Inutile cercarle in spiaggia. O in discoteca. Oppure, peggio ancora, alle sfilate di moda. Le più belle sono negli alberi. Nascoste dentro gli alberi. E solamente una mano precisa e delicata è in grado di scovarle. La mano di un artista ? Lui preferisce definirsi un artigiano, un abilissimo artigiano. Si chiama Franco Casoni, e di mestiere fa l’intagliatore. Scolpisce il legno, ma anche pietra e marmo. Aprendo, scavando, modellando i materiali grezzi, trova delle forme umane di rara bellezza, o degli stemmi di stile antico, o dei mobili da interni. Lavora su commissione : ditegli cosa trovare, e lui lo scolpirà.
Per la creazione qui accanto, ad esempio, gli era stato chiesto di realizzare una statua lignea a ornamento di un locale pubblico. Lui ha estratto da un tronco d’albero una fanciulla con le braccia levate in alto, gli occhi chiusi e una maglietta bagnata che lascia trasparire il petto prosperoso. Altro che le sciacquette che si vedono sui settimanali : una donna di legno, ma nel senso buono. Una polena. Una scultura lignea come quelle che erano poste a prua nelle imbarcazioni a vela, sotto l’albero di bompresso. Da rimanere sconcertati : nell’epoca delle sigarette elettroniche, gli smartphone e i Daft Punk, c’è ancora qualcuno che fabbrica polene. Ma come sarà arrivato a tanto ?
Nato nel 1944 a Chiavari, cittadina ligure in provincia di Genova tradizionalmente riconosciuta per la produzione di sedie (doveste mai capitarci non abbiate paura di rimanere in piedi), Franco Casoni ha coltivato il proprio talento manuale seguendo l’antico e nobile percorso dell’apprendistato in bottega. Già in età scolare, infatti, scoperte le sue doti per il disegno e il suo senso acuto della prospettiva, comincia a lavorare come apprendista presso l’ebanisteria chiavarina di Antonio Gatti, specializzata in mobili di apparato. Console, specchiere, scaffalature, vetrine… Merce di grande prestigio. Un bel sacrificio per il giovane Casoni : mentre i suoi coetanei passano l’estate in spiaggia, lui trascorre le giornate in uno spazio chiuso e serioso.
Le botteghe dell’epoca devono essere immaginate come delle industrie in miniatura, o come dei piccoli set cinematografici. Il lavoro non è concentrato in una sola persona, il creatore, il mastro bottegaio, ma basato sulla collaborazione di artigiani dalle diverse competenze. Partecipando a tutto il processo di fabbricazione dei mobili, Franco Casoni si appassiona sempre di più alla scultura, l’arte della sottrazione : togliere della materia per dare una forma a ciò che resta. Lavorando di giorno e frequentando la sera i corsi di una scuola d’arte, si forma una professionalità completa, matura, tanto da sentire presto il bisogno di essere totalmente padrone del proprio lavoro. E così, finito il militare, decide di aprire una bottega tutta sua. Lui, un solo dipendente e qualche aiuto esterno di tanto in tanto.
Oltre a far rifluire direttamente nelle proprie tasche la pecunia dei clienti, il mettersi in proprio offre al giovane scultore la possibilità di sviluppare uno stile più personale. Si continuano a produrre mobili, certo, ma crescente è anche la domanda di ritratti. Ritratti di legno, busti : invece di farsi fotografare o dipingere su tela, alcune persone preferiscono sfoggiare nel salotto di casa un solido intaglio ligneo a propria immagine e somiglianza. Per essere moderni talvolta bisogna mostrarsi un po’ all’antica.
L’idea delle polene arriva per caso, a partorirla non è neppure Casoni stesso. Nasce da una semplice proposta. E’ l’inizio degli anni ’90 quando un armatore di Genova decide di abbellire un brigantino con un accessorio vagamente retrò, qualcosa che conferisca all’imbarcazione un’aria a lui familiare. Appendere in cambusa una foto di famiglia sarebbe forse un po’ pacchiano, perché non ricorrere a una soluzione più originale ? Eccola : una polena dalle sembianze della moglie. A venir incaricato del lavoro è il nostro Franco Casoni, e il risultato entusiasma talmente la committenza da divenire il primo di una lunga serie. Polene, sculture lignee navali : una trovata vecchia come il mare ma che piace, piace eccome. E non solamente ai marinai. Anche chi è sprovvisto di galeone, vascello o caravella, infatti, può farsi fare un ritratto sotto forma di polena da esporre in sala da pranzo.
Oggi, oramai in pensione, a settant’anni suonati, Casoni continua a lavorare. E conta di farlo per il resto dei suoi giorni. Sempre. Proprio come il grande pittore francese Pierre-Auguste Renoir, di cui tiene un piccolo ritratto appeso in bottega. Eh già, gente, in questo mondo c’è ancora qualcuno che ha il privilegio di amare il proprio lavoro.
Immenso Casoni! Nonchè concittadino 🙂
Se mi posso permettere nell’articolo non sono citati i noti “Corzetti personalizzati”! Una sorta di timbri per la pasta fresca. Qui ulteriori informazioni al riguardo: http://it.wikipedia.org/wiki/Corzetti
Hai ragione, Mattia, i corzetti personalizzati meritano anche loro un posto d’onore.
Ho dato un’occhiata ai tuoi quadri e mi piacciono molto. Tu esponi a Chiavari ?