Dipinti a più di cent’anni l’uno dall’altro, paiono nati per stare insieme : e infatti il curatore della bella mostra La finestra sul cortile – Scorci di collezioni private, attualmente alla Galleria di Arte Moderna di Milano, ha deciso di metterli appaiati. Entrambi privi di cornice, entrambi poco più grandi di un foglio A4, entrambi contraddistinti da tonalità cromatiche quasi neutre, sono due dipinti a olio su tela.

Jake & Dinos Chapman
2008. Olio su tela
L’uno, il più recente, è il lavoro di una coppia di artisti inglesi contemporanei, i fratelli Jake & Dinos Chapman ; l’altro, invece, è un autoritratto incompiuto di Francesco Hayez, probabilmente il più celebre pittore italiano del diciannovesimo secolo. Abituati a sconcertare il pubblico con scene di tortura e incursioni nella pornografia, i due fratelli terribili si sono inventati uno strano personaggio che pare uscito da un incubo di Francisco Goya.

Francesco Hayez
1881. Olio su tela
Giullare maligno o cortigiano irriverente : un naso lungo come un grissino, gli occhi piccoli e inespressivi e un sorriso che lascia immaginare i più diabolici pensieri. Ma chi rappresenta il loro quadro ? Forse uno Cyrano di Bergerac a digiuno di poesia e buone maniere. A ingarbugliare le cose ci si mette anche un titolo rubato al peggiore dei fotoromanzi, One Day You Will No Longer Be Loved – X (trad. “un giorno non sarai più amato – X”), che abbinato allo stile fintamente antico del dipinto crea un effetto tanto più grottesco.
E poi c’è il quadro di Francesco Hayez, il Francescone nazionale, il campione del romanticismo all’italiana (vi ricordate il suo dolcissimo Il bacio ?). Realizzato dall’artista veneziano all’età di novant’anni e neanche terminato, ritrae il viso del pittore invecchiato ma dallo sguardo ancora lucido : la prova di come l’esercizio di un’attività artistica ritardi gli effetti dello scorrere del tempo sulle facoltà intellettuali.
La pittura risorgimentale ottocentesca e gli esiti contemporanei della tradizione gotica anglosassone : a pensarci bene non si potevano accostare stili più distanti, eppure i due quadri sembrano andare a braccetto. Brutto uno e vecchio l’altro, hanno accompagnato le mie sfortunate ferie natalizie.
Bellissimo post e realmente interessante! Il ritratto di Francesco Hayez è l’ulteriore prova di come l’arte sia un elisir di lunga vita. E quindi un brindisi a questa splendida Dea che noi abbiamo il dono di contemplarla
Adriana Pitacco
Francesco Hayez fu un grandissimo pittore, sicuramente meriterebbe più di quelle quattro righe che gli ho dedicato. Accostare un suo ritratto al quadro dei fratelli Chapman, poi, sembra quasi di fargli una burla, ma l’intuizione dei curatori della mostra è proprio di mostrare le (felici) contraddizioni dell’arte moderna e contemporanea.
Un accostamento davvero azzardato ma di grande effetto!Sono pienamente d’accordo, nei generi non potrebbero essere più distanti eppure la patina antica, posseduta da Hayez e ricreata nei Chapman, permette di accorciare una distanza altrimenti incolmabile.
Davvero un post interessante!
Sembrano guardarsi come se si fossero appena imbattuti l’uno nell’altro. Un momento cristallizzato, ma che non è mai stato. Viene quasi voglia di immaginarsi cosa si sarebbero detti, se Hayez e un personaggio simile a quello partorito dai fratelli Chapman si fossero davvero incontrati.
Ottima idea dedicare un post a questa iniziativa!
Chissà, forse si sarebbero anche trovati simpatici 🙂