I Macchiaioli in mostra alla GAMManzoni di Milano

A Milano, nell’antica via Manzoni, la strada lastricata di grosse pietre scure rettangolari e fiancheggiata di sontuosi negozi, poco distante dagli Archi di Porta Nuova, si trova un profondo androne che introduce a un doppio cortile. Un luogo che abitualmente non attirerebbe la mia attenzione, poco disposta verso tutto ciò che odora di shopping e andar per vetrine, se non fosse per il piccolo angolo di arte che quasi vi si nasconde. Si chiama GAMManzoni ed è un Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea, il che equivale, per noi profani che all’arte non rivolgiamo che una svagata contemplazione, a uno spazio in cui vengono allestite mostre temporanee.

Prime giornate di bel tempo
Prime giornate di bel tempo
Stefano Bruzzi
ND. Olio su tela

L’occasione che mi ha recentemente portato alla GAMManzoni è un’esposizione dedicata a una corrente artistica che mi ha da sempre affascinato ma che non avevo mai veramente approfondito, quella dei pittori Macchiaioli. Le 35 opere presenti alla mostra MACCHIAIOLI. Capolavori da collezioni private mi si sono pertanto rivelate una piacevole scoperta : non tanto di un mondo nuovo, quanto di una maniera inedita di vedere il mondo. Vedere il mondo, già, di questo si tratta.

L'educazione al lavoro
L’educazione al lavoro
Silvestro Lega
1863. Olio su tela

L’arte, fin dalle pitture rupestri risalenti al Paleolitico, arrivando poi alle azzardate sperimentazioni contemporanee, è un tentativo operato dall’uomo di riprodurre il creato come si presenta al suo sguardo : disegnare, scolpire, fotografare, evocare con forme e colori che cosa c’è la fuori, ricorrendo a tecniche e stili che a seconda delle circostanze, dell’epoca, del sentire comune si ritengono più corrispondenti al concetto di realtà. Questo ovviamente non significa che la creazione artistica non si è mai prestata a evocazioni immaginarie, fantasie, racconti leggendari ; anche quando un contenuto pare il più irreale possibile, la modalità di rappresentazione lo rende comunque riconoscibile. Che sia inciso nel metallo, scolpito nella pietra, o pitturato su tela in stile cubista, un Minotauro sarà pur sempre identificato come tale.

Caso artistico tra i più importanti dell’Ottocento italiano, la pittura dei Macchiaioli si presentò alla sua epoca quale una maniera dirompente e innovativa di vedere e raffigurare il mondo, in contrasto con la tradizione di stampo accademico e anticipando di pochi lustri il ben più noto movimento impressionista francese. Come molti altri fenomeni di rottura, anche la corrente dei macchiaioli fu avviata da un gruppo di giovani. Avevano tra i venti e i trent’anni i pittori che a metà del diciannovesimo secolo gravitavano attorno al Caffè Michelangiolo di Firenze : tra un cappuccio e un croissant si discuteva di politica, di cultura e di società, ma soprattutto si discuteva di arte. Bersaglio delle critiche dei giovani artisti erano la pittura come ancora veniva insegnata nelle accademie, e la conseguente impostazione stilistica che denotava l’arte figurativa di allora.

Via di Ravenna
Via di Ravenna
Telemaco Signorini
ND. Olio su tela

Sulla spinta delle tendenze d’oltralpe, nonché degli importanti sconvolgimenti politici e culturali che in quel periodo stavano avvenendo in Italia, i pittori toscani Diego Martelli e Adriano Cecioni sancirono le regole di quello che sarebbe diventato lo stile dei Macchiaioli : stabilirono, insomma, la base teorica e formale a cui si sarebbero a breve adeguati gli artisti frequentatori del Café Michelangiolo. Ma che cosa predicava, questo movimento artistico talmente influente da assurgere a vera e propria scuola ?

A riposo a Riomaggiore
A riposo a Riomaggiore
Telemaco Signorini
1894. Olio su tela

I Macchiaioli sostenevano che la percezione visiva del mondo è fatta di macchie, ossia tracce cromatiche pure create dalla luce e accostate o sovrapposte tra loro. Riprodurre un’immagine su tela significava quindi riprodurre questi accostamenti e sovrapposizioni di macchie, così da realizzare dipinti dove i contorni delle cose parevano sfumati e i contrasti cromatici lampanti : erano la luce e i colori – non delle linee nette di demarcazione – a definire le forme degli oggetti, delle persone, degli animali, dei paesaggi.

