Magnifica astrazione : Liam Everett

Senza titolo (Tahawaus)
Senza titolo (Tahawaus)
Liam Everett
2015. Acrilico, smalto, alcol, sale su tela di lino

Le scatolette di cartone contenenti le uova. Le detesto. Accade spesso che quando le apri ti ritrovi con almeno un uovo fracassato, e poi non sai con chi prendertela : colpa del contenitore inadatto o del contenuto troppo fragile ? Intanto la frittata cola… Stessa cosa mi capita con la pittura astratta. Vi piace la pittura astratta? A me sì, ma a parlarne mi pare di camminare su di un campo minato, o meglio : camminare sulle uova. Basta un passo falso, basta una parola di troppo e crack ! La frittata che cola. Cauti, con la pittura astratta bisogna andare estremamente cauti. Pena il rischio di cadere nel generico, nel vacuo. Pena il rischio d’imbastire un discorso astratto, un discorso vuoto.

Non è dunque un caso se il post dedicato a Liam Everett, artista americano scoperto aprile scorso, mi ha preso alcuni mesi di riflessioni e battute d’arresto, frenato dallo scrupolo che mi assale ogni qualvolta mi confronto con l’arte non figurativa. L’occasione di ammirare per la prima volta i lavori di Everett mi si è presentata al Miart 2016, dove la galleria belga Office Baroque esponeva quattro sue grandi tele : presentate il venerdì, sabato pomeriggio era già quasi tutte vendute. Arte astratta, arte che va a ruba. Ma che cosa si nasconde dietro il successo di questo pittore che dagli Stati Uniti sta ora appassionando anche i collezionisti europei ?

Senza titolo (Black Lake)
Senza titolo (Black Lake)
Liam Everett
2015. Acrilico, smalto, alcol, sale su tela di lino

Nato nel 1973 a Rochester, nello stato di New York, e attualmente residente a San Francisco, in California, Liam Everett è un artista lento, discontinuo, l’esatto contrario del produttore d’immagini in serie. Eppure, a una rapida occhiata, soprattutto se visti da distante, i suoi dipinti fanno facilmente pensare a dei lavori realizzati in velocità, d’impulso : quelli che paiono dei casuali impasti di colori riproponibili all’infinito, sono in realtà il risultato di un lungo processo di elaborazione materiale. (attenzione perché qui inizia il campo minato d’uova).

Senza titolo (Wanakena)
Senza titolo (Wanakena)
Liam Everett
2015. Acrilico, smalto, alcol, sale su tela di lino

La tecnica impiegata da Everett consiste nell’accumulare sulla superficie della tela diversi strati di materia, il colore in acrilico, e proseguire poi con un complesso e faticoso lavoro di sottrazione. Toglie, Everett è un artista che toglie. Come Michelangelo levava la scorza dalla pietra grezza per far emergere i tratti di dolcissime sculture, così il pittore americano sbriciola la spessa crosta di acrilico strofinandone la superficie con un miscuglio di sale e alcol, e lascia poi la tela esposta alla luce per accentuarne la decolorazione.

La realizzazione di un’opera può prendere diverso tempo, talvolta parecchi mesi, un periodo indefinito durante il quale il quadro è in balia degli altalenanti stati d’animo dell’artista : un giorno la tela viene pitturata in verticale, il giorno successivo viene deposta sul pavimento e vi si lasciano cadere di tanto in tanto gocce di colore alla maniera del dripping di Jackson Pollock. Un procedimento rallentato, imprevedibile, che continua finché Liam Everett non percepisce un completo distacco rispetto al dipinto che gli si trova di fronte. Il quadro non è mio, non è più mio, non vi è più alcuna traccia di me, deve pensare l’artista : questo è il momento in cui l’opera può dirsi compiuta.

Senza titolo (Altona) - Liam Everett
Senza titolo (Altona)
Liam Everett
2015. Acrilico, smalto, alcol, sale su tela di lino

Il risultato dell’elaborato processo artistico sono dei dipinti dalle tinte sgargianti, luminosi quanto delle lenzuola appena uscite dalla lavatrice, dei quadri che Everett solitamente battezza con nomi di località esotiche. Non che nella ricca composizione di colori si possano riconoscere un dove e un quando, o ricordi di chissà quali viaggi avventurosi, sogni, incubi o vaghe fantasie. L’impressione che il pittore vuole trasmettere è il puro movimento : il movimento dell’occhio, lo sguardo che si sposta alla ricerca di un punto, un indizio, a destra, a sinistra, in alto e in basso rispetto alla tela. Verso quell’introvabile spiraglio che porti alla piena percezione dell’immagine : l’immagine enigmatica, densissima, in tutto e per tutto neutra. L’immagine meravigliosamente astratta.

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