Il dibattito sul se, il quando e il come la fotografia possa essere arte lo lascio agli altri. Non sarei in grado, né tantomeno ho voglia, di fare un discorso di principio. Qui non si parla di teoria dell’arte. Qui si parla, o perlomeno si chiacchiera, di cose che mi piacciono. E che forse, mi auguro, potrebbero piacere anche a voi. L’oggetto della mia ammirazione questa volta non è un quadro. Né una scultura. Né una di quelle bizzarre installazioni in cui mi imbatto di tanto in tanto in qualche mostra. Si tratta di una foto, scattata dal mio ex-collega nonché caro amico JC (no, non è un nome da DJ ma il semplice diminutivo di Jean-Christophe). JC : grafico di mestiere, fotografo per passione.
Bella questa foto, come si chiama ? Non lo so. L’ultima volta che ho visto il mio amico JC abbiamo parlato molto di questa foto, ma ho totalmente dimenticato di domandargli se le avesse dato un titolo. Per indicarla, io la chiamo semplicemente “quella foto della chitarra nella spazzatura”. Dopotutto è questo ciò che ritrae : una chitarra gettata in un cestino dell’immondizia. JC l’ha scattata una mattina di primavera di qualche anno fa, per caso. Si trovava in giro per strada vicino a casa quando si è imbattuto in questa chitarra cestinata. Chissà, forse il cadavere di una serata alticcia di un musicista triste. Oppure il gesto di protesta di un artista verso una società che compra, consuma e getta qualsiasi cosa. Dalle bucce di arancia agli occhiali da sole. Passando per le chitarre, ovviamente. Comunque sia, un’immagine curiosa. Ma neanche troppo : avete mai sentito parlare di discariche di chitarre usate ? Curiosa è poi la macchina fotografica con cui è stato fatto lo scatto. In un’epoca che deborda di apparecchi digitali, incorporati persino ai telefoni cellulari, JC utilizza una Rolleifleix 2.8. Una macchina analogica tedesca a pellicola prodotta negli anni ’50, gioiellino per i collezionisti e vero oggetto d’adorazione per i fotografi puristi. Fare fotografie con un apparecchio del genere è come gironzolare per la città con una Vespa degli anni ’40. Per quanto riguarda lo sviluppo della foto, fase del processo creativo tanto importante quanto lo scatto, forse addirittura più importante dello scatto, JC mi spiega di aver eseguito una stampa al sale di cloro bromuro d’argento parzialmente trasferito in color seppia. Ovvero una stampa d’argento con trasferimento parziale al color seppia. Ovvero la fotografia non è completamente sviluppata in bianco e nero ma la parte visibile della chitarra è a colori. Ci siamo. O meglio, ci sono. A ogni modo, buone feste.
fantastica questa foto!!! fai i complimenti al tuo amico!!!!
il mio amico ringrazia 🙂
Provvederò al più presto, appena terminate le festività e nel frattempo auguro a tutti i migliori auguri per un 2014 strepitoso.
Mi associo a Cristina e dalla tua riflessione forse trarrò uno spunto anche un bel racconto breve
voglio assolutamente leggere quel racconto !
Ciao Riccardo, come promesso ti invio il mio racconto.
Così invisibile da…
Una tiepida mattina di primavera JC camminava veloce verso una meta ben definita, scortato solo dalla sua macchina fotografica, una Rolleifleix 2.8, e da un desiderio nascosto.
Il suo appuntamento lo aspettava, era già in ritardo, ma la sua mente fantasticava di fronte a tutto ciò che incontrava; avrebbe desiderato perdere il proprio sguardo, curioso, tra la folla alla ricerca di una presenza, di un incontro fortuito o predestinato che potesse fermarlo dalla sua vita frenetica, fagocitata dalle lancette dell’orologio.
La folla sul marciapiede camminava veloce, trascinando tutto e tutti verso le proprie attività, JC immerso nel proprio mondo di sogni non scorse il lampione e, rovinosamente, inciampò.
Un dolore attraversò il suo corpo e mentre tentava di rialzarsi un pensiero sconvolgente lo bloccò: nessuno si era fermato ad aiutarlo; il pensiero successivo corse alla sua macchina fotografica e dopo aver constatato che tutto fosse in ordine alzò gli occhi per vedere cosa aveva bloccato la sua andatura.
Un cestino nero si profilava all’orizzonte, scorrendo lo sguardo si accorse che dall’involucro spuntava un pezzo di tastiera e una paletta di una chitarra elettrica, senza corde.
Si alzò, guardò l’orologio, era in ritardo e sicuramente il suo cliente sarebbe stato furioso; lo attendeva un servizio fotografico, un non ben definito spot pubblicitario sul consumo eccessivo o inutile di beni o risorse.
JC accettò questo incarico solo per pagare l’affitto del mese, certo non per una convinzione ambientalista, ma quella chitarra che lo fissava dal cestino della spazzatura generò un suono nella sua mente, una vibrazione che lo sconvolse e si ritrovò smarrito: lo smarrimento di vivere al di fuori della propria gabbia dorata, come la sua malandata chitarra gettata nel cestino.
In un lampo la sua mente elaborò il servizio fotografico: la malconcia chitarra sarebbe stata il soggetto da ritrarre e avrebbe rappresentato il verbo Avere, tutto ciò che allontana la ricchezza spirituale e l’energia interiore mentre il verbo Essere sarebbe stato rappresentato dalla sua Rolleifleix 2.8, tutto ciò che raffigura solidi valori come l’arte, la storia e la cultura.
Innamorato della sua idea comprese che l’universo ha senso quando si possono condividere e raccontare le proprie emozioni… e da quel giorno la sua consapevolezza cambiò radicalmente.
Grande Nadia ! Effettivamente la foto si presta a svariate interpretazioni e lascia immaginare possibili storie. La tua è un interessante e coinvolgente spunto di riflessione su alcune tematiche molto attuali. Grazie mille !
P.S. : Anche tu hai un blog o un sito in cui riporti i tuoi racconti ?
Purtroppo non ho un sito, né un blog. Mi piace scrivere e fantasticare, infatti lavoro in mezzo ai libri, e quando trovo uno spunto non so resistere. Sicuramente quest’anno creerò un sito, principalmente per lavoro, e quando sarò pronta te lo comunicherò.