
Felice Casorati
1944. Olio su tela
Cose che mettono freddo solo a guardarle. Turisti tedeschi che si tuffano nel Mar Ligure in febbraio (tanto in Italia fa sempre caldo), il mio collega in infradito alla festa di Natale, l’Armatura sotto la neve di Felice Casorati. Voi cosa ne dite? Mi piacerebbe dilungarmi sul divertente episodio natalizio, ma penso che ormai mi conosciate : io sono un tipo noioso, e per questo ho deciso di dedicare il breve post di oggi all’Armatura di Casorati. Un olio su tela dipinto nel 1944, in un inverno che fu forse più rigido di quello attuale.
Neve, neve, neve. Neve da tutte le parti. Il manto bianco ricopre le dolci colline piemontesi, all’epoca triste teatro della guerra partigiana, evento a cui il quadro non fa tuttavia alcuna allusione. Il cielo grigio, grigio tendente al blu, come il tronco o i pochi rami dell’albero che spunta, come le nuvole indistinguibili nel pesante candore invernale, ancora gravide dei leggeri fiocchi che scivolano lentamente a terra.
E in primo piano, l’armatura. Marrone tendente al nero : o nera tendente al marrone. Freddi pezzi di ferraglia che scolpiscono un corpo cavo. Con quelle braccia che si congiungono sull’elsa della spada. Con quelle gambe leggermente arcuate. Ma chi può avercela messa, lì su un piedistallo, la spessa corazza medievale ?
Il realismo magico di Felice Casorati : scenari apparentemente banali che sprigionano una speciale carica di fantastico. Quale un’armatura sotto la neve, che potrebbe da un momento all’altro animarsi e prendere vita, combattere impossibili battaglie e sfidare invincibili nemici. Oppure restare così, ferma e impassibile, lasciando che la neve continui ad accumularsi sul freddo metallo. Un’armatura sotto la neve : forse non c’è bisogno di riprodurla su tela, perché l’immagine diventi un quadro.
Un’armatura che potrebbe sostituire il tradizionale pupazzo di neve nell’innevato paesaggio invernale, ma con risvolti soggettivamente mediatici sul tema bellico. L’armatura si pone come un metallico fantasma temporale nel contesto di un periodo difficile e drammaticamente vissuto nell’epoca del conflitto mondiale. Simbolo della presenza numerica di combattenti lanciati nell’olocausto umano, approssimativamente protetti da elmetti ed inadeguate protezioni, fortuitamente sostituita, nel dipinto di Casorati, da una possente armatura che non offre comunque difesa, ma pretesto di dissidenza militare ed anacronismo conclamato sulle possibilità di difesa umana…
Molto interessante la tua lettura dell’opera, io vedevo il quadro di Casorati dissociato dal contesto bellico dell’epoca in cui fu dipinto.