Marina Abramovic si prende un quadro in testa

La notizia risale a pochi giorni fa, sabato 22 settembre 2018, quando l’artista serba naturalizzata statunitense Marina Abramovic si è fatta aggredire nel cortile di Palazzo Strozzi, a Firenze. La Abramovic era impegnata a firmare autografi in occasione dell’inaugurazione di The Cleaner, la mostra dedicata alla sua carriera di performer, allorché tra la folla di ammiratori è spuntato un uomo che le ha letteralmente spaccato un quadro in testa. SDENG ! Qual è il rumore di un dipinto che si sfascia sulla capoccia ? La scena doveva avere poco di comico, c’è d’esserne certi, non tanto per i molti spettatori impegnati a riprendere il triste evento con gli immancabili smartphone quanto per l’infelice vittima.

Per la donna, fortunatamente, la violenza subita non ha comportato gravi conseguenze, più che altro un grande spavento, mentre l’aggressore, prontamente immobilizzato dalle forze dell’ordine, ha presto motivato il suo folle gesto appellandosi all’arte. L’uomo, Vaclav Pisvejc, cinquantenne di nazionalità ceca, si proclama infatti artista, e già in passato in nome della sperimentazione creativa ha procurato qualche grattacapo alle autorità.

Nel 2012, sempre a Firenze, ricopriva di finti dollari i muri dell’ex convento di Sant’Orsola, mentre nel 2014 si sdraiava nudo in via Zanetti, nei pressi del Duomo fiorentino. Stavolta il sedicente artista ha deciso di spingere più in là la propria audacia : realizzato un ritratto di Marina Ambramovic dai connotati alterati, si è recato all’evento di apertura della mostra di Palazzo Strozzi e avvicinatosi all’Ambramovic con fare amichevole le ha fatto la terribile sorpresa.

Quando capitano cose del genere, nella maggior parte dei casi, s’imputa il comportamento illogico dell’aggressore a questioni d’infermità mentale : nessun movente concreto poteva d’altronde spingere Pisvejc, lui e la vittima non si conoscevano nemmeno. Eppure, a guardarla più da vicino, la faccenda mi ha offerto materia fertile per gustose elucubrazioni, tanto da riportarmi alla memoria un episodio accaduto qualche anno fa in un museo di arte contemporanea di Miami.

Protagonista dell’evento era un pittore dominicano misconosciuto – proprio come il nostro Vaclav Pisvejc – il quale, preso a suo dire dal fervore creativo, frantumava un antico e preziosissimo vaso facente parte di un’installazione concepita dal celebre artista cinese Ai Weiwei. L’autore dell’atto vandalico sosteneva che il gesto gli fosse stato inspirato da Ai Weiwei stesso : accanto all’installazione esposta nel museo, infatti, si trovava una sequenza fotografica dell’artista cinese impegnato in una coraggiosa performance consistente nella distruzione di antichi e preziosissimi vasi della medesima tipologia. Forse che a rompere uno dei suoi vasi gli faccio persino un favore ! doveva pensare il pittore dominicano a proposito di Ai Weiwei.

La vicenda di sabato scorso non si è svolta in maniera troppo differente. Marina Abramovic, nota ormai nel mondo intero, iniziò a far parlare di sé negli anni ’70, quando si produceva in azzardate azioni artistiche che mettevano in serio pericolo la sua salute. Celebre, a tal proposito, la performance in cui l’artista lasciava che il pubblico le infliggesse dolore fisico mediante l’utilizzo di strumenti di tortura ; ancora più raccapricciante, invece, quella in cui la Abramovic incideva sul proprio ventre una stella a cinque punte per mezzo di un rasoio.

E allora, visto che le piace, perché non darle una bella percossa, magari con un quadro raffigurante la sua immagine ? deve essersi domandato il suo aggressore di Firenze. La Abramovic, immaginerete facilmente, ha poco apprezzato l’iniziativa Pisvejc e le sue goffe giustificazioni, sostenendo che l’arte non può nascere dalla violenza fatta sugli altri. Tuttavia, davanti all’aggressione di Palazzo Strozzi, qualcuno tra gli astanti ha creduto che si trattasse dell’ennesima performance.

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2 risposte a "Marina Abramovic si prende un quadro in testa"

  1. Un’artista, per affermarsi tale, deve uscire dalla “normalità” e fare qualcosa di eclatante come la Abramovic, oppure avere un degno curriculum di vita drammatica e folle, magari con un bel trascorso in ospedale psichiatrico, oppure un mancato tentato suicidio od altre “amene” varie sregolatezze. Altrimenti che artista è? Ve lo immaginate il povero Van Gogh timbrare ogni mattina il cartellino?

    1. Questa volta non sono d’accordo. La grandezza di un artista non si misura sulle stravaganze che è in grado di dimostrare nella sua vita privata o professionale. Esistono grandissimi artisti (Henri Rousseau, Franz Kafka…) che pur conducendo una vita banale sono riusciti a elaborare creazioni straordinarie.

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