Questo articolo è stato scritto da Erika Bertossi*
Provo a pensare in che modo un museo possa essere rivoluzionario riscrivendo le regole della fruizione dell’arte, dell’arte contemporanea in particolare. Non mi viene in mente molto. Poi però leggo qualcosa riguardo al primo museo di quartiere d’Italia, che si autodefinisce come “innovativo-democratico-ritmico : un esperimento senza precedenti”. Mi dicono che gli abitanti del complesso che lo ospita (un quartiere di Bologna che ha delle caratteristiche particolari, multiculturale e in piena fase di trasformazione) alla fine delle esposizioni, possono scegliere un’opera e portarsela a casa, tenerla per un mese e poi restituirla al generoso artista che ha creduto nella delocalizzazione dei luoghi dedicati all’arte. Pareti vanno giù, mentre tutto intorno si costruisce una nuova zona urbana che a qualcuno “ricorda Berlino”.
Il progetto: l’arte che valorizza una zona della città

A Bologna c’è un nuovo museo. È il primo museo di quartiere in Italia e il suo nome è mtn – museo temporaneo navile: la sua sede è all’interno della Trilogia Navile, alle spalle della stazione centrale, a pochi metri dai binari dell’Alta Velocità. L’idea è nata da Marcello Tedesco e Silla Guerrini ed è stata accolta e sostenuta da Valdadige Sistemi Urbani con la volontà di creare un centro sperimentale dedicato all’arte nel cuore del quartiere Navile, valorizzando le potenzialità di una delle zone più popolate e multietniche della città e concentrandosi sul tema della territorialità. È questo, infatti, ciò che viene chiesto agli artisti che espongono qui: un collegamento con il territorio.
Lavoro e ricerca sul linguaggio dell’arte
«Personalmente concepisco questo museo come se fosse una grande scultura – spiega Marcello Tedesco, ideatore insieme a Silla Guerrini del progetto mtn – Abbiamo deciso di introdurre l’elemento durata già dal nome del museo. Questo per sottolineare che nelle nostre intenzioni questo museo è un organismo vivente e come tale ha una durata. È uno spazio di lavoro e ricerca sul linguaggio dell’arte, vale a dire sul quanto identifica l’essere umano come qualcosa di nobile. Quello su cui mi preme lavorare in questo periodo storico è la riscoperta di una creatività che non sia separata dalla vita. Oggi si tende a identificare l’atto creativo con quello culturale, e questo dal mio punto di vista rischia di indebolire l’atto creativo e generare degli equivoci fatali. Oggi abbiamo moltissima attività culturale e discorsiva, ma questo non vuole necessariamente dire che si siano fatti dei progressi in campo creativo. Con l’arte abbiamo contemporaneamente la possibilità di superare una concezione unicamente astratta dell’essere umano oppure la definitiva resa a questa».

Dove nasce il museo: non è certo un caso
«Questo è di fatto un pezzo importante di città, abitato da famiglie coinvolte in un processo di trasformazione continuo, vivace e stimolante – dicono Eva Bonetti e Claudio Vicari di Valdadige Sistemi Urbani – La nostra missione è stata quella di lavorare su valori quali la qualità progettuale (mediante un concorso tra progettisti internazionali), la qualità costruttiva e quella ambientale per dare a Bologna una nuova architettura e una nuova visione dell’abitare. Quando abbiamo proposto a Silla e Marcello l’idea di portare l’arte all’interno del comparto, appena ci hanno prospettato il loro progetto non c’è stata esitazione: Trilogia Navile ci è parsa il luogo perfetto per ospitare un’esperienza di ampio respiro, un “regalo” da fare agli abitanti della zona».
Un progetto nel progetto: project room | territori, la stanza degli artisti

