Grazia Toderi e le sue fate

Ecco un quadro che mi ricorda un film. Anzi, due film. Un film italiano e uno americano : una commedia degli anni ’60 con Alberto Sordi e una produzione hollywoodiana targata Spielberg. Non che l’Albertone nazionale c’entri qualcosa con la foto di Grazia Toderi, ci mancherebbe ! L’associazione che mi sorge spontanea con il mitico Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa ? (1968) è dovuta a criteri puramente quantitativi. Tanto era lungo e intrigante il titolo della divertente pellicola italiana, tanto è più soave e articolato il titolo del quadro della Toderi. Tutto qui.

Grazia Toderi
C’era in lei qualcosa della fata, e niente è più insopportabile, a giudicare dalle fiabe, che vivere con una fata…
Grazia Toderi
1994. Cibachrome su alluminio

Sul versante americano c’è invece altro da dire. C’era in lei qualcosa della fata, e niente è più insopportabile, a giudicare dalle fiabe, che vivere con una fata… non sono belle parole a vanvera. Poste a didascalia di una foto patinata rappresentante un oggetto non ben identificato (un bicchierino da liquore rovesciato ? un cubetto di ghiaccio ?) in un prato, come a racchiudere un fiorellino in germoglio, divengono lo spunto per un racconto, l’inizio di un romanzo, un primo passo verso l’isola che non c’è. L’artista ci dà il La, sta poi a noi comporre il seguito della sinfonia.

Chi è prima di tutto la “lei” di cui parla il titolo ? Io un’idea ce l’avrei, ma vi confesso che mi imbarazza un poco. Ma che m’importa, tanto lo so che siete in pochi a leggere questo blog : il titolo fa riferimento a Campanellino, la minuscola fatina amica di Peter Pan. Un personaggio simpatico, talvolta troppo assillante nella sua gelosia verso quel bambinone di Peter. La mia fantasia drogata da film americani me la fa immaginare con le fattezze della giovane Julia Roberts in Hook – Capitano Uncino (1991) di Steven Spielberg, ma ognuno è libero di rappresentarsela come gli pare.

Nel quadro di Grazia Toderi, tuttavia, non pare esserci traccia di fate, Peter Pan o attrici hollywoodiane : e allora il titolo a cosa diavolo si riferisce ? Osservate attentamente i germogli racchiusi nell’oggetto non ben identificato. Io di piante ci capisco poco, ma mi piace pensare che si tratti di germogli di Campanule, fiori comuni sull’arco alpino conosciuti anche con il nome di Campanelle. A questo punto tutto torna : le Campanelle stanno per Campanellino la quale sta per la fata della fiaba citata nel titolo dell’opera.
E anche oggi mi sono inventato un’interpretazione tutta mia di un quadro a caso.

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