Aldilà dei presupposti teorici, che espressi in questa maniera possono sembrare generici e anche abbastanza barbosi, la pittura dei Macchiaioli dava eccezionali risultati visivi : i loro quadri sono una vera gioia per gli occhi di chi li guarda, paragonabile, se vogliamo, al piacere gustativo che si prova mangiando delle ciliegie o bevendo uno di quei vini paglierini da dessert.

Le opere esposte alla galleria di via Manzoni a Milano, come recita il titolo della mostra, appartengono a collezioni private lombarde, il breve percorso espositivo non vuole pertanto essere una ricognizione completa sul movimento fiorentino ma una semplice introduzione ad alcuni dei suoi esponenti di spicco. Il visitatore vi troverà quindi diversi lavori di Telemaco Signorini, alcuni di Silvestro Lega, qualche bellissima prova di Giovanni Fattori, e opere sparse di Giuseppe Abbati, Nino Costa, Odoardo Borrani e Stefano Bruzzi.

Silvestro Lega che dipinge sugli scogli
Silvestro Lega che dipinge sugli scogli
Giovanni Fattori
1866. Olio su tavola

Non vi nascondo la mia predilezione per il livornese Giovanni Fattori, di cui qui riporto uno dei quadri più belli presenti alla mostra, quello che ritrae il collega artista Silvestro Lega impegnato a dipingere sugli scogli in riva al mare. Un dipinto di piccole dimensioni, questo olio su tavola del 1866, largo 28 cm e alto appena 12,5 cm : all’epoca si usava illustrare i paesaggi in una maniera che più tardi avrebbe ricordato il formato del cinemascope. Era forte, Giovanni Fattori, in uno spazio figurativo ridotto lui ricreava una feritoia sul mare, sfruttando tra l’altro le venature del supporto in legno per ricreare l’effetto della brezza marina.

Lettura romantica
Lettura romantica
Silvestro Lega
1870. Olio su tavola

L’invitato d’onore all’esposizione è però il fiorentino Telemaco Signorini, tra i più internazionali dei pittori Macchiaioli, frequentatore dell’ambiente artistico parigino e viaggiatore fino in terra di Scozia. Di lui sono presenti soprattutto squarci urbani, dai viali di Firenze o Edimburgo ai vicoli di Riomaggiore, località delle Cinque Terre. Proprio a Riomaggiore è dedicato il suo dipinto che qui riporto, un olio su tela realizzato a fine diciannovesimo secolo, quando il pittore soggiornava spesso tra la Liguria e l’Isola d’Elba. Era forte anche Signorini, artista dal tratto meno evanescente di Fattori ma capace di conferire ai dipinti una luminosità molto vicina al reale.

Più vero del vero, più realistico della realtà, è invece il quadro Prime giornate di bel tempo del piacentino Stefano Bruzzi, illustrato a inizio articolo, forse l’opera tra quelle in mostra che più si avvicina a una finestra aperta. Oltre alla potenza cromatica sprigionata dalla terra arata, dai contadini a riposo, e dall’azzurro degradante del cielo, nel dipinto di Bruzzi stupisce quello che in linguaggio cinematografico si chiamerebbe profondità di campo : la messa a fuoco di oggetti posti a distanze diverse rispetto al punto di osservazione.

Belli, sono davvero belli i dipinti dei Macchiaioli in mostra alla GAMManzoni di Milano. Ciò che ora mi piacerebbe vedere è una retrospettiva completa su questo interessantissimo movimento artistico fiorentino : chissà che in Francia, il paese in cui vivo, un giorno non si accorgano che prima degli Impressionisti c’era gente in Italia che dipingeva bene come loro. Forse meglio ?

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2 risposte a "I Macchiaioli in mostra alla GAMManzoni di Milano"

  1. Macchiano luce e bellezza i macchiaioli
    srotolando cieli dal profumo azzurro,
    sassi d’oro lucente e vesti cangianti
    al volgere del giorno,
    connubio d’arte e sentimento
    passeggiano nel vento
    dell’epoca lontana
    sussurando eleganti cromìe
    su tele di trasparenti
    pensieri assorti…

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