Come una matrioska, ecco che nel progetto mtn c’è un altro progetto. Si tratta dell’innovativa Project Room | Territori. Un’operazione resa possibile dall’entusiasmo e dalla generosità degli artisti che ne sono via via protagonisti e che hanno compreso subito la bontà dell’operazione artistica, volta a costruire un museo realmente democratico e con un’identità ben precisa facendo interagire le differenze, proprio come dovrebbe accadere nel quartiere. Infatti, l’identità sia di un singolo sia di un gruppo si definisce in rapporto a un’alterità. All’interno di questo spazio vengono invitati un numero variabile di artisti a presentare una singola opera che sintetizzi il proprio territorio estetico. La molteplicità degli universi estetici di ogni artista è sottolineata anche dalla pluralità dei linguaggi artistici presenti in mostra, che andranno dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al disegno fino all’incisione. La project room si configurerà come una costellazione sfaccettata e multiforme di territori linguistici e formali in dinamico equilibrio.
L’Unesco lo ha scelto come finalista della “Pitch Night”: l’arte si ispira ai “talent show”
Il primo museo di quartiere in Italia, questa una delle ultime novità che lo riguardano, è finalista dell’Unesco Giovani Pitch Night. Di che si tratta? In pratica è evento-talent organizzato dall’Associazione Italiana Giovani Unesco che concretizza, attraverso un contributo a fondo perduto, uno dei progetti volti alla promozione dell’integrazione, della diffusione della storia e del patrimonio culturale del nostro territorio. Ovviamente, vista la natura del progetto mtn, la soddisfazione è tanta, perché la candidatura dimostra che il messaggio è passato. «Orgogliosissimi di rientrare nella rosa dei cinque finalisti – le parole Silla Guerrini e Marcello Tedesco – soprattutto perché è davvero notevole la coincidenza d’intenti fra noi e Unesco Giovani: siamo stati scelti proprio per i valori che condividiamo. Il nostro è un museo realmente a porte aperte, democratico, innovativo e ritmico. E anche gratuito. Il primo in Italia con determinate caratteristiche e con un legame così forte con il territorio in cui è collocato: a Bologna sì, ma soprattutto nel cuore della Bolognina. Un luogo dove l’esperienza artistica diventa sociale e dove i giovani possono esprimersi in modo autentico».

Si parla di una mostra dedicata a Cesare Zavattini? Già al lavoro per farla
Cosa significherebbe per mtn | museo temporaneo navile vincere? «Sarebbe un riconoscimento importante e significherebbe riuscire a realizzare grandi progetti, come quello di una prestigiosa mostra dedicata a Cesare Zavattini, proprio nel trentennale della sua morte – la risposta di Guerrini e Tedesco – Un evento sul quale stiamo già lavorando e che ha bisogno di energia. Il fondo sarebbe prezioso anche per far crescere il numero di attività ed esposizioni nella nostra sede alla Bolognina, promuovendole e arricchendo così la proposta culturale per la città». E in attesa di saperne di più sulla mostra dedicata al grande Zavattini, i giovani stanno effettivamente invadendo le sale museali dimostrando doti ed energia non indifferenti.
“La natura delle cose”: il museo apre le porte all’Accademia di Belle arti di Bologna
E poi, a proposito di giovani, un pomeriggio di giugno arriva l’esposizione intitolata “La natura delle cose”: è la numero tre e per questa mostra speciale mtn si apre alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, proponendo le opere di sette studenti della prestigiosa cattedra del Professor Luca Caccioni, che durante un seminario di Arti Visive hanno sviluppato il concetto di natura. Paolo Bufalini, Edoardo Ciaralli, Angela Grigolato, Jacopo Naccarato, Camilla Riscassi, Xia Shafei, Bruno Zhang offrono allo spettatore un punto di vista inedito su questo tema, favorendo, anche grazie ai molti mezzi espressivi presenti, una visone complessa e sfaccettata sull’idea di natura oggi. La mostra, che sarà aperta fino al 28 giugno, è inserita nell’ambito dell’Open Tour 2019, dove molte gallerie e spazi ospiteranno le mostre degli studenti dell’Accademia di Belle Arti.
*Erika Bertossi è giornalista e scrive di vari argomenti per diverse testate, passando con e per piacere dalla cronaca alla cultura, ambito dal quale emerge l’attenzione per il mondo dell’arte contemporanea.
Ho letto d’un fiato quanto scritto!
Lo trovo particolarmente interessante, iniziativa giustamente premiata!
un caro saluto e un augurio di un felice fine settimana
Adriana
Ecco queste sono le iniziative che mi piacciono, e i supporti per poi riuscire a creare il resto, punti di partenza che a volte possono far nascere grandi echi.
A me per esempio è venuto in mento un progetto leggendo…
Non finirò mai di dirlo la condivisione è tutto..