L’affaire della banana di Maurizio Cattelan

Ci sono individui che hanno raggiunto un tale livello di considerazione nella cerchia dei benpensanti che qualsiasi cosa facciano, dicano o anche solo cogitino è presa per oro colato. Gli eruditi li adorano, i blogger a tempo perso li invidiano e chiunque abbia di meglio da fare che perdersi in astrusi cerebralismi per lo più se ne infischia. Queste persone, badate, non per forza possiedono un’intelligenza superiore alla media, o una cultura degna di una laurea honoris causa in filosofia presso l’Università di Macerata : sono semplicemente gente sveglia, concreta, risoluta. E anche, bisogna ammetterlo, dotata di una naturale predisposizione agli affari.

Eletto tra gli eletti, campione dell’autopromozione intellettuale, è l’artista italiano Maurizio Cattelan, nato a Padova nel 1960 e reputato tra i maggiori creatori contemporanei. Celebre è il suo ditazzo in marmo che campeggia a Milano in Piazza degli Affari, sconvolgente è il suo papa Giovanni Paolo II in lattice atterrato da un meteorite, innegabilmente kitsch furono i suoi tre baby manichini impiccati a un albero del capoluogo lombardo nel maggio di quindici anni fa.

L’ultima trovata di Cattelan, dopo un periodo d’impaziente silenzio, è un’opera che la galleria francese Emmanuel Perrotin ha presentato settimana scorsa alla fiera Art Basel di Miami, cedendola a un collezionista europeo per 120 mila dollari. Una somma abbastanza modesta, se comparata alle abituali quotazioni dell’artista, ma che ha comunque suscitato grande scalpore : oggetto della vendita, infatti, è una banana attaccata al muro con un pezzo di nastro adesivo.

Comedian
Maurizio Cattelan
2019. Banana, nastro adesivo

Maurizio Cattelan ha spiegato di essere arrivato a Comedian – questo è il titolo dell’opera – a seguito d’importanti riflessioni e ricerche approfondite che lo hanno fatto viaggiare in giro per il mondo. Una banana : perché una banana ? si è a lungo domandato l’artista rinchiuso in asettiche camere d’albergo, forse che il compimento del suo lungo percorso creativo doveva essere una riproduzione scultorea del frutto dell’amore ? Dopo numerosi tentativi non riusciti, banane in resina, banane in bronzo e banane in bronzo verniciato, Cattelan si è finalmente risolto ad acquistare al mercato un esemplare autentico di questo bel prodotto di Madre Natura e appiccicarlo a una parete bianca servendosi di una breve striscia di scotch grigio.

Alla notizia della vendita di quest’opera alquanto stravagante, riferita subito dalla stampa internazionale, sono seguite le consuete chiacchiere delle comari da social media : ma com’è che a Maurizio Cattelan basta attaccare una banana al muro per guadagnare quanto noi comuni mortali accumuliamo in diversi anni di duro lavoro ? La critica, o meglio, quelli che di arte dicono di capirci qualcosa e si sbizzarriscono in fantasiose interpretazioni davanti a qualsiasi oggetto presente in un museo, anche gli estintori e il cartello TOILET, hanno gridato al capolavoro : dopo l’orinatoio di Marchel Duchamp e la merda inscatolata di Piero Manzoni, è il momento della banana, la banana elevata ad opera d’arte grazie al genio creativo di Cattelan. Poco importa, poi, se il concetto di ready-made, ossia l’attribuzione di valore artistico a un manufatto ordinario, è vecchio ormai più di cent’anni…

Il clamore mediatico non ha fatto in tempo a placarsi, la banana non ha fatto in tempo a marcire che qualcuno ha capito che era il momento di cogliere la palla al balzo. David Datuna, artista americano residente a New York, sabato di settimana scorsa si è avvicinato all’opera Comedian ancora esposta alla fiera di Miami, l’ha staccata dalla parete e con molta nonchalance se l’è mangiata – trascurando ovviamente la striscia di scotch. Davanti al prevedibile assembramento di curiosi pronti a immortalare l’evento con foto e video su smartphone, Datuna ha definito il suo gesto quale una performance artistica, in linea con la poetica del collega Maurizio Cattelan. Questa gente, ripeto, non per forza è più arguta o istruita delle persone comuni. Ha semplicemente l’audacia di fare ciò che gli altri non fanno : mangiare il frutto proibito, una banana da 120 mila dollari.

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2 risposte a "L’affaire della banana di Maurizio Cattelan"

  1. Pour parler, pour parler, pour parler! Non credo assolutamente al fatto che il collezionista europeo abbia fatto la spesuccia di 120.000 dollari, euro o sesterzi che siano, per comprare la banana scocciata ed anche incazzata, in quanto spiaccicata sul muro con lo scotch. Di false news è pieno il pianeta e che se le bevano (o mangino) tutte gli idioti in ascolto è molto probabile, ma se così non fosse, codesto collezionista sarebbe da arrestare e mettere in gattabuia in quanto individuo pericoloso per la società, l’arte e gli artisti tutti. Facciamoci una risata ed al limite in coro canticchiamo quella canzonetta di alcuni anni fa che diceva: “-ma dove vai, se la banana non c’è l’hai?”…

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