmi i tuoi quadri con uno pseudonimo francese : Lucien Coursaire. Questa riscoperta della tua vena artistica è fonte di nuovi stimoli, oltre a dipingere insegni anche a dipingere. A chi ? Ai giovani. No, beh, ai giovanissimi. Organizzi nei centri commerciali dei laboratori di Action Painting rivolti ai bambini. I quali, dal canto loro, ti tirano fuori dei disegni che mai avresti immaginato. Certamente tutto questo purtroppo non ti impedisce di svegliarti alcune mattine con un’incudine sul cranio. O di passare qualche bella vacanza in clinica. Ma chissà che un giorno, qualcuno, invece di un semplice post su internet, non si metta a scrivere un bel libro sulla tua folle, incasinatissima vita ?
Pim, pum, pam! Bel post!
Ti ringrazio Italo-Lombardo. E la scena artistica a Glasgow come è messa ?
Oggi maluccio, dopo cio’ che e’ successo alla Glasgow School of Art.
Interessante l’articolo, belle le opere di Luciano Antonino, ho visto Ita Scherma a Chiavari e mi è molto piaciuto, trasmette grande vitalità. A quando una sua mostra a Milano o nel circondario?
Ci stiamo lavorando …
wow…..letto in un fiato e riletto per gustarlo meglio!
Ti suggerisco di prendere in considerazione l’idea di scrivere un libro: la vita di questo artista merita di essere conosciuta e siccome sai farti leggere bene potrebbe uscirne un bel romanzo .. dai tuoi posts imparo sempre qualcosa di nuovo e di interessante, mi “acculturi aggrattis” , bravo!!!!!
L’accenno ai venditori di foto e statuine di personaggi sacri è grandiosa, sempre business sia nel sacro sia nel profano !!!
ciaooooo
/lf
Grazie Laura.
L’idea del libro è stata presa in considerazione, Luciano ci rifletteva già da tempo. Chissà che da un semplice articolo di un blog non nasca qualcosa di grande.
Un saluto !
Riccardo