Il favoloso mondo di Antoh

Sì, è vero, sono uno stronzo. Sono uno stronzo perché faccio promesse che non mantengo. Belli i tuoi quadri, mi piacciono davvero : voglio proprio scrivere qualcosa su di te. E poi scompaio. Ma per chi diavolo mi prendo ? Questa è l’ultima, l’ultima davvero…

antoh-bustoQuando l’ho incontrato per la prima e unica volta, al salone art3f di Lione aprile scorso, Antoh mi ha accolto come un amico. Cosa ne pensi di questo mio quadro ? E di quello? Sai, non parlando francese, in questi tre giorni di fiera ho avuto poche occasioni di discutere con i visitatori e gli altri artisti: ma ora sarei curioso di conoscere la tua opinione…

Ridendo e scherzando, mi sono trattenuto al suo stand per quasi un’ora. A intrigarmi, oltre ovviamente ai colorati dipinti, è stato il loro originalissimo autore. Originalissimo nel senso letterale del termine : contrario allo stereotipo. Avete presente l’artista ribelle, i capelli lunghi spettinati, i pantaloni rattoppati e magari qualche tatuaggio che emerge da sotto la maglietta stropicciata ? Antonio Mansueto, in arte Antoh, è l’opposto di tutto questo.

Il Principe Myskin
Il Principe Myskin
Antoh
2014. Olio su tela

Lui naviga davvero controcorrente : un completo di camicia e gilet per un artista che lavora in banca. Analista finanziario a Milano. Un uomo che ogni mattina si veste di tutto punto e si reca nei perfettissimi uffici a eseguire le incontestabili operazioni bancarie, per poi la sera, sciolto il nodo alla cravatta e sbottonata la giacca, estraniarsi dall’impeccabile realtà impiegatizia con un’attività a suo modo sconvolgente.

Non vi sto presentando l’ennesimo professionista che nel dopolavoro, tra una partita di biliardo e una cena fra colleghi, riesce anche a trovare il tempo di pasticciare qualche acquarello. L’attività creativa del nostro Antoh va oltre il puro svago extraprofessionale, oltre l’hobby intellettuale dell’impiegato laureato in Fisica.

Quando dipinge, Antonio Mansueto mi pare piuttosto un uomo in fuga. Niente paradisi artificiali o sogni esotici : la sua è una fuga lenta, quotidiana, una fuga pacifica. Una fuga iniziata in giovanissima età, a Napoli, sua città natale, quando a dieci anni impara a dipingere a olio copiando Van Gogh, e proseguita fino al giorno del nostro incontro (e chissà per quanto tempo ancora).

Madonna di Duccio
Madonna di Duccio
Antoh
2011. Olio su tela

Fuggire, via, estraniarsi dalla realtà che ci circonda per creare un mondo nuovo, tutto suo, un mondo popolato da personaggi letterari e celebrità della musica, un mondo in cui coloratissime figure a metà tra il Picasso cubista e i fumetti della Pimpa rimandano a citazioni della storia dell’arte, un mondo dove si può ridiventare bambini anche oltre i 15 minuti della pausa caffè.

Bello, il mondo di Antoh. Non vi piacerebbe viverci ? E dire che spesso è frutto di distratti scarabocchi su carta inventati durante noiose telefonate in ufficio. Da un confuso ghirigoro a penna, sviluppato poi su tela con colori a olio, può nascere un irriconoscibile ritratto del principe Myskin, lo sfortunatissimo protagonista de L’idiota di Dostoevskij, oppure la rivisitazione in chiave pop di un capolavoro dell’arte rinascimentale. Quando è la libera immaginazione a farla da padrone, non ci sono procedure burocratiche o regole aziendali che tengano : nel mondo di Antoh tutto è possibile, anche riscrivere i libri, riscrivere persino il libro dei libri, fantasticare scenari alternativi della Bibbia.

L'albero di Babele
L’albero di Babele
Antoh
2013. Olio su tela

Vola alta, la fantasia dell’artista napoletano. Fa e disfa la leggenda della torre di Babele con la serenità di un bambino che smonta e rimonta una costruzione di lego. Perché incaponirsi nell’impossibile tentativo di raggiungere il cielo ? Giù tutto ! Antoh rasa al suolo qualsiasi ambizione di comprendere lo scompiglio contemporaneo, e su quel che resta pianta un bell’albero, L’albero di Babele, favolosa impalcatura cromatica dove è inutile cercare di trovare un senso compiuto : se volete risposte certe, sottoscrivete una polizza assicurativa. O al limite aprite un conto in banca : ci lavora gente in gamba.

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2 risposte a "Il favoloso mondo di Antoh"

  1. Allora anche i bancari hanno un’anima……….Complimenti ad Antoh, mi piacciono le sue creazioni.
    Grazie Riccardo, mi fai conoscere sempre nuovi artisti

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