Si combatteva qui ! arriva a Genova. E anche in libreria.

Questi dossi di monti
si sono coricati
nel buio delle valli

Non c’è più niente
che un gorgoglio
di grilli che mi raggiunge
 

E s’accompagna
alla mia inquietudine.
Giuseppe Ungaretti

Vi ricordate della mostra fotografica Si combatteva qui ! del mio amico Alessio Franconi ? Ne ho già parlato due anni fa in occasione della sua edizione milanese presso il Museo del Risorgimento, ma dato che il progetto è in continua evoluzione mi pare giusto tornare sull’argomento e trattarlo in maniera più approfondita. Stavolta partendo davvero dai suoi esordi.

Si combatteva qui ! ha origini lontane, molto lontane nel tempo : tutto iniziò uno sfortunato giorno di più di cent’anni fa, quando Giovanni Battista Gallelli, il bisnonno del mio amico Alessio, dovette lasciare Genova per partire al fronte di guerra. All’epoca, infatti, l’allora Regno d’Italia era impegnato in uno dei più gravi conflitti del ventesimo secolo, la Prima guerra mondiale detta anche Grande guerra, e moltissimi giovani italiani venivano chiamati alle armi per combattere le truppe dell’Impero austroungarico negli impervi territori che andavano dal Passo dello Stelvio alla foce del fiume Isonzo.

Tra questi soldati reclutati speditamente in tutta Italia figurava ahimè anche il bisnonno di Alessio, che con il cuore pieno di tristezza abbandonò la famiglia per andare incontro al suo destino : nemmeno la giovanissima figlia, aggrappandosi ai suoi stivali al momento della partenza, riuscì a impedire la tragica fatalità. Il 17 settembre del 1916 Giovanni Battista Gallelli cadeva in combattimento a Nova Vas, località carsica situata nell’attuale Slovenia. Era, la sua, una delle tantissime vite spezzate in nome di un assurdo calcolo politico travestito da coraggioso atto patriottico : il sacrificio, perlopiù gratuito, di un’intera generazione d’italiani e austroungarici.

Finita la guerra, nel 1918, passarono gli anni ; ce ne fu un’altra, di guerra, tra il 1939 e il 1945, talmente devastante da far capire ai paesi europei che massacrarsi a vicenda non era utile per nessuno, né per chi ne usciva sconfitto né per chi ne usciva vincitore. Una dura lezione, questa, che contribuì alla creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, istituzione antesignana della moderna Unione Europea, e soprattutto a un lungo periodo di pace tra i suoi paesi membri.

Europeista convinto, avvocato di professione e fotografo per (sfrenata) passione, il mio amico Alessio Franconi cinque anni fa ha intrapreso un progetto che da Milano, città in cui vive, lo ha portato nei luoghi dove si svolsero le cruenti battaglie della Prima guerra mondiale : nei territori dello Stelvio, tra le creste delle Dolomiti, sulle cime delle Alpi Giulie, nei ghiacciai della Marmolada e dell’Adamello fino alle vallate slovene dell’Isonzo. Un percorso per documentare, attraverso l’arte fotografica, come sono adesso le località che furono teatro dei terribili scontri di trincea e di alta montagna, ma anche per rendere omaggio postumo ai tanti, come il bisnonno di Alessio, che combattendo persero la vita ancora in giovane o giovanissima età.

Da escursioni fino alle vette alpine, raggiungendo addirittura i 3200 metri di altitudine, Alessio Franconi ha realizzato moltissimi scatti fotografici in bianco e nero, cinquanta dei quali sono stati selezionati per dar vita alla prima edizione della mostra Si combatteva qui !, inaugurata nel settembre 2015 presso il Museo del Risorgimento di Milano. Da qui l’esposizione fotografica ha iniziato a viaggiare, prima nelle località italiane di Camogli, Acqui Terme e Cervia, poi nella città slovena di Kobarid.

Malgrado l’impegno nella promozione della mostra, la voglia di andare ancora più a fondo nell’esplorazione geografica e nella ricerca storica non ha fatto che aumentare per il giovane fotografo, tanto che tra gennaio e febbraio dello scorso inverno Alessio Franconi ha deciso di recarsi nei luoghi del cosiddetto fronte orientale della Prima guerra mondiale, prevalentemente sui Monti Carpazi, dove si affrontarono truppe tedesche, austroungariche e ottomane da una parte, ed esercito russo dall’altra.

Una carneficina quasi dimenticata, il fronte orientale, riesumata da Franconi negli attuali territori di Ungheria, Ucraina, Polonia e Slovacchia : così Si combatteva qui ! si arricchiva di cinquanta nuove foto. Dopo la tappa di Tallinn, capitale dell’Estonia, dove la mostra era presentata nella sua versione completa, Si combatteva qui ! è da poco arrivata a Genova, città in cui rimarrà fino all’inizio del nuovo anno per poi ripartire verso altre mete europee. Cracovia, in Polonia, e già prenotata per il prossimo maggio, e chissà che con qualche sforzo in più non si riesca a portarla anche qui da me in Francia.

Sull’onda dell’interesse manifestato da parte di enti e associazioni verso il progetto di Alessio, inoltre, la casa editrice Hoepli ha recentemente pubblicato un libro che riunisce tutte le foto presenti all’esposizione. Si combatteva qui ! è diventata anche un’opera editoriale illustrata, in vendita nelle librerie da ottobre scorso : sarebbe bello, immagino io, se un giorno, qualcuno, guardando quelle immagini, e magari recandosi in quelli stessi luoghi ritratti in bianco e nero, ormai a cent’anni di distanza dai terribili fatti, fosse ancora in grado di trovare le parole giuste per descrivere la brutalità della guerra. Ma questo è forse un mestiere da poeti.

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2 risposte a "Si combatteva qui ! arriva a Genova. E anche in libreria."

  1. L’onore delle armi

    Fieramente l’armata sconfitta
    rassegnava all’avversaria stella
    un dritto comandante con spada sguainata
    nel nitido dipinto di aquila ferita,
    fiero rapace stanco, privo di nostalgia
    ciglia pietrificate asciutte dall’orgoglio
    fascio di nervi d’acciaio temperato
    cuore sospeso al cappio del coraggio
    alla fluente ombra della bandiera amata.
    Sacerrima emozione, valore conclamato
    lo scontro generoso tra combattenti audaci
    per gli ideali morti nell’elmetto.
    Opportunisti corvi guadavano il corteo
    tacendo ogni sardonico gracchiare
    rollando lievi e incuriositi il capo
    al fragoroso vulcanico comando:
    -“ PRESENTAT’ARM! “
    Il nostro mondo, senza assoluzio

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