I Love Robert Indiana

Una di quelle cose che ho talmente visto e rivisto da non farcene più caso, come i braccialetti in plastica colorati che di tanto in tanto tornano di moda, oppure i borselli da uomo. LOVE : scritto su portachiavi, adesivi, magliette, copertine di quaderni, ciondoli da appendere in macchina… LOVE : sarà l’ennesima patacca da ragazzine, pensavo. LOVE : forse perché a febbraio era San Valentino ? LOVE : e invece ho preso una cantonata.

LOVE
LOVE
Robert Indiana
1966. Olio su tela

Un pezzo d’arte contemporanea ormai diventato un marchio commerciale, questo è il LOVE di Robert Indiana. C’è voluta una mostra intera, quella in corso al Museo della Permanente di Milano, perché finalmente me ne facessi una ragione. L’origine di questo incredibile progetto artistico, uno dei più grandi degli ultimi decenni, risale agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, ed è merito di un uomo molto particolare.

Robert Clark nasce nel 1928 nell’Indiana, stato federale americano stretto tra Ohio e Illinois, un posto evidentemente tanto importante che il giovane artista, una volta partito per New York in cerca di fortuna, decide di portarlo con sé facendoselo imprimere sulla carta d’identità : per un vezzo di campanilismo o affetto nostalgico, nel 1958 Robert Clark diviene Robert Indiana. Robert Indiana è un artista che ha studiato all’Accademia, negli Stati Uniti e in Scozia, e come molti altri artisti della sua generazione trova ispirazione negli oggetti della vita moderna, materiali di consumo che hanno ormai invaso la quotidianità di milioni di persone e che lui ricicla in curiosi assemblaggi. A impressionarlo profondamente, poi, sono i grandi cartelli pubblicitari e i segnali stradali, reinterpretati nelle opere di Indiana quali imponenti pannelli colorati in cui campeggia una sola scritta a caratteri cubitali. HUG, HUB, EAT, DIE… nella società dell’usa e getta, la potenza del verbo si misura in metri quadrati.

LOVE
LOVE
Robert Indiana
1966-1998. Scultura in alluminio policromo

L’idea del LOVE, riferisce Robert Indiana, non deriva da un episodio sdolcinato della sua vita da giovane artista ma da un ricordo d’infanzia, quando ancora bambino era rimasto colpito dall’insegna God Is Love (Dio È Amore) su una chiesa cristiana scientista. Dopo un primo ribaltamento del messaggio con il dipinto Love Is God (L’Amore È Dio) del 1964, Indiana esclude la tematica religiosa per fare dell’Amore il soggetto unico e maestoso di otto quadri in cui la parola LOVE è scomposta in due sillabe sovrapposte che si incasellano in un quadrato perfetto. LO-VE, caratteri rossi su campo verde e azzurro. Una simmetria il cui equilibrio è turbato dalla O sbilenca, in décalage rispetto alle altre lettere, come a significare la fragile irrazionalità provocata dal sentimento amoroso.

Il dipinto ha talmente successo che nel 1965 il MoMa di New York lo sceglie come immagine delle proprie cartoline natalizie, mentre nel 1973 il servizio postale statunitense decide di riprodurlo su una serie limitata di francobolli. Piace persino a quei giovani che negli anni ’60 portano magliette sgargianti e frequentano abitualmente immensi concerti campestri : il LOVE di Robert Indiana diventa il simbolo della cultura libertina e pacifista degli hippy. Ma la storia non finisce qui. Negli anni a venire l’artista americano lavora a variazioni sul tema, realizzando una serie di sculture in metallo colorato che portano nelle piazze di tutto il mondo l’amorevole parola, tradotta talvolta in lingue diverse come l’ebraico (אהבה) o lo spagnolo (AMOR). LOVE : stavolta, come scrivevo all’inizio, ho preso davvero una cantonata. Sarò mica innamorato?

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7 risposte a "I Love Robert Indiana"

  1. LOVE e mi piace leggere a ritroso: EVOL – come evoluzione della specie umana, seguendo, coltivando ed evangelizzando AMORE. forse Robert Indiana voleva proporre questa umana condizione per la continuità della nostra razza…

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