La storia dell’arte è costellata di rifiuti famosi e critiche intransigenti, ne sa qualcosa Manet che durante i Salon parigini nei quali aveva esposto opere come la Colazione sull’erba o l’Olympia, si era visto puntare il dito contro per il suo stile e la sua immoralità. Ai giorni nostri a dare un giudizio sono sempre più le case d’aste, attorno alle quali si è ormai concentrato l’attuale mercato dell’arte.
Se prima i capolavori erano delle opere che valeva la pena andare a guardare e studiare, ora la domanda è : come riconoscere in un quadro (o in una scultura) qualcosa in cui valga la pena di investire? Il processo è molto complicato ed entrano in gioco interessi e paure : non è un caso, infatti, che gli artisti emergenti si vedano dire di no perché le opere di artisti storicizzati rappresentano degli investimenti più sicuri.
Come funzionano i processi di valutazione?
Innanzitutto va inviata una richiesta valutazione all’esperto preposto dalla casa d’aste a questo tipo di consulenze. Di norma i criteri cui ci si affida per dare una valutazione di carattere provvisorio sono: autore, tecnica, data, dimensione, soggetto, stato conservativo, bibliografia sull’opera ed esposizioni nelle quali essa è stata inclusa.
Se recarsi presso la casa d’aste con il pezzo da valutare è la scelta più pratica, spesso le distanze possono renderla un’opzione problematica. Per questo, dunque, è consigliabile stringere i primi contatti via mail, inviando delle immagini dell’opera fronte retro e precisando tutte le informazioni di cui si è in possesso.
Cosa succede dopo aver inviato la richiesta?
Se l’opera ipoteticamente in nostro possesso entra nelle grazie della casa d’aste, perché di un autore famoso o perché in linea con le tendenze di mercato del tempo, si procederà a una valutazione da parte dell’esperto fatta di persona, che in genere, salvo casi eccezionali, è del tutto gratuita.

Marina Lai
2007. Lenzuolo cucito, ricamo e filo nero su tela applicata su tavola
Se ci si è rivolti a casa d’aste di un certo pregio, ci si affiderà poi per le valutazioni vere e proprie ai più moderni strumenti di analisi, in maniera tale che si tenga conto delle evoluzioni più aggiornate del mercato per garantire stime e perizie volte a garantire sempre il miglior risultato di vendita. Il passo successivo sarà la redazione o l’inserimento dell’opera in un catalogo, il vero preludio dell’esposizione al pubblico.
Qualche esempio di Top Lot
I pezzi che sono stati venduti al prezzo più alto in un’asta prendono il nome di Top Lots in gergo tecnico. Per darvi un’idea di quanto possano essere pagate le opere di artisti sì storicizzati ma da poco protagonisti del mercato, citiamo il caso di Maria Lai, che ha visto battere col martello una cifra pari a 32.500 euro per il suo Diario di Renato. L’opera è stata aggiudicata durante l’Asta di Arte Moderna e Contemporanea tenutasi lo scorso aprile a Roma da Minerva Auctions.