A casa di Luca Merendi

Tra le tante cose belle di tenere un blog, un blog di arte contemporanea, è la grande opportunità che offre d’incontrare gente interessante. Cosa più bella ancora, è il pretesto che io m’invento per tampinare amici o vecchie conoscenze ormai perse di vista. Compagni di giochi, complici di scorribande, persone incrociate per sbaglio. E non da ultimi, vecchi colleghi di lavoro.

luca-merendi-ritrattoCon Luca Merendi Stanghellini Perilli, conosciuto anche con il nome d’arte di Driveslave, ho avuto il piacere di condividere la mia breve e disastrosa esperienza nella fabulosa pubblicità milanese, quando ero ancora convinto che le mie velleità creative potessero andare oltre a degli articoletti pubblicati settimanalmente su piattaforma WordPress. Lavoravamo a La scuola di Emanuele Pirella, Luca era un art director, io un aspirante copywriter : lui disegnava loghi aziendali e impaginava annunci pubblicitari, io sbattevo la testa contro lo schermo del computer nella speranza di trovare slogan accattivanti. Fino al giorno in cui lo schermo si è rotto, e con lui anche il mio misero contratto di lavoro.

Direx
Stovepipe – Serie Pretenders
Luca Merendi
2014. Stampa digitale su Direx

Abbandonato questo mondo bello e impossibile per dedicarmi a tutt’altre faccende, recentemente sono capitato a Milano e ho pensato bene di presentarmi a casa di Luca Merendi. Ciao Luca, ti ricordi di me ? La mia è una faccia da tonto che non si scorda in fretta, e il caro Merendi mi ha accolto con un bicchiere di Pastis in mano e un sorriso stampato sul viso.

Lui ora non si dedica quasi più alla pubblicità, sono finite le campagne per i biscotti dietetici o le pastiglie contro il mal di testa. Solo qualche lavoro da libero professionista. La sua anima creativa, tuttavia, la sua vera anima creativa, continua a produrre idee che trovano espressione in un campo che forse (forse?) paga meno di quello pubblicitario. Ma che d’altra parte libera dai capricci dell’industrialotto di turno speranzoso di convincere la gente a comprare i suoi mocassini/rubinetti/cavatappi con improbabili spot televisivi. Sì, Luca Merendi è un artista. Un artista senza patente : niente accademie o scuole d’arte. Autodidatta ? Non lo definirei autodidatta, sarebbe sminuirlo. Lui è un artista nell’anima. Dipinge, fotografa, scolpisce, scrive. Forse suona anche, mi sono dimenticato di chiederglielo. Il suo talento, infatti, fin in giovanissima età… Beh, che c’è, vi paio troppo leccaculo ? Erano più di quattro anni che non vedevo Luca, ora devo fare un po’ il ruffiano. Riprendiamo allora il discorso.

Il suonatore d'organo
Il suonatore d’organo
Luca Merendi
2010. Stampa digitale su Direx

Luca Merendi artista nell’anima. Dipinge : ma non nel modo tradizionale del termine. I suoi quadri, infatti, benché simili ai dipinti in acrilico, sono in realtà il risultato di una tecnica che combina fotografia digitale e rielaborazione su Photoshop. Scatto fotografico dal vivo, importazione dell’immagine su computer, fotoritocco, profondo fotoritocco, stampa del quadro su un supporto in Direx (materiale composito con anima in poliuretano espanso ad alta densità e rivestimento in PVC semiespanso da 1mm). Un processo altrettanto lungo della pittura su tela con colori e pennello, ma con il vantaggio che non ci si sporcano le mani.

Seafan
Seafan – Serie Pretenders
Luca Merendi
2014. Stampa digitale su Direx

Per lo più si tratta di ritratti, a Luca Merendi piace rappresentare il corpo umano. Il suo e quello degli altri. Ritratti di uomini, ritratti soprattutto di donne, serie di ritratti. I più recenti fanno parte di una collezione intitolata Pretenders, coloro che pretendono nel senso che fingono, si camuffano come in uno spettacolo di burlesque, e Luca mi spiega che alcuni Pretenders sono ora esposti a una mostra in Piemonte dedicata al neogotico. Nella mia ingenuità faccio fatica ad accostare i quadri di Luca Merendi alle architetture con archi rampanti e guglie sottili, come il Duomo di Milano o il Tower Bridge di Londra, i suoi personaggi dall’identità confusa impegnati in pose plastiche mi ricordano piuttosto gli inquietanti ritratti del pittore inglese Francis Bacon. Giusto! mi risponde Luca, è proprio a Bacon che pensava durante la realizzazione di Pretenders : a Francis Bacon e ai lavori di Gianluigi Toccafondo, il disegnatore italiano a cui si devono gli spot animati per la Sambuca Molinari o la casa di produzione cinematografica Fandango. In un modo o nell’altro, Merendi non riesce a togliersi la pubblicità dalla testa.

Co.co.profilo
Co.co.profago
Luca Merendi
2009. Tecnica mista

Concepita meditando sulla sua esperienza nel mondo pubblicitario, quando ci era ancora dentro fino al collo, è infatti un’opera che sfoggia orgogliosamente in cucina. Appetitosa : in gergo pubblicitario si direbbe appetising, che fa venire l’acquolina in bocca. Non è un dipinto, non è una scultura e non è neanche un ricamo all’uncinetto. Una mini installazione, un’opera di tecnica mista. Ragazzi, è pronto in tavola ! Cari giovani pubblicitari, il mercato vi riserva un piatto speciale, ottimo e abbondante : un bel pezzo di merda servito come potrebbero servirvi un cheeseburger con patatine fritte in un ristorante Tex-Mex. Scordatevi le merde artistiche del buon vecchio Piero Manzoni, qui Luca fa un discorso meno intellettualistico e decisamente più militante. Co.co.pro. : contratto di collaborazione a progetto, ovvero una delle più grandi trappole che sia riuscito a produrre il sistema lavorativo italiano. Co.co.profago : mangi la merda, ti lecchi le dita e dici pure grazie.

tori-luca-merendi

Dopo questa interessante escursione culinaria, Luca Merendi mi mostra alcune sculture in metallo raffiguranti corpi umani contorti e minacciosi animali. Anche queste le hai fatte tu ? gli domando. Sì, ma senza l’aiuto del computer o rielaborazioni digitali. Il modello in ceramica lo plasma lui manualmente, mentre la versione definitiva in bronzo viene eseguita da specialisti del mestiere. All’artista di trovare l’idea, all’artigiano di realizzarla. Dal canto mio sono davvero sorpreso dall’abbondanza e la varietà della produzione dell’artista Merendi. All’epoca in cui lavoravamo insieme, quando la sera andavo a perder tempo tra stuzzichini e carabattole sui navigli milanesi, non immaginavo che lui rientrasse a casa e realizzasse quadri, sculture e tutto il resto. E io che vado a cercare gli artisti in capo al mondo : talvolta basterebbe domandare ai colleghi d’ufficio come impiegano il loro tempo libero.

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