Da quando l’ho scoperto in una galleria d’arte in Place des Vosges, a Parigi, l’estate di ormai tre anni fa, Bruno Catalano mi si ripresenta con l’insistenza di chi vuole venderti qualcosa. Riviste culturali, le poche che raramente sfoglio, curiosità sparse nel web, qualche fiera, e recentemente in un posto che proprio non avrei immaginato. Si scrive Crest e in francese si legge “Cré”, è un paesino a un centinaio di chilometri a sud di Lione la cui principale attrazione consiste in un torrione medievale abbarbicato su di una collina: solo i turisti più motivati si lanciano nella sua ripida ascesa, premiati al termine dello sforzo dallo spettacolo della vallata sottostante.

Bruno Catalano
2014. Scultura in bronzo
L’incontro con Catalano, tuttavia, non è avvenuto in altura ma nella parte bassa del paese, giusto davanti alla stazione dei treni. Persino qui, ho pensato scorgendolo da distante, uno dei suoi insoliti personaggi è riuscito scovarmi. Mi stava forse seguendo ?
La posa eretta e l’incedere risoluto di questo viaggiatore dall’aria hipster (la barba, la giacchetta di pelle, la valigetta stile retrò) basterebbero a convincere di un carattere forte, un carattere che nulla può fermare. Una scultura di bronzo, Il destino del viaggiatore, dura e fredda come il metallo. E invece la statua di Bruno Catalano porta con sé uno dei fardelli più gravosi che esistano : il peso del vuoto.
Deve essere capitato a chiunque, nella vita, di trovarsi in un periodo in cui si vuole abbandonare tutto e partire, fuggire, lasciarsi dietro l’insopportabile zavorra che pian piano ci sta trascinando verso l’abisso. Alcuni annegano questo desiderio d’irrazionalità nel lento scorrere del quotidiano, ma altri, pochi, i più coraggiosi, riescono davvero a salpare : e la nave va, e con lei i viaggiatori e marinai diretti verso quei sogni di cartapesta.
Era anche lui un viaggiatore, un marinaio, il giovane Catalano. Nato in Marocco nel 1960 ed emigrato in Francia con la famiglia nel 1970, prima di dedicarsi alla scultura Bruno Catalano lavorava come elettricista presso una nota compagnia marittima. Oggi in un porto, domani in un altro. Lo sradicamento infantile dalla propria terra d’origine e la sensazione di perpetuo movimento tipica della vita dei marinai – ogni giorno si lascia qualcosa, ogni giorno si trova qualcosa – devono aver ispirato all’artista le sue opere in bronzo.
Una galleria di sculture incomplete, bucate, lontanamente somiglianti ai ruderi antichi la cui forma originaria può esistere ormai solo nella nostra immaginazione. Viaggiatori, come il personaggio con la valigetta nei pressi della stazione di Crest, Bruno Catalano ritrae uomini e donne in partenza, presi dall’entusiasmo della scoperta ma anche divorati dal senso di perdita, il senso di vacuità provocato dall’abbandono. Scavare nei sentimenti è talvolta più duro che scavare il metallo.
Questa lettura, prima di immergermi nelle news giornaliere, mi ha soddisfatto, per oggi potrei anche non leggere più nulla….
Come al solito bravo Riccardo, mi piace viaggiare e mi entusiasmo, come dici tu, all idea della scoperta ma quando si avvicina la data della partenza mi prende l angoscia di lasciare il nido/casa,
E ora ho capito che è quello che tu definisci il senso di perdita. La tua conclusione è perfetta!
Un caro saluto e alla prossima ….scoperta di arte e scuola di vita!
lf
Ti ringrazio, Laura. Ora non vorrei fare della filosofia, alla fine si tratta giusto di una statua di bronzo 😉
Le sculture di Catalano: personaggi bucati, spezzati, alla ricerca di un completamento esistenziale attraverso gli snodi del viaggiare. Viaggiare è la scoperta di una stabilità incerta che permea ogni essere umano che parte per andare, vedere e ritornare sempre con la sensazione di aver lasciato qualcosa in sospeso, ineluttabile destino umano provenire da una partenza senza raggiungere nessuna meta precisa. Forse è questo il senso di vuoto che ci accompagna…
Il motivo del viaggio è presente in molta arte e letteratura. Forse anche tu, Giulia, come artista te ne sei lasciata ispirare ?
Buongiorno,vorrei presentarvi il mio lavoro :
rolandodipinti.blogspot.com
Grazie
Roberto da Torino
Interessante il vostro blog,vorrei farvi conoscere il mio lavoro
Verissimo, mi piace però pensare che il viaggio riesca a colmare quei vuoti!
Federica
Buongiorno, articolo molto interessante ! Ho scoperto anch’io Bruno Catalano in una galleria d’arte in Place des Vosges, a Parigi, suppongo la stessa che citi te. Mi piace molto e certo colpisce, non lascia indifferenti ! Un saluto e a presto, a Paratissima ! Luz Marina Aguzzoli – libertaearte.com
Grazie, Marina. Bruno Catalano piace a tutti, sarà l’idea di “bucare” le statue che sorprende tanto. Mi ricordo che alla galleria in Place des Vosges domandai a un assistente di galleria :
– Bruno Catalano, ma è un artista italano ?
– No.
Laconicità tutta parigina.