Sì, lo ammetto, oggi sono volgare. Proprio come tanta di quella pubblicità che si vede per le strade o su internet. Pur di colpire, catturare l’attenzione, si ricorre a immagini sboccate, slogan beceri e provocazioni meschine. E nessuna categoria merceologica è risparmiata : dalle pastiglie per il mal di testa alle lampadine a basso consumo energetico. Eh già, bei tempi erano quelli in cui per pubblicizzare un purgante si usavano figure eteree, frasi pacate e colori delicati. A cosa mi riferisco?
Alla bella immagine che vedete riportata qui accanto. Purgatif Géraudel, purgante Géraudel : un manifesto pubblicitario che dalla sua comparsa nelle strade di Parigi, nel 1891, ha fatto davvero il giro del mondo. Riprodotto su francobolli, libri, cartoline, poster, è attualmente esposto presso il Musée d’Ixelles, a Bruxelles. Come una vera opera d’arte. Il suo autore è il francese Jules Chéret, pittore e illustratore, considerato come uno dei padri di quella corrente della pubblicità moderna che prende il nome di cartellonismo. Merito principale di questo parigino con i baffi, nato nel 1836 e morto nel 1932, è stato di applicare la tecnica della litografia alla realizzazione di manifesti pubblicitari. La litografia, infatti, permette di riprodurre in serie un disegno grazie alla stampa su una speciale pietra calcarea. Quando i manifesti pubblicitari si compongono soprattutto di testi, Chéret vi introduce l’illustrazione : la parola viene abbinata all’immagine.
Per catturare l’attenzione del distratto passante, nei propri manifesti il pubblicitario pittore ama ricorrere a disegni di fanciulle graziose e talvolta anche un po’ svestite. Dai cosmetici alle bevande, passando per le cartine da sigarette e i carburanti, Jules Chéret finisce per ficcare queste leggiadre figure davvero ovunque. Persino tra i purganti. Sì, i purganti… Su, diciamocela tutta cari miei amici maschietti : a guardare questa dolcissima creatura femminile dalla pelle color del latte e il seno scoperto, intenta a distribuire scatoline di purganti, la voglia che ci viene non è proprio quella di andare in bagno a fare la cacca. E allora facciamo un bell’esperimento. Togliamo dal manifesto il titolo Purgatif Géraudel e mettiamoci quello di un altro prodotto. Un prodotto a caso. Ambarabà ciccì coccò… Ecco, trovato : i preservativi. La marca la decidete voi. Preservati XXX. Ora cosa succede ? Succede che l’angelica fanciulla dipinta da Chéret diventa una moderna Afrodite, la dea dell’amore, impegnata a offrire preservati agli amanti di tutto il mondo. Dopotutto quelle scatoline che svolazzano potrebbero benissimo essere delle bustine di profilattici. Dai, non male come idea. Quasi quasi potrei proporla a qualche agenzia pubblicitaria. Cosa dite ? Troppo volgare ? Ma è questa la pubblicità di adesso ! Più sesso, meno merda. E forse anche meno arte.
Assolutamente d’accordo. Il sesso sempre attira l’attenzione, di chiunque: assatanati, falsi moralisti, morigerati, dannati, occupati, disoccupati, laici, ecclesiastici, giovani ma anche anziani etc.etc. Forse i piccolissimi, sono meno interessati, in quanto ancora poco coinvolti, ma iniziando a fiutare la sessualità con le immagini che i media proiettano continuamente e, se hanno la fortuna di essere accompagnati durante la crescita, nella sfera sessuale senza morbosità.
La pubblicità? L’anima del commercio che si traduce in autoerotismo di massa…