All’asta cinque acquarelli del Führer : è un flop

Sabato di settimana scorsa, il 9 febbraio 2019, la maison Weidler ha organizzato nella città tedesca di Norimberga una vendita di oggetti appartenuti ad Adolf Hitler. Cinque ritratti di paesaggi, realizzati dal Führer stesso, sono stati messi all’asta assieme a dei manufatti d’uso domestico : una tovaglia, un vaso di porcellana con l’illustrazione di un veliero e una sedia di vimini sui cui braccioli campeggiano due grandi svastiche.

Non è la prima volta, pensate, che si produce un evento di questo genere. Tanti sono i collezionisti dei cimeli del Terzo Reich, e nel 2009 la stessa Weidler era riuscita a piazzare due acquarelli attribuiti a Hitler per la somma di 32 mila euro. Un montante notevole, se si considera la mediocrità dei dipinti : avesse dimostrato un vero talento pittorico, il giovane Hitler non sarebbe stato rifiutato dall’accademia di belle arti di Vienna. E la Storia, probabilmente, avrebbe preso tutt’altro corso. Ma dopotutto così va il mondo : basta che sia associata a un nome famoso, qualsiasi cosa viene venduta a peso d’oro. Anche dei maldestri paciughi di un artista fallito.

Stavolta, tuttavia, il pubblico non si è lasciato abbindolare. Dei cinque acquarelli messi all’asta per un prezzo iniziale tra i 19 e i 45 mila euro, nessuno è stato venduto. Più che da scrupoli di natura estetica o dall’indignazione del sindaco di Norimberga, storica roccaforte del regime nazista, è probabile che i potenziali acquirenti siano stati scoraggiati dal dubbio sull’autenticità delle opere. La scorsa settimana, infatti, la polizia ha requisito 63 pezzi destinati all’asta del 9 febbraio per sospetto di frode : malgrado le firme A.H. e A. Hitler apposte sui dipinti, i certificati di originalità e la parola d’onore dei proprietari dei quadri, mancavano prove sufficienti che non si trattasse di falsi. Piuttosto che correre il rischio di lasciar circolare delle patacche, le autorità tedesche hanno proceduto a una bella confisca, sollevando così il sospetto su tutta la collezione hitleriana messa all’asta.

Mi domando come mai, a più di settant’anni dalla tragedia nazista, qualcuno si faccia ancora tanti scrupoli per questioni del genere. Se la demenziale ideologia di Hitler, all’epoca in cui veniva sdoganata a milioni di persone, fosse stata esaminata con lo stesso zelo ora dimostrato dagli inquirenti tedeschi, quasi certamente si sarebbero evitati moltissimi impacci. E oggi non ci ritroveremmo con degli acquarelli scadenti e di origine incerta proposti a prezzi esagerati.

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