Tu lo conosci il Museo Rodin ?

Se siete già stati al Louvre, se siete già stati al Pompidou, se siete già stati al Musée d’Orsay, se siete già stati al Quai Branly… beh, allora potete fare a meno di tornare a Parigi. Eresia ! Parigi è una città in cui tutti gli appassionati d’arte dovrebbe fare un salto almeno una volta l’anno. Un po’ come Las Vegas per i giocatori d’azzardo, o quella città in Baviera tanto cara ai bevitori di birra. Ora, perché questo piccolo preambolo inutilmente polemico ? Oggi sono in vena di promozione turistica, e per questa ragione ho deciso di dedicare un articolo a uno dei musei parigini di solito esclusi dal classico circuito mordi e fuggi (torre Eiffel, Louvre, Montmartre). Il Museo Rodin. Sì, lo so, speravate che parlassi del Museo del Fumatore o di quello dei Ventagli : vi prometto che in futuro parlerò anche di loro. museo-rodin-fontanaCome è facile arguire già dal nome, il Museo Rodin è dedicato all’artista Auguste Rodin. Chi è Auguste Rodin ? Creatore poliedrico, genio metafisico, uomo monolitico, Auguste Rodin è uno dei più importanti scultori dell’arte moderna. Francese, nato a Parigi nel 1840 e morto a Meudon nel 1917, con il suo lavoro riuscì a raggiungere le vette dell’arte plastica e a scolpire il suo nome su diversi capolavori di fama mondiale.

Il Pensatore
Il Pensatore
Auguste Rodin
1880-1904. Bronzo

Avete presente la statua Il Pensatore ? E’ opera di Rodin. E La porta dell’Inferno ? Sempre opera di Rodin. E La Gioconda, conoscete La Gioconda ? Poco importa, perché con Rodin non c’entra niente. (…) Lo ammetto, non faceva ridere. Il Musée Rodin di Parigi fu creato un anno prima della morte dell’artista, nel 1916, ed è ospitato in quella che fu la sua dimora parigina dal 1908. Una casa-museo, si sarebbe detto una volta. Si compone di un antico edificio in stile rococò, l’Hôtel Biron, e del meraviglioso giardino circostante. La visita del museo può essere fatta in qualunque senso di percorrenza : prima l’Hôtel Biron e poi il giardino, oppure prima il giardino e poi l’Hôtel Biron. Io ho preferito la seconda opzione, e per questo vi darò un piccolo assaggio delle opere all’aria aperta. Gironzolando per l’ala ovest del giardino, poco distante dall’ingresso, facilmente ci si può imbattere in un capannello di turisti con il naso per aria, apparentemente intenti a fotografare qualcosa nel cielo. Avvicinandosi, si scopre che a catturare la loro attenzione non è tanto la musica ipnotica emanata dalle casse stereo nascoste nelle siepi (trovata dal gusto molto new age) quanto la maestosità de Il Pensatore. Collocato su un alto piedistallo che ne celebra ulteriormente il valore di opera universale – e lo protegge da scarabocchi e manate inopportune – Le Penseur vale già da se la visita al museo. Esattamente come la scena della fontana di Trevi per il film La dolce vita.

Eva
Eva
Auguste Rodin
1881. Bronzo

Lo scultore concepì inizialmente questa statua come ritratto del poeta Dante Alighieri davanti all’ingresso dell’Inferno, ma nel corso di realizzazione l’opera diverrà un simbolo dell’astrazione intellettuale nella sua connotazione più nobile, una celebrazione del puro meditare. A riprova che un corpo muscoloso non per forza è segno di superficialità di spirito. Qualcuno mi ha riferito addirittura che alcuni anni fa un comitato di culturisti utilizzò l’immagine de Il Pensatore per demolire l’antico stereotipo dell’uomo tutto muscoli e niente cervello, ma io non ci credo. Poco distanti da Il Pensatore si trovano due sculture dal fisico meno scolpito. Sculture dal fisico meno scolpito… perdonatemi il doppio senso, talvolta non faccio attenzione a ciò che scrivo.

Balzac
Balzac
Auguste Rodin
1898. Bronzo

L’una raffigura Eva nell’atto di coprire le sue nudità, timida davanti allo sguardo del pubblico malizioso come lo doveva essere la modella in carne e ossa davanti allo sguardo dell’artista che ne studiava le dolci forme prima di mettere mano a martello e scalpello. L’altra è invece un orgoglioso ritratto dello scrittore Honoré de Balzac, l’impettito Honoré de Balzac, a cui l’artista dedicò diverse sculture nude e vestite. Questa vede Balzac infagottato in uno spesso gomitolo di mantelli, una versione dello scrittore come Dio l’ha fatto si trova invece nella parte interna del museo.

Le tre ombre
Le tre ombre
Auguste Rodin
Prima del 1886. Bronzo

A conclusione non posso non far cenno a Le Tre Ombre, tre figure scure che originariamente avrebbero dovuto integrare La porta dell’Inferno indicando la celebre iscrizione dantesca “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate” e che Rodin rese invece opera a se stante ingrandendone le proporzioni e dotando i personaggi di mani gigantesche. Mi piacerebbe ritagliare la foto e metterla in cima alla homepage del mio blog, in modo che le tre ombre ne indichino il titolo. Cosa dite, forse è una trovata troppo pretenziosa ?

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2 risposte a "Tu lo conosci il Museo Rodin ?"

  1. Trovo che la scultura “Le tre ombre” sia meravigliosa ma che l’idea di usarla come preambolo ad un sito informatico personale sia invece un gesto
    ingrato.

    1. Non mi è chiaro il tuo commento. La scultura Le tre ombre non è usata come preambolo a un sito informatico personale, ma come semplice illustrazione di un post in un blog dedicato all’arte moderna. Un gesto ingrato verso chi ?

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