Mi è capitato una settimana fa al Museo di Grenoble. Bello, il Museo di Grenoble. Uno dei miei musei preferiti. Una grande collezione di arte classica abbinata a un’importantissima sezione di arte moderna e contemporanea : molte opere, molti capolavori, poca calca all’entrata e nei saloni espositivi.
Quando volete farvi una bella scorpacciata artistica senza subire gli effetti indigesti che possono provocare musei come il Louvre o il MoMa di New York, vi suggerisco di farvi un giro al Museo di Grenoble. Ma ora veniamo al dunque.
Un sabato pomeriggio di metà giugno, vagando per le sale del museo, accade che m’imbatto in una simpatica iniziativa organizzata dal comitato museale. Un concerto canoro itinerante. Un coro di giovani cantanti che si spostano da una sala all’altra, esibendosi di volta in volta in una prestazione musicale differente. Il pubblico è entusiasta, i cantanti sono bravi e anch’io mi fermo a godermi lo spettacolo.
One, two, three, four, five, six, seven, eight…
Intanto che il coro scandisce il tempo, un giovane attore dai tratti asiatici, la camicia azzurra fuori dai pantaloni e lo sguardo sorridente, recita i versi di un poeta americano di cui non ricordo il nome :
It could be … John Lennon … War … Paul McCartney … America …
Brandelli di testo mi arrivano alle orecchie, e anche se non riesco veramente a capirne il senso sono contento lo stesso. Felicità è farsi una lunga nuotata in mare, felicità è leggere un bel libro, felicità è ritrovare un vecchio amico. E felicità è assistere a una corale nel Museo di Grenoble.
Rapito dall’incanto melodico, nascosto nel gruppo di variegati spettatori, faccio un leggero movimento della gamba sinistra per meglio addossarmi al muro retrostante.
Crack !
Silenzio in sala.
Una bottiglietta di plastica che ho accidentalmente urtato con il piede rotola in avanti. Non mi ero accorto della sua presenza. Un ragazzo si volta verso di me, l’aria sconsolata :
Era un’opera d’arte…
Questo mi sa che è l’ultimo post che scrivo.
Che dire? Dimostrazione che l’arte contemporanea contamina la nostra vita, mescolandosi ad essa!
L’importante è riconoscerla e non prenderla a calci come ho fatto io 🙂
L’opera d’arte non l’hai rovinata tu ma ma chi ha lasciato a terra la bottiglietta. Gli errori involontari sono perdonabili ; continua a postare….
Ok !