Tra tutti i posti che c’erano, noi siamo finiti in Ucraina. Siamo finiti… ce la siamo andata a cercare : è bastato prenotare volo e ostello (niente bisogno di visto) per ritrovarci a Київ, Kiev, la capitale dello stato ucraino. Quattro giorni, dal martedì al sabato, quattro giorni per farci una seppur vaga idea di cosa successe e cosa sta attualmente succedendo in uno dei più bistrattati paesi del mondo occidentale. Devastati dai Mongoli, sottomessi dallo Zar di Russia, affamati dal compagnone Stalin, invasi dai nazisti, intossicati da Chernobyl e ora strattonati tra Putin ed Europa dell’ovest : ai poveri ucraini non ne va bene una. E sì che pare gente semplice, mite, nel caso femminile anche parecchio affascinante.
Ora non è mia intenzione farvi il raccontino del nostro viaggetto in terra straniera, della visita alla faraonica dimora dell’ex-presidente Yanukovich, dell’incontro con il misterioso agente di viaggi Mauro Voerzio, di come ci siamo fatti stupidamente estorcere del denaro da due poliziotti farabutti o di quando ci siamo persi tra i cunicoli del monastero Pečerska Lavra… le storielle di due trentenni giramondo le rimando a un altro momento, e se siete proprio curiosi di vedere qualche bella foto della nostra esperienza vi rimando al blog FranconiPhotos, tenuto dal mio amico e compagno di viaggio Alessio Franconi.
E allora di che parlo ? Di Kazimir Malevič o Taras Ševčenko, artisti che stanno alla capitale ucraina come Alessandro Manzoni può stare alla città di Milano o Giacomo Casanova a Venezia ? No, oggi voglio tirarvi fuori qualcosa di nuovo, fresco, giovane. Il disegno di un bambino, scoperto in una mostra che dal nome potrebbe ricordare un vecchio film di De Sica (De Sica Vittorio) e invece stupisce per l’estrema attualità : la guerra vista dai bambini.
La guerra, sì, la guerra. L’Ucraina è un paese in guerra. Come se tutti gli altri suoi problemi non fossero già abbastanza. Ad aggravare la tragedia, per di più, è la natura stessa del conflitto : ucraini contro ucraini, in quella che una volta si sarebbe chiamata guerra civile. Gli scontri sono concentrati nella parte orientale del paese, in prossimità del confine russo, e vedono opporsi separatisti pro-russi ed esercito regolare ucraino. Da una parte gli amici di Putin, dall’altra i nemici di Putin. A nutrire la carneficina si aggiungono poi neofascisti e neocomunisti da tutta Europa, stupidamente convinti di combattere la nuova guerra di Spagna. Di tutto questo molto probabilmente avrete sentito parlare in televisione, o letto qualcosa sui giornali. Il web poi è pieno di video della guerra del Donbass.
Non potendo riportavi foto dal fronte, la piccola testimonianza che voglio offrirvi è appunto il disegno di cui sopra. Il suo autore mi è sconosciuto, ma ci metto una mano sul fuoco che si tratta di una bambina. Tre personaggi, due giovani donne che tirano chi da una parte e chi dall’altra una ragazza che più afflitta non si può, una corona di rose in testa e le lacrime agli occhi. L’Ucraina contesa e torturata da Federazione Russa e blocco occidentale. In retorica si chiama allegoria, in gergo geopolitico qualcosa come “strategia dello Stato Cuscinetto” o anche “tra i due litiganti il terzo soffre”. Successe alla Polonia stretta tra Germania e Unione Sovietica dopo la prima guerra mondiale, successe all’Istria stretta tra Italia e Yugoslavia dopo la seconda guerra mondiale, e succede ora all’Ucraina stretta tra Europa e Russia prima di… già, prima di cosa ?
Buongiorno, mi è capitato di leggere il vostro articolo solo oggi. Una curiosità…. cosa vuol dire “il misterioso agente di viaggi Mauro Voerzio” ?
Buongiorno,
Mi fa piacere che ha visitato il mio blog. Trova la qualifica di agente di viaggi improria alla sua attività professionale o è piuttosto l’aggettivo misterioso che la turba ? Mi auguro che il mio articolo non abbia dato luogo a fraintendimenti.
Semplicemente che se fa riferiemnto alla società Ukraina Viaggi, si tratta di un Tour Operator con regolare licenza governativa e non capisco se “agente di viaggi” è satira oppure un suo errore.
Gestendo un Tour Operator, pensavo che la qualifica corretta del suo lavoro fosse di agente di viaggi. Evidentemente si tratta di un semplice errore di denominazione.