E’ di settima scorsa una notizia curiosa. Domenica 16 febbraio, il pittore dominicano Maximo Caminero ha rotto un vaso esposto al museo Perez Art di Miami nell’ambito di una mostra dedicata al famosissimo artista cinese dissidente Ai Weiwei. Valore del vaso : 1 milione di dollari. Frantumare un vaso talvolta fa più male di spezzare un cuore.
La cosa più sconcertante è proprio la semplicità con cui è avvenuto quest’atto vandalico. Niente piani diabolici o intrusioni notturne nel museo. Maximo Caminero si è semplicemente recato alla mostra, ha fatto un giretto per le sale e si è finalmente imbattuto in Coloured Vases (trad. Vasi Colorati) di Ai Weiwei, un’installazione comprendente diversi vasi cinesi risalenti all’antica Dinastia Han ricolorati dall’artista. Afferrato uno dei vasi, Caminero è stato subito intimato dai sorveglianti del museo di riporlo a terra, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Smash ! L’artista dominicano ha lasciato cadere il vaso, che è andato in mille pezzi.
E ora Ai Weiwei chi lo rimborsa ? Il buonsenso vorrebbe che a cacciar fuori i soldi debba essere l’autore del misfatto, pertanto questi si trova davanti a un’importante alternativa. Tentare di rapinare una banca per rimborsare il debito o rischiare fino a 5 anni di prigione. – Ma io l’ho fatto per una buona causa – si è giustificato il vandalo. E sarebbe ? Protestare contro la decisione del museo di esporre solamente opere di artisti internazionali, escludendo la folta schiera di artisti locali di cui Caminero farebbe parte.

Beh, un po’ debole come pretesto. Soprattutto quando può costare la galera. Il pittore dominicano ha allora cambiato versione, sostenendo che a spingerlo all’atto scriteriato sia stato Ai Weiwei stesso. Questa poi ! Effettivamente, se si ragiona un attimo sull’accaduto, Caminero potrebbe non avere tutti i torti.
L’installazione Coloured Vases è infatti collocata in una sala del Perez Art Museum proprio di fronte a tre gigantografie in bianco e nero che ritraggono l’artista cinese mentre lascia cadere per terra un’antica (e si suppone preziosissima) urna della Dinastia Han, facendola così andare in frammenti. Dropping a Han Dynasty Urn, Lasciar cadere un’urna della Dinastia Han : questo il titolo del trittico fotografico. Un’opera risalente al 1995 che fa riflettere sul valore attualmente attribuito agli oggetti artistici e sulla loro fragilità, nonché sul grande potenziale espressivo che può scaturire da un gesto iconoclasta. Una provocazione bella e buona, degna dello spirito sovversivo del grande Ai Weiwei.
Peccato però che il grande Ai Weiwei abbia poco gradito il comportamento del suo emulatore presso il museo di Miami. Pensando inizialmente che la rottura del vaso fosse dovuta a un semplice incidente, l’artista cinese non si è preoccupato più di tanto : paga l’assicurazione. Scoperto invece il vero accaduto, si è decisamente risentito con il suo collega di oltreoceano. Qualunque sia il motivo, non è accettabile danneggiare le creazioni altrui. Anche nell’arte contemporanea c’è chi può e chi non può. Ai Weiwei può, Maximo Caminero no.