Hiba e Ghita, i prodigi dell’arte marocchina

La fortuna è cieca, l’amore è sordo, i pesci sono muti. E l’arte ? L’arte, beh, l’arte non ha età. Alcune persone scoprono il proprio talento artistico passata la cinquantina, altre invece nascono con il pennello in mano. Pensate al prodigioso Giotto, o al precoce Picasso. Nell’intricata nebulosa di grandi promesse che è l’arte contemporanea, un posto di rilievo è occupato da una coppia di giovanissime artiste marocchine. Hiba e Ghita, due sorelle di 14 e 18 anni che nel loro paese natale sono un vero fenomeno nazionale.

hiba-e-ghita2Nate rispettivamente il 3 marzo 2000 e il 10 dicembre 1995, entrambe nella città di Rabat, capitale amministrativa del Marocco, Hiba e Ghita Khamlichi hanno davvero bruciato le tappe di una carriera artistica di successo. Dal 2009, infatti, anno della loro prima esposizione, sono riuscite ad accumulare fino a 40 mostre, diversi riconoscimenti internazionali, non poche performance dal vivo, svariati incontri con personalità celebri della cultura, numerosi articoli a loro dedicati su stampa nazionale e straniera. E da ultimo, un bel post su questo blog.

La storia di queste artiste prodigio inizia ancor prima che fossero giovanissime. Prima persino di perdere i denti da latte. Ghita, la più grande, comincia a dipingere a un’età in cui solitamente i bambini non sono ancora in grado di leggere e scrivere, e la più piccola Hiba la segue a ruota qualche anno più tardi. A quattro anni è ancora difficile scorgere del vero talento, ma nei primi disegni delle due sorelle ci sono già alcuni spunti interessanti. O quantomeno degli elementi che attirano lo sguardo incuriosito del padre. Cosa significa questo titolo ? Perché Ghita ha utilizzato questo colore ?

Natural Mystic - Bob Marley
Natural Mystic – Bob Marley
Ghita
2013. Olio e acrilico su tela

Più si è giovani e più il tempo pare passare lentamente, ma anche per Hiba e Ghita, anzi per Ghita e Hiba se vogliamo andare per ordine cronologico, arriva presto il momento di iniziare la scuola. Le loro giornate vengono quindi occupate dalle lezioni, i compiti, i corsi di musica e lo sport, ma la domenica pomeriggio rimane sacra : la domenica pomeriggio è il momento dedicato alla pittura. Ed è proprio una domenica del 2007 che si produce un piccolo miracolo. Finito di dipingere ognuna per conto proprio nella casa dei genitori, le due bambine come d’abitudine cenano, fanno una doccia, si lavano i denti e vanno a dormire. Una nuova settimana le attende. Hiba tuttavia non riesce a prendere sonno, e alle 23:30 si reca nella stanza del padre. Posso fare un altro quadro ? chiede la bambina al genitore. Preso alla sprovvista, il padre acconsente alla insolita richiesta e la giovane Hiba si rimette al lavoro : prende del colore nero, lo versa su una tela e inizia a incollarvi dei pezzi di carta. Forse un’opera ispirata al buio della notte o al cielo stellato ? Il padre è sempre più confuso, e osserva il lavoro della figlia con stupore misto a perplessità. Fino a osare intromettersi nella creazione in corso. No, papà, il quadro non va modificato come dici tu : dalla risposta che riceve, il genitore si rende conto che è successo qualcosa. Qualcosa di grande. E’ nata un’artista. Meglio. Sono nate due artiste. Hiba e Ghita, sorelle, pittrici, talenti tanto precoci quanto differenti.

Saladi al Paradiso
Saladi al Paradiso
Hiba
2012. Tecnica mista

Convintosi delle capacità fuori dal comune delle due figlie, il padre Abderrafi Khamlichi si mette a girare il Marocco per far conoscere i loro lavori agli esperti del settore. Nord, sud, ovest, est : imbattutosi in molte porte chiuse, finalmente ne trova una aperta. A Marrakech, nel febbraio 2009, incontra un critico d’arte americano che scorge del grande potenziale nei dipinti delle due bambine, e consiglia loro di passare dalle tele di taglia medio-piccola ai quadri a olio di grande formato. Hiba e Ghita allargano le dimensioni delle loro opere, e dopo pochi mesi arriva la loro prima esposizione presso la galleria d’arte Mega Mall di Rabat. Da lì in poi la fama delle due bambine marocchine inizia a crescere. Prima in Marocco, poi in giro per il mondo. I loro quadri cominciano a circolare per il Paese ospitati da fiere d’arte, mostre private, gallerie, esposizioni collettive, eventi a tema. Alcuni scavalcano i confini nazionali per approdare a una mostra a New York, al Festival Mondiale della Arti Negre a Dakar e alla Biennale di Arti Plastiche negli Emirati Arabi.

