Giorno di festa al Pio Albergo Trivulzio

E questo quadro da dove salta fuori ? Normalmente è conservato al Museo d’Orsay di Parigi, ma io l’ho scoperto alle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano. A un primo sguardo certamente non mette di buonumore, ma nemmeno mette tristezza. Ecco, forse mette sonno…

Giorno di festa al Pio Albergo Trivulzio
Giorno di festa al Pio Albergo Trivulzio
Angelo Morbelli
1892. Olio su tela

Un olio su tela largo più di 1 metro e 20 centimetri raffigurante una grande sala poco illuminata, il soffitto alto e dei lunghi banchi, con accasciati qua e là degli stanchi personaggi in uniforme grigia. L’interno di una chiesa ? No, anche se l’ambiente nel suo insieme ha un che di sacrale. Il titolo è la chiave del dipinto : Giorno di festa al Pio Albergo Trivulzio.

Che idea ! L’artista piemontese Angelo Morbelli li sceglieva bene i soggetti dei suoi quadri, a luminosi paesaggi alpini alternava scene a carattere sociale. In questo caso, poi, il quando fa a pugni con il dove : Natale, Capodanno, Pasqua, Sant’Ambrogio… al Pio Albergo Trivulzio, storico ricovero per anziani milanese, forse più noto come “la Baggina”, qualsiasi festività pare el dì di Mort.

pio-trivulzio-stemmaAlegher ! Le più malinconiche delle canzoni malinconiche di Laura Pausini o Bobby Vinton a confronto sono acqua fresca, la solitudine dipinta da Morbelli non ha rivali. Poche persone in languida attesa di parenti o amici che non verranno più, volti nascosti o troppo distanti per suscitare la minima speranza di un riconoscimento : eh, ma quello non è il Gianni ? E quell’altro, l’Antonio ? Come si sono fatti vecchi… Brutta bestia, il ritrovarsi soli al mondo. Soprattutto dopo una vita passata a tirare la carretta nel maledetto tentativo di sbarcare il lunario.

Io lo trovo sconvolgente, bello e dannato come un verso di Baudelaire o un Cristo di Mantegna. Da un salone semivuoto, popolato da quelle poche anime perse, sul finire del XIX secolo, Angelo Morbelli riesce a tirare fuori della poesia, inventare un mondo, raccontare una storia. Potere dell’immaginazione creatrice.

Per fare dell’arte, dell’arte che sia grande, talvolta bisogna puntare in alto, scrutare oltre il cielo, al di là delle nuvole. Altre volte, invece, basta abbassare lo sguardo. E scoprire la straordinaria umanità che ci circonda.

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