Ciao Bucarest !

Se ripenso al mio viaggio in Romania di ottobre scorso, mi vengono subito in mente due cose. La biciclettata che mi sono fatto accanto all’uomo che di lì a breve sarebbe diventato il presidente rumeno (ovviamente a mia completa insaputa), e la visita al monumentale palazzo di Ceaușescu. In entrambi gli eventi c’è poca materia artistica, e forse anche poca materia politica, ma credo che il mastodontico edificio meriti una piccola riflessione. Una piccola riflessione per uno dei più grandi palazzi al mondo, secondo solo al Pentagono per superficie occupata al suolo.

parlamento-bucarest-cieloLungo 270 metri e largo 240, alto 86 metri e profondo 92, l’edificio che attualmente ospita il Parlamento rumeno nasce da un’idea ispirata da un viaggio. Alla fine degli anni ’70, quando il mondo è ancora diviso tra buoni capitalisti e bastardi comunisti (o buoni comunisti e bastardi capitalisti, dipende dal punto di vista), l’allora presidente della Romania Nicolae Ceaușescu si reca in Corea del Nord e rimane favorevolmente impressionato dal gigantismo dell’architettura ministeriale. Perché non fare lo stesso anche a Bucarest ? Un grande palazzo per una grande nazione : ecco cosa ci vuole per mostrare al mondo intero la laboriosità e l’ambizione del popolo rumeno e del suo valoroso condottiero. Che in realtà il laborioso e ambizioso popolo rumeno sia stremato dalla politica farabutta del suo valoroso condottiero, è poi un dettaglio di secondaria importanza…

parlamento-bucarest-frontale

Il meccanismo di ristrutturazione urbanistica si mette presto in moto, dando libero sfogo alla megalomania del comunistissimo Ceaușescu. Allo scopo di edificare una gigantesca Casa del Popolo, mirabolante palazzo dove riunire tutti i ministeri e gli uffici governativi sparsi in giro per Bucarest, il capo di stato rumeno non lesina sui mezzi. Ci vogliono braccia, tante braccia : sotto la guida di 700 architetti diretti dalla giovane Anca Petrescu, dal 1984 al 1989 più di 20 000 operai lavorano giorno e notte alla faraonica opera architettonica. Per lasciare spazio ai cantieri, interi quartieri della città vengono rasi al suolo, parte degli abitanti sono dislocati, corsi d’acqua vengono addirittura interrati.

bucarest-vista-parlamentoCinque anni d’intensissima attività che non daranno soddisfazione all’ideatore dell’assurdo progetto : nel 1989 il regime di Nicolae Ceaușescu non è risparmiato dalla reazione democratica prodotta dal crollo del muro di Berlino, e il dittatore rumeno è deposto e giustiziato poco prima dell’inaugurazione del suo amato gingillo. Tanto lavoro evaporato come i sogni di gloria del folle Ceaușescu ? Nella Romania post sovietica non si butta via niente : oltre ad accogliere il nuovo Parlamento, l’immenso edificio tuttora in costruzione diviene location privilegiata per importanti ricevimenti nonché nota meta turistica.

michael-jacksonAggirarsi per i suoi fastosi saloni in marmo, addobbati da lampadari di cristallo e quadri del controverso pittore rumeno Sabin Balasa (che in fondo non mi dispiacciono neppure), fa sorgere qualche domanda sull’ortodossia comunista praticata da Ceaușescu e la sua banda. Ma a leggere i pesanti tomi de Il Capitale di Karl Marx si arriva davvero a tal punto ? Meglio piuttosto mettere da parte i libri e ascoltare della musica leggera, devono essersi detti i rumeni, dateci il pane, dateci la libertà, dateci Michael Jackson !

Nel 1992 lo spirito yankee ha ormai sopraffatto la lugubre austerità comunista, e il Re del Pop in tournée mondiale decide di segnare la tappa nella capitale rumena presentandosi ai fan proprio sul balcone del Palazzo del Parlamento, dove il vile Ceaușescu avrebbe tanto voluto tenere i suoi discorsi alla nazione. Rullo di tamburi : Michael si affaccia sulla folla acclamante, alza le braccia in segno di saluto e si avvicina al microfono.
HELLO BUDAPEST !

Budapest ? Ma come Budapest ?
L’idiozia purtroppo non ha colore politico.

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