All Blues
All Blues
Ghita
2012. Acrilico su tela

Chi non vorrebbe conoscere i due prodigi dell’arte marocchina ? Collezionisti, artisti, giornalisti, critici e storici dell’arte, personalità dello spettacolo, della cultura, della politica : tanti rimangono affascinati da ciò che riescono a dipingere le giovanissime Hiba e Ghita. Persino un campione di scacchi russo di livello mondiale, l’immenso Anatolij Karpov, si reca in Marocco per scoprire il genio di queste due bambine. Pittrici tanto dotate, ma da uno stile altrettanto differente. E non solo per una questione di età. Sarebbe infatti troppo facile dire che nelle opere di Ghita, la più grande, traspare una maggiore maturità. O uno sguardo più consapevole sul mondo. No, non si tratta di questo. Non soltanto di questo.

Ghita era la bambina precoce, la bambina che ha iniziato la scuola in anticipo di due anni, l’adolescente che scrive poesie in francese e prende lezioni al Conservatorio Nazionale di Musica ma a casa ascolta il jazz di Miles Davis o il blues di Joe Cocker. La musica, sì, la musica… Una passione così intensa da modulare i movimenti della mano dell’artista intanto che dipinge. Ascolta il ritmo : un quadro è una canzone, nasce da una canzone, trova il tempo di una canzone. Sono le note che impongono i colori. Blu, bianco, rosso su sfondo nero. Le tinte del soul, la musica dell’anima. Tra forme astratte e tratti che possono ricordare dei simboli del pentagramma, le opere di Ghita evocano un universo di emozioni e impressioni che talvolta paiono compresse, incompiute, e che talvolta sembrano invece far fatica a non debordare oltre i limiti della tela. Dentro e fuori la pittura : la vita è piena di barriere e costrizioni, che l’arte sia lo spazio della libertà !

Stradine di Fès
Stradine di Fès
Hiba
2013. Tecnica mista

Da suggestioni musicali paiono prendere vita anche i grandi dipinti della più giovane Hiba. Se tuttavia nelle tele della sorella maggiore prevalgono i toni bassi, profondi, nei quadri della più piccola Hiba ci troviamo piuttosto nella dimensione dell’immediatezza, del gioco, del sogno a occhi aperti. La musica va ascoltata, amata, interpretata. Ma la musica va anche danzata. Spazio allora alla Abadà, una tecnica pittorica propria a Hiba ispirata alla Capoeira, arte marziale brasiliana in cui l’armonia dei movimenti è ritmata da canti e percussioni. Le tinte dei suoi dipinti sono nette, le linee ben demarcate, non c’è spazio per sbavature o gesti incontrollati. Come nella Capoeira, ogni movimento del pennello deve essere calibrato al millimetro. A risultarne sono dei quadri in cui stravaganti motivi grafici ripetuti e combinati tra loro vengono a creare complesse trame colorate, dove talvolta si scorgono anche figure concrete : ritratti di persone, animali, scene ispirate a racconti africani o scorci del Marocco.

Il Cuore marocchino
Il Cuore marocchino
Hiba
2013. Tecnica mista

Ottima esecuzione di questa tecnica è Il Cuore Marocchino, un quadro quadrato da 1 metro quadrato raffigurante una silhouette umana il cui cuore è stato sostituito dal Marocco intero. Un Paese pulsante d’orgoglio nazionale. Impossibile non suscitare l’entusiasmo del pubblico marocchino : al momento della sua prima esposizione presso la mitica piazza Jamaa El Fna di Marrakech, nell’aprile 2013, il dipinto ha radunato una lunghissima coda di persone desiderose di complimentarsi con la giovane artista.

Eh già, davvero un bell’avvenire si profila per Hiba e Ghita. Diciottenne l’una, appena quattordicenne l’altra. Così giovani e già così stimate. Da montarsi facilmente la testa. Le due artiste tuttavia sono rimaste con i piedi per terra. Niente proclami folli, niente atteggiamenti bizzarri. L’arroganza appartiene agli adulti. I ricavi sulle vendite delle loro opere, inoltre, sono sempre stati devoluti in beneficenza : sull’arte non si lucra. Soprattutto quando si tratta di arte minorile.

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2 risposte a "Hiba e Ghita, i prodigi dell’arte marocchina"

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