La linea del mare di Vanko Urumov

Penso che dipenda dalla linea dell’orizzonte, dalla linea del mare. Quando capito davanti a un dipinto che presenta un elemento, anche solo un dettaglio, che rinvia a quella sensazione breve e intensissima provocata dal riemergere improvviso di un ricordo sbiadito, di un pensiero sotterrato, quella sensazione d’in(de)finito, di assoluto, di nostalgico, quella sensazione che, perbacco, fatico ancora a descrivere a parole, rimango lì, imbambolato, come se mi sforzassi d’immaginare ciò che si trova oltre il campo del visibile : oltre la linea dell’orizzonte, oltre la linea del mare.

Giornata comune
Vanko Urumov
1979. Olio su tela

L’ultima volta che l’ho vista, questa linea dipinta, risale ormai a quasi un anno fa, quando mi trovavo nella Galleria Nazionale d’Arte di Sofia durante un breve viaggio in Bulgaria. Un’afosa mattina di fine giugno, successiva a una serata di bagordi trascorsa con gli altri cowboy dell’ostello dove avevo alloggio, passeggiavo ancora un poco intontito per le sale semivuote del museo, c’eravamo solo io e le poche persone della sorveglianza, quando d’un tratto, su una lunga parete scarsamente illuminata, tra due piccoli quadri di pittori locali, ecco aprirsi una larga finestra rivolta all’esterno, un grande varco sull’altrove : un dipinto che proiettava il mio sguardo a quasi quattrocento chilometri di distanza, portandolo dalle alture della capitale bulgara fino alle coste del mar Nero, sul litorale della città di Varna.

Il quadro s’intitolava Giornata comune ed era opera di Vanko Urumov, un nome che sul momento non mi diceva nulla ma più tardi scoprivo appartenere a uno dei più importanti artisti bulgari contemporanei. A osservarlo con superficialità, si trattava di una semplice veduta di un lungomare urbano, un’immagine che in un passato non troppo remoto sarebbe facilmente stata riprodotta sulle cartoline turistiche distribuite nelle edicole, o su quei poster di pessimo gusto appesi nelle agenzie di viaggio ; il titolo dell’opera, poi, pareva volesse insistere sulla banalità del soggetto raffigurato, soffocare sul nascere qualsiasi ambiguità o interpretazione fantasiosa : ed ecco a voi una Giornata comune di una persona comune in una città comune. Una signora anziana che contempla il mare da seduta, accanto a un cane appisolato, non è d’altronde un esempio di stravaganza.

Eppure c’era qualcosa d’inquietante, qualcosa di meraviglioso, un’energia pronta a esplodere, che inchiodava il mio sguardo su quella scena dipinta. Non erano i colori, le tinte opache del quadro, a provocarmi un’incontenibile commozione, e nemmeno la scelta di un soggetto talmente assurdo nella sua insignificanza ; fosse stato per questi elementi, credo che a stento avrei notato il dipinto. Era là che guardavo, là infondo, a incalcolabile distanza, nella stessa direzione verso cui si rivolgeva l’anonima signora di spalle : osservavamo entrambi la linea dell’orizzonte, la linea del mare. La linea che trapassava i colori, le luci, le lontananze, e rendeva reale la finzione dipinta.

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2 risposte a "La linea del mare di Vanko Urumov"

  1. Adoro quest’opera per il mistero la speranza l’inquietudine l’evasione l’indefinito il proseguo il nulla o il tutto… per tutto questo o per qualsiasi altro stimolo si provi a scorgere nel non messo a fuoco dell’orizzonte.

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