Che fare a Genova il giorno di Santo Stefano ? La maggior parte dei negozi sono chiusi, l’acquario l’ho già visitato due volte e a tampinare le poche donne di passaggio ci rimedio al massimo uno schiaffone. Andando per esclusione mi ritrovo a Palazzo Ducale, dove è tuttora in corso una mostra dedicata alla pittrice messicana Frida Kahlo e al suo compagno e mentore Diego Rivera. Che coppia quei due. Lui grasso, brutto e dal talento incontenibile, l’artista del Messico millecolori : surreale, arcaico, rivoluzionario, epico, popolare, romantico. Lei l’esatto opposto. Una donna minuta, dalla fragilità capace di disarmare il più duro dei gringo, ritrattista dell’anima più che del volto : l’intimità dipinta su tela.
Quando s’incontrarono e poco dopo si sposarono, a Coyoacán nel 1929, Rivera aveva quarantadue anni, la Kahlo venti di meno. L’elefante e la colomba. Passione, tenerezza, tradimenti, abbandoni. Un matrimonio di partenze e ritorni, questo era l’amore al tempo delle rivoluzioni. Che cosa ci trovassero l’uno nell’altra lo sapevano solo loro, e permettetemi d’astenermi dall’indagarlo : ci hanno già provato innumerevoli rotocalchi e telenovele dai mezzi sicuramente più potenti dei miei. Tanto vale concentrarci su un piccolo dettaglio della loro storia tormentata e cercare di tirarci fuori qualcosa di piccante. Dopotutto siamo in Messico, no ?
Di quello che gli innamorati combinavano sotto le lenzuola purtroppo ho ancora pochi indizi, dei piatti che si lanciavano in cucina forse è meglio tacere, se con i rispettivi suoceri andassero d’accordo non ce ne frega un accidente… niente, amici miei, anche questa volta finiamo col parlare di quadri. Di due quadri che Frida Kahlo e Diego Rivera dedicarono a uno stesso soggetto, la loro amica di origine morava Natasha Gelman.
Natasha Gelman, che da nubile faceva Natasha Zahalkaha, era l’avvenente moglie di Jacques Gelman, un russo dal nome francese emigrato in Messico e arricchitosi producendo film di successo. Appassionati collezionisti d’arte contemporanea, nel 1943 i coniugi Gelman commissionarono a Rivera un ritratto di Natasha, e per l’occasione anche la Kahlo volle cimentarsi nell’impresa. Ne vennero fuori due dipinti profondamente diversi, una grande tela larga più di 1 metro e mezzo firmata Diego Rivera e un quadretto da 30 x 23 cm della Kahlo.

Ritratto di Natasha Gelman
1943. Olio su tela
Sarà merito anche della sua particolare propensione per il gentil sesso – propensione che gli procurerà non pochi grattacapi con la moglie Frida – ma è difficile che il ritratto di Diego lasci indifferente un comune spettatore di genere maschile. I capelli lunghi, rossi, l’abito scollacciato, la posizione allungata sul divano, le forme… insomma, penso che abbiate capito. Le curve della giovane Natasha Gelman non avevano nulla da invidiare a quelle di Rita Hayworth o Jessica Rabbit, e il pittore non si trattenne dal ritrarre la moglie dell’amico in tutto il suo raffinato splendore, incorniciandone la figura con degli abbondanti bouquet di calle per conferirle un aspetto ancora più rigoglioso.

Ritratto di Natasha Gelman
1943. Olio su tela
Anche a una rapida occhiata del suo dipinto, è facile intuire che Frida Kahlo non la pensasse allo stesso modo del marito. La pesante pelliccia con la sottoveste fino al collo, i boccoli ai capelli, gli orecchini che paiono dei confetti appesi, delle leggere occhiaie, l’espressione seriosa, quasi imbronciata. La Natasha Gelman dipinta dalla Kahlo è distante anni luce dalla bomba sexy di Rivera. Una piccola ripicca escogitata per motivi di gelosia verso l’affascinante donna europea ? No, dai, non svalutiamo in questo modo l’artista messicana.
Rispetto al ritratto realizzato da Rivera, il suo pare piuttosto un rovescio della medaglia. Gli occhi, osservate gli occhi di Natasha nel quadro della Kahlo. Che sguardo triste. Come se lusso, bellezza e celebrità non garantissero per forza una vita serena. Può darsi che Frida Kahlo avesse meglio compreso la vera personalità dell’amica Natasha. O può darsi anche, semplicemente, che dietro quel viso infelice si celasse lo stato d’animo della pittrice stessa. Le artiste, vai a capirle…