Il dipinto di Bill Clinton a casa di Jeffrey Epstein

Per avere successo, nel mondo dell’arte contemporanea, non sono veramente importanti il talento, la dedizione al lavoro, una cultura raffinata o quella che una volta designavano come l’ispirazione geniale. Talvolta basta poco, pochissima inclinazione, pochissima arte, per vedere il proprio nome al centro del pettegolezzo artistico internazionale : esserci, ciò che conta, davvero, è l’esserci, trovarsi al posto giusto al momento giusto. Come spiegare, altrimenti, tutta l’attenzione che negli ultimi giorni è stata dedicata a un dipinto manifestamente orribile ? S’intitola Analizzando Bill (dall’inglese “Parsing Bill”) ed è opera dell’artista Petrina Ryan-Kleid, australiana d’origine ma da anni residente a New York.

Analizzando Bill
Petrina Ryan-Kleid
2012. Olio su tela

Il merito di quest’olio su tela consiste nell’essere capitato in casa di uno dei personaggi più chiacchierati dell’estate, il magnate americano Jeffrey Epstein. La vicenda di fondo molto probabilmente la conoscete già, pertanto la ricapitolerò senza dilungarmi troppo. 10 agosto 2019: Jeffrey Epstein, milionario newyorkese sessantaseienne detenuto presso il Metropolitan Correctional Center di Manhattan, viene trovato morto nella sua cella. I poliziotti hanno scoperto il suo corpo impiccato alle 7 e mezza di mattina, e la notizia fa subito il giro dei media di tutto il mondo. Si tratta realmente di suicidio ?

A catturare la curiosità dei giornalisti, invero, non sono tanto le circostanze misteriose del suo decesso, quanto la sua torbida storia : la storia di un talentuoso finanziere, amico di alcuni tra gli uomini più potenti del pianeta, invischiato in un oscuro traffico di ragazze minorenni. Che persona spregevole era Epstein, scopre il pubblico internazionale, però, cavolo, quanti soldi che aveva ! Oltre a un enorme gruzzolo in contanti e investimenti finanziari, il suo patrimonio comprendeva un intero palazzo a Manhattan, un appartamento a Parigi, un ranch in Nuovo Messico e due isole caraibiche. E tra pettegolezzi, voci di corridoio, bugie presto smentite, circola la notizia che il ricco americano detenesse nella sua dimora newyorkese un dipinto raffigurante il 42esimo presidente degli Stati Uniti Bill Clinton vestito da donna e disteso su una sedia nello Studio Ovale : eccolo, il quadro della Ryan-Kleid.

Sulla qualità dell’opera d’arte i cronisti si pongono poche domande, ciò che stuzzica l’indiscrezione pruriginosa è piuttosto la stramberia del soggetto : la passione di Clinton per il travestitismo, dopotutto, non era mai stata riscontrata. Rintracciata dagli inquirenti, l’artista australiana ha spiegato che il dipinto risale al 2012 e fa parte della sua tesi di laurea presso la New York Academy of Art. Si tratta di uno sciocco lavoro scolastico, ha tenuto a precisare la giovane donna, finalizzato a mostrare come i presidenti americani vengono presentati dai partiti all’opposizione : il vestito blu e le scarpe con il tacco portate da Bill Clinton nel dipinto, infatti, fanno riferimento all’abbigliamento di Monica Lewinsky, coprotagonista assieme a Clinton del celebre scandalo Sexgate.

Un ritratto caricaturale, il Parsing Bill di Petrina Ryan-Kleid, più ingenuo che veramente provocatorio, arrivato nella collezione di Jeffrey Epstein per vie che l’artista non riesce a spiegare. Dopo essere stato venduto nel 2012 a uno sconosciuto compratore, forse Epstein stesso, il quadro non è più stato visto dalla Ryan-Kleid ; adesso, saltato fuori all’improvviso, serve addirittura ad alimentare ipotesi complottiste. Possibile che l’enigmatica relazione tra l’ex presidente americano e l’affarista con la passione per le ragazzine, si chiedono in molti, sia all’origine del presunto suicidio di quest’ultimo ? Comunque siano andate le cose, in fatto di arte Jeffrey Epstein aveva dei gusti di merda.

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